– di Christian Mancini –
Nella notte del 10 febbraio, il Festival di Sanremo ha raggiunto il suo culmine con la finale della 74esima edizione, che ha visto protagonisti alcuni dei più acclamati artisti italiani. Tuttavia, la serata non è stata esente da polemiche, soprattutto riguardo alla sconfitta del rapper napoletano Geolier.
Con il brano “I p’ me, tu p’ te”, Geolier sembrava inizialmente destinato alla vittoria, conquistando il 60% dei voti secondo il televoto. Tuttavia, il verdetto è stato ribaltato dalla giuria composta dalla sala stampa e dalle radio, che ha premiato Angelina Mango con il 40,3% dei voti, relegando Geolier al 25,2%.
Le reazioni non si sono fatte attendere, con numerosi spettatori e appassionati che hanno espresso il loro dissenso attraverso i social media. In particolare, l’avvocato Angelo Pisani ha sollevato una polemica accesa attraverso un post su Facebook, definendo l’esito della votazione come “una truffa di massa”. Pisani ha criticato aspramente il fatto che la sala stampa sembrasse coalizzata contro Geolier e ha evidenziato il grande divario numerico tra i 20 milioni di voti del televoto e i soli 110 giornalisti che hanno votato per la sala stampa.
Il suo interrogativo è stato chiaro e diretto: “Sì configura come una truffa di massa… perché farci continuare a spendere soldi quando era chiarissimo che la sala stampa fosse tutta coalizzata contro Geolier? 20 milioni contro 110 giornalisti vincono i 110 giornalisti? Però loro sono pagati e noi abbiamo pagato?”.
Questa controversia solleva importanti questioni riguardo alla trasparenza e all’equità delle votazioni, alimentando il dibattito sulla legittimità dei risultati ottenuti attraverso diversi canali di voto. Mentre alcuni difendono il ruolo della sala stampa nella valutazione artistica, altri sottolineano l’importanza di preservare l’autenticità del voto del pubblico.