CASERTA – E’ ancora il secondo dissesto subito dalla città a monopolizzare la discussione politica a Caserta. Ma ora si scopre che sarebbe possibile per il Comune recuperare 8 milioni e mezzo di euro…prima che vadano definitivamente perduti.
Cominciamo dal principio: Giuseppe Messina, già assessore all’Ambiente negli anni 1993/97, invia una nota al Sindaco, all’Assessore alle Finanze, al Collegio dei Revisori ed al capogruppo di Speranza per Caserta in risposta Carlo Marino che, durante l’ultimo consiglio comunale in cui si era votato per il dissesto bis, aveva alluso ad ex assessori, oggi vicini a Speranza per Caserta, che avevano firmato un contratto svantaggioso con la ditta Sace impegnata nella raccolta rifiuti “…non capisco perché – si legge nel verbale – dobbiamo fargli un danno economico a chi ha dipendenti, abbiamo ancora più di 180 dipendenti che ancora non hanno preso il TFR quando nel 1997 fu firmato un contratto straordinariamente sbagliato con la SACE. Da un contratto sbagliato da soggetti che oggi stanno in Speranza, oggi noi ci portiamo 44 milioni di debiti SACE e lì ci stanno 180 dipendenti che ancora non hanno preso il TFR, sta gente che c’ha famiglia, operai, non imprese ricchezze, che ancora non hanno preso il TFR, e noi stiamo a discutere se gli diamo il 30 o il 40? Io gli dovrei dare il 100 se fosse il TFR, perché il TFR sono dipendenti, ed il dipendente merita di prendere il 100!”
“Il sig. Marino soffre evidentemente di una strumentale forma di amnesia politica – è la risposta di Giuseppe Messina – e allora è il caso di ricordargli la sentenza della Corte dei Conti che, sulla vicenda SACE, ha condannato amichetti di Marino ordinando al Comune di Caserta di recuperare il maltolto per ben € 8.596.000,00.
Incominci l’Amministrazione Comunale, qualora non l’avesse già fatto, a recuperare i primi 8,5 milioni di euro a chi è stato già condannato dalla magistratura e chiarisca ai casertani perché ancora, a distanza di tanto tempo non si sia eventualmente provveduto.
Ricordo al Sindaco, all’Assessore alle Finanze e al Collegio dei Revisori che il 12 marzo 2019 gli 8.596.000,00 di euro andranno in prescrizione“.