NAPOLI – Due presentazioni, il 22 novembre e il 3 dicembre per “Il Ponte sulla Senna” dello scrittore Massimo Taras edito da Marlin nella collana Vulcano. Il 22, alle 19, l’autore sarà in dialogo con Angela Feluca presso gli spazi de La Libreria di Varcaturo (Napoli). Il 3 dicembre sarà la volta, alle 18.30 della presentazione presso la libreria Feltrinelli di piazza dei Martiri (Napoli). Con Taras ci saranno l’editore Sante Avagliano, la scrittrice Enza D’Esculapio e il giornalista scrittore Gino Giaculli.
L’autore, attraverso una prosa appassionata, cattura l’attenzione del lettore fin dalle prime pagine, trascinandolo in un giallo avvincente che mescola insieme amori, amicizie, arte, storia e legami profondi che contribuiscono a costruire il complesso mosaico dell’animo umano.
“In queste pagine, scritte con stile limpido e profonda sensibilità, ognuno ritroverà qualcosa di sé; dei suoi sentimenti, dei suoi ricordi; del mondo interiore che gli appartiene – scrive Marina Rota nella prefazione – La bella penna di Massimo Taras ci conduce nelle vie del Lungosenna, nell’operosità creativa degli atelier, negli scorci che da sempre ispirano i sognatori e gli artisti; una penna che, proprio come il pennello di un pittore animato dall’esigenza estetica di annotare ogni dettaglio, si intinge tanto nelle atmosfere cupe del carcere de La Santé quanto nei colori, nelle musiche e nei profumi, nelle nevi incantate e nelle fioriture primaverili della città della ‘festa mobile’, in un viaggio che da fisico si fa interiore per percorrere tutte le sfumature dei sentimenti umani. Fra tutte e sopra tutte, la più nobile: quella dell’amicizia. Un’amicizia come quella fra Mirò e Natan, che si nutre di confidenza ma anche di silenzi, come accade quando si è in profonda sintonia; un affetto in grado di riaccendere, a ogni età e in ogni situazione, anche la più drammatica, la voglia di vivere e di amare”.
Trama
Nella Parigi del 1948, dopo l’incubo dell’occupazione nazista, s’incontrano e si scontrano le vicende di quattro persone dalla natura e i sentimenti più disparati: Leonardo Ranieri, giovane pittore fiorentino che tutti chiamano Mirò; Isabel Gómez, affascinante modella spagnola dotata di un’indole fortemente passionale, ma dal passato tormentato; Gilbert Gauthier, maestro d’arte all’Académie du Peintre, la più prestigiosa scuola d’arte di Parigi; e Natan Kowalski, clochard di origini polacche, dal vissuto tragico e inespresso. Mirò resta folgorato dalla bellezza di Isabel e tra loro nasce un’intensa e tormentata storia d’amore, apparentemente impossibile. Isabel, infatti, nasconde a Mirò il suo legame sentimentalmente con il maestro Gilbert, uomo violento e senza scrupoli, un rapporto fatto di soprusi, di ricatti e di paura. Isabel decide di fuggire da Gilbert mentre Mirò cercherà di dimenticarla facendo amicizia con Natan, un clochard incontrato per caso nei suoi lunghi viavai sotto i ponti della Senna. Natan è un uomo del tutto arreso alla vita che sopravvive facendo ritratti ai passanti. Sarà proprio Natan a fare da guida ai passi di Mirò in questa intricata vicenda. E sarà Mirò a offrire inconsapevolmente a lui la possibilità di rimettere ogni cosa al suo posto e di fare pace con i lamenti della sua esistenza distrutta per mano dei tedeschi a seguito della denuncia, in quanto ebreo, da parte di un collaborazionista di nome Christophe Bonnet che aveva causato la deportazione della figlia di 5 anni nel campo di sterminio di Auschwitz.
Un passaggio del romanzo “Il Ponte sulla Senna”
“Dalle grandi vetrate dell’Académie du Peintre la Tour Eiffel emergeva trasparente, imponente come un gigante di ferro, e la città appariva in tutto il suo splendore. Erano le due e mezzo 11 del pomeriggio del 30 novembre 1948, esattamente tre setti mane dopo il suo arrivo a Parigi. Nella sala piena di statue e tele dipinte a metà, in piedi davanti al cavalletto, Mirò girava e rigirava una matita tra le dita in attesa che la modella facesse il suo ingresso. Per la prima volta avrebbe ritratto il corpo nudo di una donna a pochi passi da lui. Di quando in quando lo sguardo arcigno del maestro Gilbert Gauthier si posava sugli allievi piuttosto agitati, infastidito dal brusio delle loro voci e dalle loro risatine trattenute. Ma quando lei apparve sulla soglia della porta fu subito silenzio. Il leggero velo che copriva la sua nudità non nascondeva granché. Quanto al viso, era di una bellezza straordinaria. I lineamenti addolciti dai lunghi capelli neri e da due occhi color smeraldo la rendevano una creatura meravigliosa. Circondata da occhiate furtive e mor morii sommessi avanzò con passi leggeri, quasi a sfiorare il pavimento. Prima di stendersi su un sommier rivestito di vel luto rosso, raccolse i capelli in un morbido chignon e lasciò cadere il velo che l’avvolgeva scoprendo dei seni alti, acerbi, coronati da areole rosee. Il suo corpo era un miracolo di bel lezza. C’era davvero da pensare che qualcuno l’avesse scolpito con tale perfezione, da farlo apparire d’alabastro. Perso nelle mille sfumature dei suoi occhi verdi, Mirò dischiuse le dita e la matita gli sfuggì dalla mano. D’istinto cercò di afferrarla, urtando con un fianco il cavalletto che oscillò rumorosamente, attirando l’attenzione di tutti i presenti. Un diffuso rossore gli incendiò le guance. Recuperò goffamente la matita, si allentò il colletto della camicia e con la coda dell’occhio cercò di capire se anche la modella si fosse accorta del suo gesto maldestro. Quando incrociò i suoi occhi divertiti, sentì un’improvvisa stretta allo stomaco. Da quel momento tra loro iniziò un dia logo muto, fatto di sguardi e sorrisi maliziosi”.