di Costantino Beltrami
Un consiglio comunale non adatto agli stomaci deboli, non perché caratterizzato da interventi forti, pregnanti o da azioni dimostrative eccezionali, ma piuttosto dalla mediocrità assoluta. Eppure il tema era uno di quelli importanti, di quelli che fanno tremare le gambe a qualsiasi maggioranza; e invece no, il Sindaco Carlo Marino ha giocato come fa il gatto con il topo, rispetto ad una opposizione che non si può nemmeno considerare tale. Solo tre gli interventi dei consiglieri comunali degni di nota, quello di Norma Naim, Speranza per Caserta, preciso, puntuale e ricco di riferimenti legislativi, che da solo, se qualcuno dei partecipanti all’assise lo avesse caso mai compreso e neanche in tutte le sue sfumature, questo sarebbe bastato a chiudere i lavori del consiglio; poi, c’è stato quello di Francesco Apperti, che è sceso, invece, negli aspetti più politici della questione, ma anche questo è scivolato sui banchi del consiglio comunale come fosse rugiada mattutina; nemmeno Antonio Ciontoli, del Partito Democratico, con un accorato intervento è riuscito a scalfire la corazza posta sulla coscienza dei fidi scudieri del sindaco, eppure ha richiamato lo sguardo interlocutorio dei propri figli o delle persone care, ma neanche gli affetti fanno breccia. Ad onor del vero ci ha provato anche Enzo Bove, ma le sue osservazioni sono state facilmente disassate dai tecnici. Qualcuno adesso potrebbe obiettare sull’imparzialità di chi scrive l’articolo, ebbene, lo sfidiamo ad ascoltare o a leggere il verbale dei lavori del consiglio, e poi non condividere le nostre stesse impressioni. Di interventi ce ne sono stati, spesso nemmeno per dare un contributo costruttivo alla discussione, ma piuttosto per evidenziare la propria fedeltà alla compagine, hanno quasi fatto a gara i nostri amministratori a ritagliarsi il proprio quarto d’ora di notorietà, ma non sappiamo quanto gli sia poi convenuto. Si sono susseguite dissertazioni senza né capo e né coda, raffazzonate, piene di inesattezze, spesso contraddittorie e alcune hanno suscitato l’ilarità del copioso pubblico. Adesso, non vogliamo sparare sulla croce rossa, ma l’elettore casertano medio, almeno una volta all’anno, dovrebbe per legge assistere ad un consiglio comunale, anche solo per rendersi conto dell’entità dei casini che combina, nella cabina elettorale, con quella matita. Nel mare magnum della mediocrità, il Sindaco ci sguazza, fa le capriole, volteggia, manco fosse Esther Williams, e sì, perché quando un Nicola Garofalo, forzista della prima ora, crede di fare una mandrakata proponendo un emendamento che prevede il referendum popolare sulla questione, argomentando questa scelta Pilatesca con un perentorio “è il popolo che deve decidere”, non si rende conto che così viene meno al proprio ruolo di amministratore, che se convinto della propria ragione, invece di lavarsene le mani, si dovrebbe incatenare e contestualmente cominciare lo sciopero della fame pur di difendere la propria tesi e far puntare i riflettori su una tematica così importante. Senza dimenticare i contorsionismi dialettici di Riccardo Ventre, già candidato sindaco, che dopo aver firmato la mozione sul biodigestore, ne annuncia la sua astensione al voto, perché non concorde con alcuni post di Speranza per Caserta apparsi sui social media. Ebbene, vi assicuriamo che non sarebbero bastati tutti i sacchettini della tratta aerea Roma – New York per contenere il “digestato” proveniente dai conati del pubblico presente. E qui Carlo Marino si concede qualche altra bracciata in tranquillità, di quelle stile Tarzan, con tanto di costumino leopardato, perché non c’è partita, ormai è vinta a tavolino. Un’altra che gongola è la professoressa Maria Laura Mastellone, docente universitaria di indubbia preparazione e professionalità, anche lei avvezza ad incarichi politici che ha ricoperto nel tempo tra comune di Caserta e Provincia, perciò abituata a parterre del genere. Ma crediamo che mai, come questa volta, la stessa abbia ricevuto così tanti complimenti per la sua competenza, infatti, ad ogni introduzione di ogni singolo intervento queste qualità professionali sono state magnificate, come a garanzia della bontà del prodotto “biodigestore”, quasi a dire “se lo dice lei!”. Insomma, a quanto pare ci troviamo di fronte alla maggiore esperta nel campo dell’impiantistica per il trattamento dei rifiuti, e se tanto ci da tanto, ci aspettiamo anche un premio Nobel da qui a breve. E intanto il sindaco Carlo Marino ha tutto il tempo di allenarsi per battere il record mondiale dei 400 m. Misti in vasca lunga, tanto ne ha avuto davvero di tempo, anzi a bordo vasca ha tutti i suoi lacchè che si alternano per fare il tifo, così da non lasciarlo mai solo e accreditarsi sempre di più, da lontano si è sentito anche un “Forza Carlo, sei il più meglio!”, e lui, sornione, se la ride e continua a nuotare. Poi, quando è pronto per dare il colpo di grazia, esce dalla piscina, con il corpo tonificato ed il muscolo guizzante, infila il suo accappatoio, e comincia a dare sfogo alla sua ars oratoria, infarcendo il suo intervento con i soliti luoghi comuni, il solito discorso standard, quello che va bene per il 25 aprile come per Natale, tanto lui lo sa che dall’altra parte non capiscono una cippa e stanno solo aspettando la pausa per battere le mani e gridare “sei il più meglio!”. Ma non tutti però, purtroppo per lui. Qualcuno ancora ci crede, e interviene obiettando, il pubblico rumoreggia, è scontento di aver assistito a questa ennesima farsa, a questo ignobile gioco delle parti dove se la cantano e se la suonano, senza contraddittorio. Sì, anche questa volta il sindaco l’ha sfangata, ha messo bene la squadra in campo, anzi, forse, quasi tutte e due, raggiungerà il suo obiettivo, ha vinto questa partita … ma a che costo.