SALERNO – E’ Gerda Bless la vincitrice del premio Salerno Libro d’Europa 2023. Il suo Noi siamo luce (Iperborea) rientrava nella terna selezionata dalla giuria tecnica di Salerno Letteratura, composta da Daria Bignardi, giornalista, conduttrice e scrittrice, Paolo Di Stefano, scrittore, giornalista e accademico e Matteo Palumbo, professore onorario di Letteratura italiana all’Università Federico II di Napoli, insieme a Fame blu di Viola Di Grado (La nave di Teseo) e Battere i pugni sul mondo di Lukas Rietzschel (Keller editore). Noi siamo luce è un intenso romanzo d’esordio vincitore del Premio dell’Unione europea. La storia, ispirata a un fatto reale, racconta di un gruppo che decide di smettere di mangiare, tra illusioni, autoinganni e manipolazioni. Vivere di sola luce, liberare il corpo dalla schiavitù del cibo per crescere interiormente. È il sogno di Melodie, che con le migliori intenzioni trascina nel suo progetto estremo tre persone segnate come lei dalle sofferenze della vita: la sorella Elisabeth, più anziana, Muriël e Petrus. Violoncellista mancata e leader risoluta ma suadente della piccola comunità Suono e Amore, Melodie guida da qualche tempo i tre compagni nella pratica della musica, della meditazione e dell’apertura alle emozioni proprie e altrui, in un cammino verso l’accoglimento di se stessi e l’armonia generale. Culmine del percorso è il processo dei 9 giorni, con cui i quattro si sottraggono alla dipendenza dal cibo per vivere un’esistenza più naturale e sostenibile, in sintonia tra loro e con il mondo. Ma una notte Elisabeth muore di denutrizione, dopo che il gruppo le è rimasto accanto senza chiamare soccorso. Una morte molto naturale, si difende Melodie quando i tre, da idealisti che erano, diventano per la polizia possibili criminali. E ora che ciascuno nella sua cella può chiedersi chi è senza gli altri, venticinque testimoni-narratori ricostruiscono a turno i fatti e s’immergono nella coscienza dei personaggi, portandone a galla le illusioni, i ricorsi all’autogiustificazione e i nuovi interrogativi. La storia che ne risulta, sfaccettata, intensa e venata d’ironia, s’ispira a un fatto di cronaca e ci offre uno spaccato del nostro tempo, colto nel momento in cui l’aspirazione a migliorarsi e il bisogno atavico di appartenenza incrociano le nuove forme di irrazionalismo e deragliano.
Tantissimi gli ospiti di mercoledì 21 giugno che saranno protagonisti di altrettanti appuntamenti promossi nell’ambito dell’undicesima edizione del festival Salerno Letteratura. Alle 18.30 alla Pinacoteca provinciale arriva Lea Kampe, autrice di L’angelo di Varsavia (Newton Compton). Varsavia, 1940. I nazisti isolano gli ebrei della città nelle mura del ghetto. La ventinovenne Irena Sendler, assistente sociale, aiutata da amici e colleghi, riesce a mettere in salvo migliaia di bambini procurando loro documenti falsi. Lo fa rischio della sua stessa vita, e di quella del suo grande amore, Adam, ebreo. La vera storia di una donna che salvò migliaia di bambini ebrei durante l’Olocausto. Alle 20 nell’atrio del Duomo appuntamento con Anthony Pagden, autore di Oltre gli Stati. Poteri, popoli e ordine globale (Il Mulino). Intervengono Ernesto Galli della Loggia, Aldo Schiavone e Biagio de Giovanni. Da tempo, le categorie tradizionali con cui abbiamo pensato la politica mostrano la corda. La loro usura è evidente. Lo Stato territoriale sovrano – questa grande invenzione della modernità – è ancora la forma politica adeguata allo spazio globale? Ma soprattutto chi è, oggi, il sovrano? Il potere non si è forse frantumato in una miriade di poteri? I soggetti della governance globale, pur essendo tecnicamente privati, condizionano – eccome – i destini di milioni di cittadini. La sede della decisione politica si è sempre più spostata altrove, al di là degli Stati nazionali. Nuove tentazioni imperiali si affacciano sullo scenario del mondo. Nessuna diagnosi si è dunque rivelata più fallace di quella sulla fine della storia. Lo confermano l’invasione russa dell’Ucraina e le tante guerre, ad alta e bassa intensità, che si combattono in questo momento nel mondo. Alle 20 ai Barbuti reading e incontro con Lidia Ravera, autrice di Age Pride. Per liberarci dai pregiudizi sull’età (Einaudi). Attraverso il racconto del proprio conflittuale rapporto con l’età che avanza, Lidia Ravera rivendica la maestosa allegria celata nella maturità e spiega come il tempo, da nemico che striscia alle tue spalle aspettando una resa incondizionata, possa trasformarsi in un alleato che ti consente una libertà imprevista e una vera rivoluzione interiore. Un manifesto contro lo stigma che colpisce chi non è più giovane. Alle 21 all’Addolorata c’è Maria Grazia Calandrone, autrice di Dove non mi hai portata. Mia madre, un caso di cronaca (Einaudi). Un uomo e una donna, dopo aver abbandonato nel parco di Villa Borghese, a Roma, la figlia di otto mesi, compiono un gesto estremo. 