COMUNE DI CASERTA…IL PESCATO FRESCO AI TEMPI DEL DISSESTO

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a cura de “Il Bagatto” 

150 Il Bagatto 1 COMUNE DI CASERTA...IL PESCATO FRESCO AI TEMPI DEL DISSESTO

Avete presente un bel pesce preso all’amo, che si dibatte impetuosamente nell’estremo tentativo di liberarsi per riconquistare la libertà, invece di finire in pentola per diventare così la cena del pescatore? Questa è più o meno l’immagine che si palesa nella testa di chi, come me, si diverte a leggere quanto traspare tra le righe della “politica” casertana. Le ultime notizie che arrivano da palazzo Castropignano sanno di blitz, magari anche di golpe, se incasellate e lette in un contesto più ampio che vede nella nuova dichiarazione di dissesto la chiave di lettura. Ma partiamo dal principio. Oggi più che mai possiamo affermare che Caserta è la città dei record. Un dissesto nel dissesto non è da tutti i giorni. Parliamoci chiaro, questo sindaco non doveva fare altro che traghettare la città fuori dal pantano, un compitino facile facile, già in parte svolto dal commissario prefettizio e ancora prima dal precedente sindaco, e invece, cosa ci combina in poco meno di due anni? Mette in ginocchio la città, e pone il consiglio comunale nelle condizioni di dichiarare nuovamente che l’ente è in dissesto finanziario, questo senza ancora essere uscito dal precedente. Casertani, qui ci vuole una standing ovation! Magari è successo perché avrà speso un sacco di soldi per la città, infatti la qualità della vita è notevolmente migliorata e quelli del Sole 24 Ore sono invidiosi e dicono solo castronerie. Per giunta, le strade sono percorribili e non si corre il rischio di rimetterci un pneumatico, le scuole sono sicure e all’avanguardia, gli autobus sono dappertutto e arrivano in orario, abbiamo tutte le squadre in serie A, non c’è traffico e l’economia cittadina vola … insomma, stiamo da Dio! Ma de’ che! Mi viene da ridere, anzi da piangere. Signori, siamo nella cacca, e conviene muoverci il meno possibile. Ma non abbiate paura, perché Lui, l’indomito, quello della giunta di eccellenze, quello della maggioranza numerosa e granitica e che non ha più posti disponibili negli scranni dedicati, ma che però si può permettere di avere le proprie riserve sedute in quelli dell’opposizione, ebbene, cari concittadini, Lui, il sindaco, sta lavorando per voi. E gli riesce pure bene, perché in questa sorta di circo Barnum, lui ci sguazza, agilmente, con eleganza, una sorta di Esther Williams in giacca e occhialini, uno che affascina, convince e promette ai suoi discepoli, tenendoli legati con quel cordone ombelicale che al momento opportuno garantisce la giusta lusinga che serve a riportare nei ranghi l’intemperante di turno. Sì, perché di veri e propri scudieri si tratta, quasi dei templari, che hanno votato di tutto durante questi scarsi due anni di amministrazione, fregandosene di eventuali o possibili attenzioni della Corte dei Conti, coraggiosamente alzavano la mano al grido di “Carlo lo vuole”. Infatti, la mano la alzavano tutti, senza distinzioni, come dei moschettieri, questo però fino all’ultimo consiglio; quando si sono dovuti votare certi debiti fuori bilancio, cosucce da niente, dove non si corrono rischi … tanto c’è l’assessore che garantisce. Ma quel giorno, qualcuno, stranamente, non si è fidato dell’assessore, e come quando a scuola non sei preparato ha pensato bene di fare “filone” per non rovinarsi la media o … il conto in banca. Crack, qualcosa non ha funzionato nella meravigliosa macchina perfetta degli esseri non pensanti creata dal sindaco, qualcuno ha cominciato a pensare, e avrà detto “questa non te la voto” … forse perché già sapeva dell’inevitabile dissesto incombente e si sarà detto “qui tra un po’ salta tutto e non mi conviene più”. Ma nessuna paura, forte della folla pronta ad immolarsi per lui, è bastato far partire gli inviti nella sua stanza privata, e ad uno ad uno come concubine chiamate dal sultano (no, questa è troppo forte), diciamo come quelle casalinghe che partecipano a quei viaggi in autobus a 10 euro per andare a visitare il Santuario, e poi ritornano a casa soddisfatte con una nuova batteria di pentole che gli ha venduto l’affabulatore di turno (ecco, forse questa va meglio). Ognuno ha svolto il suo compitino diligentemente e senza copiare, anzi aiutato anche da qualche riserva che scalpita dall’opposizione per avere un suo posto in maggioranza. Superato lo scoglio, con lo spettro del dissesto che potrebbe far ritornare la ragione anche a Cacasenno, il nostro amato primo cittadino si è lanciato in una vera e propria accelerazione amministrativa, mai come negli ultimi tempi la giunta ha così prodotto: e via con l’azienda in house per i servizi comunali, con la riqualificazione della città funzionale al complesso vanvitelliano della Reggia e del sistema cinematico, con la fondazione per San Leucio. Bisogna far presto, insomma c’è il rischio che salti tutto, anche le assunzioni previste in comune. Dannazione, questo dissesto non ci voleva proprio. Perché potrebbe accadere che con il dissesto, quel cordone ombelicale che teneva tutti uniti si potrebbe rompere, e non arrivando più la dose di lusinghe quotidiana, potrebbe finire la fase di innamoramento e poi so’ …! La lenza si tende, vibra, quasi emette un suono stridente, dall’altra parte il pesce, trafitto dall’amo, punta al fondo, oppone resistenza con tutti i muscoli del corpo … ma ce la farà a salvarsi anche questa volta?