(f.n.) – Leggere e commentare il Piano Aziendale di un’Aorn in procinto di rimpiangere di non essere diventata un Aos, è un vero spasso, soprattutto per chi, confrontandolo con la mancata applicazione dello stesso, mantiene inalterato il proprio senso dell’umorismo. E scartabelliamo fino a pagina 11… Ma guarda…la nota stra-dolente…Uoc Malattie Infettive e Tropicali..In considerazione del Piano Regionale approvato con DCA 33/2016 sono previsti 20 p.l. in luogo dei 25 di cui al DCA 47/2016, “ questa Aorn si riserva di allineare il numero totale dei predetti posti letto (+ 5) alle previsioni del citato DCA 47/2016, allorquando si verificheranno le condizioni per l’effettiva attivazione dei medesimi, tenuto conto, in particolare, che l’attuale sede della predetta UOC sarà a breve oggetto di non più rimandabili lavori di ristrutturazione che ne richiederanno la provvisoria riallocazione presso altri ambienti nosocomiali.” Un trascurabile particolare che non ci consente di procedere consiste nel fatto che, al momento, non si registra alcuna programmazione di lavori né alcun progetto in merito a quello che, come abbiamo puntualmente descritto nel recente passato, somiglia molto più ad un reparto da campo in tempo di guerra e neppure dei migliori, che non a ciò che dovrebbe essere la struttura ospitante di un’Unità Complessa: impianto elettrico non a norma, coibentazione del tetto inesistente,…visibile l’umidità che trasuda dalle pareti e la muffa in progress, pavimenti sporchi e sconnessi, linoleum sbriciolato, percorsi promiscui con procedure inesistenti…della serie: pasti, visitatori, malati, personale sanitario e non…un unico ascensore. Ma, a quanto pare… Santa Tetta delle Infezioni Esotiche non fa carte! Risparmiando al popolo sovrano, la ri-pubblicazione del book fotografico relativo alle “vergogne” dell’UOC di Malattie Infettive su descritte, ci permettiamo di suggerire al neo responsabile dello stesso, che sappiamo essere un prodotto rigorosamente controllato di quel prodigioso vivaio di geni che è l’Università, onore e vanto della nostra terra, che sarebbe apprezzabile ed assai gradita, una sua garbata protesta “ufficiale”, nel senso che vorremmo averne contezza. Qualora, invece, fosse sua intenzione attendere che qualche “consigliori” gli suggerisca di inviarsi una lettera di encomio da inoltrare alla stampa, per alleggerire la tensione, lo preghiamo fin da ora di risparmiarsi l’incomodo e considerare seriamente la possibilità di recarsi nella palazzina bianca in fondo al parco, prendere l’ascensore, salire al terzo piano, calcolare di non arrivare all’ora di pranzo perché rischierebbe di scambiare la dimensione amministrativa per un fast food, bussare all’uscio del manager, entrare con calma e con altrettanta calma sbattere un violento pugno sul tavolo…(fa sempre un certo effetto) e chiedere conto…Hasta la vista