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IL CORAGGIO OLTRE L’IPOCRISIA DELLE PAROLE…INTERVISTA A TECLA TOSETTO

 di Francesca Nardi

Il coraggio di una madre come Tecla, trova dimora nelle veglie silenziose, quando l’eco del mondo solidale si spoglia o si libera addirittura, di quella doverosa induzione, cui non ha potuto sottrarsi…cui sa bene di non potersi o doversi sottrarre…Il coraggio di una mamma come Tecla, è l’arma benedetta dell’ amore che placa la rabbia e leviga il dolore della discriminazione ingiusta, dell’offesa inutilòe, della norma superflua… L’ipocrisia tessuta di parole e damasco, profuma, talvolta in maniera insopportabile…l’ipocrisia si rivela nell’eccesso decorato di breve durata e nella caduta definitiva. Eppure la disabilità non ha nulla che ispiri il provvisorio, nulla che sia temporaneo, al di là della luce dell’attesa che ognuno di loro, i figli delle mamme come Tecla, che hanno una mente “altra e come tale preziosa”,  portano in fondo allo sguardo, nella speranza  inconsapevole, di essere accolti e compresi per sempre,  almeno da una parte del cuore… Ma il mondo solidale è friabile,  costruito di parole, infiltrato di promesse musicate sui pentagrammi della commozione…e per evitare che, calato il sipario sui pomeriggi dedicati all’accoglienza, ci si accorga troppo in fretta che tutto finirà in breve tempo e riprenderà soltanto in un’altra occasione simile, che qualcuno organizzerà per dovere o per convenienza…  i più bravi di tutti, gli intellettuali prestati alla politica, compensano i vuoti di attenzione, dimostrando la loro solidarietà e la loro partecipazione alla inclusione e alla comprensione e all’accoglienza del mondo autistico, imbastendo processi alle parole fuori luogo… a quelle parole fuori registro, magari odiose, sicuramente antipatiche ma… che abbiamo usato tutti per anni, senza la minima intenzione di offendere un disabile e che oggi, se ti scappano, come è successo a Conchita De Gregorio, offri l’occasione d’oro a centinaia di personaggi e “personagge” impegnati nel sociale di sentirsi utili alla causa e solidali con le mamme come Tecla, facendoti la morale e mettendoti l’ostrakon in tasca. La logica e la ragione vorrebbero meno processi alle parole e più attenzione a quella parte del mondo scolastico che sorride in pubblico e sibila in privato. Hasta la suerte hipocritas!