Il concetto di autonomia residenziale non dovrebbe essere semplificato eccessivamente come mera risposta a circostanze negative nella vita di un individuo autistico. È fondamentale considerare la vita al di fuori del contesto familiare non solo come conseguenza della morte dei genitori o dell’invecchiamento, ma piuttosto come un percorso di sviluppo per gli adulti disabili. Il desiderio e la necessità di vivere in modo indipendente, pur avendo una disabilità, non è solo espressione di autoconsapevolezza e scelta personale, ma anche un diritto fondamentale che dovrebbe essere onorato e facilitato per gli adulti autistici. Per responsabilizzare gli individui autistici e le loro famiglie, è fondamentale investire in percorsi che forniscano loro le conoscenze e le competenze necessarie per condurre una vita indipendente. Ciò comporta la creazione di piani personalizzati e realizzabili che delineano dove, come, quando e con chi possono raggiungere l’autosufficienza: l’obiettivo è stabilire connessioni significative che colmino il divario tra la convivenza in famiglia e la convivenza in contesti residenziali. Esplorando varie forme di alloggio, forniamo agli individui autistici adulti l’opportunità di vivere la propria vita non solo come individui con bisogni, ma anche come individui con talenti e risorse che dovrebbero essere riconosciuti e utilizzati nel processo di costruzione del proprio futuro. Il nostro obiettivo è spostare l’attenzione dall’essere destinatari passivi di servizi a diventare partecipanti attivi nel processo decisionale, nella gestione del tempo e nella pianificazione futura. Il concetto di “abitare” ruota attorno allo sviluppo di progetti personalizzati che considerano diverse opzioni residenziali, tenendo conto non solo della loro efficacia in termini di gestione e costi, ma anche degli ambiti e degli indicatori di Qualità della Vita (QoL) precedentemente analizzati discusso . La decisione relativa all’alloggio per gli adulti autistici è uno sforzo di collaborazione tra l’individuo, la sua famiglia ei servizi di supporto. Ciò implica considerare i loro bisogni, aspettative, risorse, supporti e desideri. Per esplorare le opzioni residenziali disponibili in Italia per gli adulti con disabilità ci affidiamo all’analisi dei Servizi Sociali pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità-Servizi Sociali. Un’opzione sono le strutture residenziali, che si rivolgono a persone con disabilità, comprese quelle nello spettro autistico, che non hanno il sostegno della famiglia o scelgono di vivere in modo indipendente. L’Italia offre diversi modelli organizzativi per rispondere ai bisogni degli adulti con disabilità e delle loro famiglie, come Residenze Sanitarie, Comunità Alloggio, Gruppi Appartamento e Servizi di Autonomia. Le case di cura, note anche come RSA, forniscono assistenza temporanea a persone con condizioni gravi che necessitano di cure mediche specialistiche da parte di più esperti. Enti pubblici o privati convenzionati sovraintendono alla gestione delle Residenze Sanitarie, fornendo una serie di servizi tra cui ospitalità, assistenza sanitaria, integrazione sociale e prevenzione delle malattie croniche. Questi servizi comprendono assistenza medica e infermieristica, supporto riabilitativo, assistenza nelle attività quotidiane, attività ricreative e sociali, nonché servizi come hotel, ristorante e lavanderia.
Concordo pienamente con Lei, Dottoressa. È importantissimo che tutte le persone con disabilità imparino a vivere in maniera indipendente.
Dottoressa, complimenti come sempre.
È una vergogna, quasi elemosinare un diritto che dovrebbe essere assicurato senza se e senza ma. Confido nelle istituzioni e nel governo che tutte le persone con difficoltà possano avere ciò che la nostra Costituzione detta
L’autonomia residenziale per le persone autistiche rappresenta un’opportunità fondamentale per garantire loro indipendenza, inclusione sociale e una qualità di vita dignitosa, attraverso supporti personalizzati che rispettino le loro esigenze individuali. Magari potesse essere realizzabile anche da noi in Campania….
L’articolo tratta con lucidità la necessità che dovrebbe portare all ‘autosufficienza i soggetti disabili,in particolar modo i soggetti affetti da autismo. Complimenti.
Non ne ero a conoscenza di tali strutture, mi hai colto impreparato.
Ecco perché leggo con attenzione i tuoi articoli, da te, c’è sempre da imparare qualcosa di nuovo e costruttivo.
Buona Domenica
Ritengo sia giusto pensare al dopo di noi integrare le persone con disabilità in tutti i contesti sociali
Speriamo venga recepito da chi di dovere e che non rimanga il solito messaggio al vento per istituzioni sorde, purtroppo è una realtà di cui bisogna prenderne atto e agire quanto prima.
E giusto che anche gli autistici abbiano un livello di assistenza adeguato e raggiungano al meglio la loro autonomia
E giusto che anche gli autistici abbiano un livello di assistenza adeguato e raggiungano al meglio la loro autonomia
Cara Dott.ssa la cosa che preoccupa noi genitori di ragazzi adulti autistici è proprio garantire l’autonomia residenziale perché ci rendiamo conto che non è una cosa semplice: molti dipendono da noi e quindi sono molto poco autonomi ma sono sicuro che lavorando bene da piccoli si possono ottenere buoni risultati. Grazie a lei per questo ulteriore spunto di riflessione e conoscenza
C’è ancora troppo poco e fatto non nel modo corretto… se penso ad altre realtà straniere siamo molto indietro… purtroppo
Speriamo che quelle poche realtà che funzionano bene diventino sempre più per far sì che tutti possano avere gli stessi diritti.
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