A MENTE FREDDA #6: PAPERDI CASERTA SCOMPARSA A CHIUSI. LAGANÀ UNICA LUCE, SQUADRA SCOLLATA: MI PARE BORIS

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cagnazzo timeout 300x200 A MENTE FREDDA #6: PAPERDI CASERTA SCOMPARSA A CHIUSI. LAGANÀ UNICA LUCE, SQUADRA SCOLLATA: MI PARE BORISdi Alessandro Aita

CHIUSI – Cara Paperdi Caserta, non finirai mai di stupirmi. Quattro giorni fa scrivevo, dopo la sconfitta con la Luiss Roma, che fare i forcaioli era pressoché inutile invocando alla calma, e nella partita successiva disputi una partita da dare in pasto direttamente a quella frangia del tifo? Mi pare una situazione à la Boris, una delle scene con Corrado Guzzanti e Alessandro Tiberi con il primo, nella parte di Mariano Giusti, che fa enorme fatica a trattenere la sua rabbia con una spiegazione arzigogolata ed efficace allo stesso tempo. Nemmeno venti secondi che racchiudono un po’ le sensazioni del ko contro la San Giobbe Chiusi, ben più pesante del 92-69 finale.

E che si vuole dire della partita? Una debacle vera e propria. Partiti anche benino per una volta per poi sciogliersi dal punto di vista offensivo, insistendo con il tiro da tre punti in maniera ossessiva: penso che uno 0/22 dall’arco progressivo non lo abbia mai visto in tanti anni di pallacanestro, giocata e guardata a tutti i livelli. A furia di sbagliare l’attacco è evaporato: 17 punti in 20 minuti (e 2/20 dal campo nel secondo quarto) sono davvero una miseria, probabilmente non vinceresti una partita nemmeno in Promozione con queste percentuali. E molti di questi erano anche tiri aperti, costruiti.

BUCHI MENTALI – Ieri però, dopo il ceffone preso, non c’era una squadra, ma cinque entità distinte in mezzo al campo. Non si è più giocato assieme, si è smesso di aiutarsi. Si guardava dall’altra parte, non sembrava esserci quel fuoco sacro di cui ci sarebbe bisogno. In sei giornate però le pause offensive sono diventate già troppe: anche con la Luiss Roma eri finito sotto di 18 lunghezze prima che l’arroganza giovanile te la rimettesse in piedi in maniera quasi miracolosa. Mi viene quasi da chiedere se l’allenatore e il roster viaggino sulla stessa lunghezza d’onda, se la visione tecnica, di un gioco rapido e incentrato sugli esterni, sia condiviso dai giocatori. Al netto dei problemi strutturali che questa squadra può avere, tra poco gioco interno e percentuali al momento più che deficitarie, questo non è un roster da un successo in sei partite.

LAGANÀ – L’unica, minuscola luce in fondo al tunnel è l’esterno reggino. Non doveva nemmeno giocare probabilmente, ci abbiamo anche chiacchierato un po’ prima della partita scherzando sulle sue condizioni, facendo riscaldamento in maniera assai blanda. Poi però, quando lo si è visto in quintetto, si è rimasti a bocca aperta. E nonostante avesse solo mezzo allenamento sulle spalle, è stato il migliore su entrambi i lati del campo, creando per sé e per i compagni e sbattendosi dal punto di vista difensivo. Se sia un bene o un male, lo lasciamo decidere a voi.

FUTURO PROSSIMO – E ora, con gli spettri del 2023/2024 che continuano ad avanzare, si tornano a fare domande sulla guida tecnica. Coach Cagnazzo appare, nonostante il momentaccio, molto compassato e senza alzare la voce nei confronti dei suoi ragazzi, almeno avanti alle telecamere. Ha insistito sul concetto del lavoro, parlando di un gruppo unito e che non ha ancora trovato la sua identità, ma non sembra mai voler ‘bastonare’ il suo roster. O almeno, cerca di farlo in maniera velata come quando ha parlato di Matteo Laganà, l’uomo che ha fatto ‘un passo in più nonostante non sia in condizione’.

NIENTE SCELTE DI PANCIA – Leggera tirata di orecchie o meno, quello che è certo è che qualcosa debba cambiare. Ma non bisogna farlo ‘di pancia’: l’errore più grande in questo momento sarebbe quello di muoversi in maniera impulsiva, senza un piano preciso. Se si ha fiducia nel progetto tecnico sposato quest’estate, si continui ad andare avanti su questa strada per provare ad uscirne tutti insieme. Tutto sta però nella fiducia. Nel coach, nel roster, tra le varie parti in causa. Si usi la testa per poter invertire la rotta. Non facciamo diventare reale Mariano Giusti che vuole ardentemente il ruolo di Padre Frediani e si ritrova con una mazza da baseball in mano…

Umana San Giobbe Chiusi – Paperdi Juvecaserta 92-69

(23-21, 43-27, 70-38)

Umana San Giobbe Chiusi: Renzi 17 (2/2, 4/12), Ceparano 16 (4/4, 2/3), Rasio 15 (7/9, 0/0), Gravaghi 14 (3/4, 2/4), Raffaelli 8 (1/2, 1/3), Criconia 7 (2/3, 1/4), Sacchettini 6 (2/4, 0/0), Ius 6 (3/4, 0/0), Baldi 2 (1/3, 0/1), Chapelli 1 (0/0, 0/1), Longetti, Falomi. Allenatore: Zanco

Paperdi Juvecaserta: Laganà 16 (2/5, 4/7), Diouf 13 (5/7, 0/0), Marchiaro 10 (1/2, 2/4), Heinonen 8 (1/2, 1/7), Mastroianni 8 (3/5, 0/7), Azzaro 5 (1/1, 1/3), Ricci 5 (1/4, 1/5), D’argenzio 4 (0/1, 0/2), Romano 0 (0/0, 0/2), Adamu, Pisapia 0 (0/0, 0/1), Kumer. Allenatore: Cagnazzo

Arbitri: Di Luzio di Cernusco sul Naviglio (MI) e Marconetti di Rozzano (MI)

Umana: tiri liberi: 12/16 – Rimbalzi: 36 5 + 31 (Rasio 9) – Assist: 24 (Raffaelli, Criconia 6)

Paperdi: tiri liberi: 14/19 – Rimbalzi: 25 8 + 17 (Diouf 7) – Assist: 7 (Laganà 4)

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