LA DEPRESSIONE DEI CAREGIVER: QUANDO L’ASSISTENZA A UN FAMILIARE CAUSA STRESS E BURNOUT

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burn out caregiver 1080x675 1 1024x640 LA DEPRESSIONE DEI CAREGIVER: QUANDO LASSISTENZA A UN FAMILIARE CAUSA STRESS E BURNOUT

La persona disabile necessita di un’assistenza 24 ore su 24 e può contare sul familiare più vicino che può ottemperare a tale incarico delicato e difficile che spesso si protrae per lungo tempo, con importanti carichi di lavoro, mettendo a rischio l’equilibrio psicofisico del caregiver. Viene così compromessa la vita affettiva e relazionale del caregiver che si trova a limitare la propria esistenza per farsi carico del familiare allettato o gravemente immobile. Questo scenario, nel tempo, può peggiorare causando una diminuzione delle difese immunitarie della persona, provocando anche problematiche serie come la attacchi di ansia e depressione. 

Per questo, nonostante non ci sia ancora sufficiente consapevolezza in merito, occorre saper riconoscere questa condizione. In particolare, è importante che il caregiver possa contare su qualcuno a cui rivolgersi in caso di necessità, per essere affiancato nei momenti di difficoltà sia fisica che emotiva. 

In questo articolo, quindi, esaminerò la cosiddetta “sindrome del caregiver”, che abbraccia tutti quegli stati di stanchezza emotiva, morale e fisica generati da un eccessivo carico di stress. 

Il ruolo del caregiver familiare è molto impegnativo e articolato sia dal punto di vista fisico che emotivo perché richiede una presenza quotidiana faticosa, a cui si aggiungono lo stress e il dolore causati dalla sofferenza del familiare accudito. Per questo motivo, non sono rari tra i caregiver problemi di salute e casi di depressione scaturenti dalla condizione di vita assistenziale a cui si dedicano costantemente.  Quella del caregiver familiare è una scelta volontaria che viene fatta con amore verso il proprio caro, ma che può portare grandi sacrifici. Il caregiver, infatti, spesso si trova a dover compiere rinunce personali per riuscire ad assistere il familiare e ad aumentare, giorno dopo giorno, i propri sforzi per essere all’altezza del compito. 

Quando gli stimoli diventano eccessivi e prolungati, le privazioni aumentano sempre di più, mentre le energie e le risorse psicologiche si esauriscono, il caregiver deve chiedere aiuto, soprattutto  quando il rapporto di cura e assistenza si prolunga nel tempo, infatti, è quanto mai necessario garantire alla persona momenti di pausa, per se stesso e individuare adeguati strumenti di sostegno. Tuttavia, non è sempre facile capire dove risieda il limite e ammettere a se stessi di avere bisogno di un supporto, prima che stanchezza e stress portino a un crollo emotivo. Perciò è indispensabile che il caregiver non si allontani e che familiari o amici osservino e registrino continuamente il suo stato di salute psicofisica: c’è proprio il senso di solitudine come condizione spesso vissuta come se fosse qualcosa di naturale e inevitabile, senza rendersi conto, invece, delle conseguenze che questo isolamento autoimposto provoca.

 

 

Il rischio, infatti, è quello di estraniarsi dalla società e dal mondo esterno per vivere esclusivamente in funzione del familiare malato, con la presenza di alcuni sintomi dell’ eventuale sindrome da burnout nel caregiver , tra i più frequenti ci sono: il progressivo allontanamento dagli amici e dagli altri familiari, la rinuncia a qualsiasi hobby o attività di svago, la manifestazione di frequenti momenti di infelicità, inerzia, angoscia, irascibilità e senso di impotenza, la comparsa di disturbi dell’alimentazione, con un radicale cambiamento dell’appetito o calo di peso, insonnia e difficoltà di concentrazione.

In uno Stato civile, quale l’Italia vanta di essere, ogni volta che un familiare si annulla perché veste i panni del caregiver, è la risposta, lo specchio del fallimento dello Stato stesso che non supporta le famiglie con soggetti disabili in casa, li abbandona e non trova soluzioni per alleggerire il carico: però tutto sommato siamo inclusivi e la disabilità sta a cuore a tutti!

 

 

 

7 Commenti

  1. Bellissimo articolo ….apre uno spaccato di società escluso e il burnout è scontato.in alcuni casi specifici … perché poco compresi e poco aiutati

  2. Purtroppo carissima Dottoressa solo che vive analoghe situazioni sa di cosa lei sta parlando. Non è facile noi abbiamo vissuto per anni in casa con mio fratello disabile ed eravamo tutti la famiglia disabile perché con lui abbiamo sofferto tantissimo una vita negata e purtroppo abbiamo sopravvissuto alla malattia e la disabilità di mio fratello che per un asfissia da parto è rimasto cerebroleso. Grazie perché con i suoi articoli lei infonde veramente tanto coraggio e illumina le nostre strade nonostante il dolore rimane perché mio fratello poi è morto dopo i miei genitori e noi ci siamo presi cura di lui fino alla fine.

  3. Il caregiver è quel birillo che non deve cadere, perché, se cade, trascina con sé gli altri. Il caregiver, infatti, non può permettersi di cadere, non può stare male, perché se stesse male poi anche la persona di cui si prende cura starebbe male e ciò il caregiver non lo può permettere. Il caregiver deve stare sempre bene. Il caregiver si cura, ma male. Ad esempio, se ha un dente da estrarre perché malato e dolorante, il caregiver prende un antidolorifico e va avanti perché non può assolutamente trascurare la persona di cui si prende cura e così da un dente malato si passa a due, tre, quattro, cinque. Il caregiver è un angelo in terra, ma anche gli angeli hanno bisogno di qualcuno. Aiutiamo e lasciamoci aiutare.
    Grazie, Dottoressa.

  4. Analisi lucida,condivisibile. Purtroppo lo Stato è assente per i disabili ,ma anche per tante altre patologie e/o categorie di cittadini.

  5. La disabilità sta a cuore a tutti, ma lo stato altamente se ne sbatte, senza sapere che un caregiver prima o poi si ammala anch’esso, e poi chi segue il disabile!!!
    Siamo in un paese dove lo stato se ne frega altamente di tutti, perché a loro interessa soltanto il Dio denaro, delle loro tasche ovvio.
    Grazie per l’articolo settimanale, come sempre impeccabile Mariarosaria.

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