2021: decisa a scoprire la verità sulle sue origini, Maria Grazia Calandrone torna nei luoghi in cui sua madre ha vissuto, sofferto, lavorato e amato. E indagando sul passato illumina di una luce nuova la sua vita. Un libro intimo e pubblico, un’indagine sentimentale emozionante e lucida. Alle 21 al Diocesano incontro con Domenico Scarpa, autore di Calvino fa la conchiglia. La costruzione di uno scrittore (Hoepli). Un libro coerente e composito che restituisce tutto Italo Calvino, anzi, tutti gli Italo Calvino che si sono presentati al pubblico in forme sempre diverse, sorprendenti ogni volta. Racconti, saggi, romanzi, testi di genere inafferrabile: un racconto composito a cento anni dalla nascita di Calvino, che per tutta la vita non ha mai interrotto la costruzione di sé stesso. Alle 21.30 nell’atrio del Duomo appuntamento con Eva Cantarella. Antigone è forse la più amata fra le eroine della tragedia. La sua opposizione intransigente alla volontà di un potere soltanto maschile – quello di Creonte, suo zio materno e, come se non bastasse, suo futuro suocero – non smette di sedurre il pubblico da quel 442 a.C. in cui Sofocle portò in scena la figlia di Edipo. Ancora oggi Antigone viene chiamata in causa tutte le volte in cui qualcuno mette in discussione l’autorità della legge positiva dello Stato. Ma vedere Antigone ovunque, se è un indubbio segnale della vitalità del mito, significa anche banalizzarne la figura e soprattutto non coglierne la complessità, l’ambiguità profonda. Le cose, nel testo sofocleo, non sono così semplici come pretende la vulgata: Creonte non è fin dall’inizio un tiranno, anzi esordisce con un discorso coerente con il sistema di valori dell’uditorio; e Antigone è una ragazza terribile, che antepone il vincolo di sangue fraterno a qualunque altro rapporto, sia esso familiare o politico. Eva Cantarella intrattiene una lunga fedeltà con l’eroina sofoclea. Sarà dunque un’occasione imperdibile ascoltare a Salerno la sua requisitoria contro Antigone. Alle 22.30 nell’atrio del Duomo c’è Sabina Guzzanti, autrice di ANonniMus. Vecchi rivoluzionari contro giovani robot (Harper Collins). Un futuro prossimo in cui siamo ancora in tempo per scegliere. Una commedia che ruota attorno a molti temi di grande attualità, tra cui spiccano l’avvento dell’Intelligenza Artificiale e il cosiddetto “divario digitale”. Facendo propria la lezione dei grandi autori della fantascienza distopica e delle narrazioni contemporanee sulla tecnologia, Guzzanti fa riflettere sulle grandi questioni dell’oggi e sul domani che ci attende.
La giornata di Salerno Letteratura inizia alle 18.30 a Palazzo Fruscione con la Scuola di lettura. Il protagonista della giornata sarà Paolo Di Paolo. Alle 18.30 all’Addolorata tributo ad Alfonso Catania, autore di Decisione e Norma (Castelvecchi). Intervengono Valeria Giordano, Francesco Mancuso, Geminello Preterossi e Luca Baccelli. Alle 19, nella corte interna del Convitto nazionale, c’è Maria Teresa Giaveri, autrice di Nei mari di Ulisse. Sulle tracce di Omero alla scoperta di Palmira (Neri Pozza). In collaborazione con la Scuola Superiore Meridionale. Alle 19 all’Arco catalano Benvenuta Poesia! Incontro con Grazia Gotti e Ilaria Rigoli, autrici e fondatrici di Junior Poetry magazine. Periodico letterario per giovani poeti. In collaborazione con Junior Poetry Festival. Alla stessa ora al Diocesano arriva Matteo Palumbo, curatore di una nuova edizione critica commentata dei Ricordi di Francesco Guicciardini (Einaudi), mentre alle 19.30 a palazzo Fruscione si terrà un incontro con Carmen Pellegrino, curatrice della mostra La Scrittura Democratica, in collaborazione con la Fondazione Plart di Napoli. La scrittura democratica è il titolo della mostra curata da Carmen Pellegrino per la Fondazione Plart di Napoli e allestita per Salerno Letteratura negli spazi di Palazzo Fruscione dove è visitabile fino al 24 giugno. Nel corso di questo incontro, la scrittrice cilentana evidenzia come, nell’era dei polimeri, il lavoro di chi scrive possa finalmente avvalersi di nuovi strumenti più pratici ed economici, che allargano la platea dei consumatori e contribuiscono così all’evoluzione della società in senso democratico. Alle 20 all’Arco catalano appuntamento con Alice Bigli, autrice di Leggere piano, forte, fortissimo. Come allenare alla lettura ragazze e ragazzi (Mondadori), mentre nella corte interna del Convitto nazionale c’è Epifanio Ajello, autore di L’abbecedario di Pinocchio. Un quaderno di esercizi (dalla A alla Z) (Liguori). Alla stessa ora al Diocesano, Gabriele Frasca, autore di L’uomo con la macchina da prosa (Luca Sossella Editore) e Gadda con Freud, Schrödinger e Joyce (Luca Sossella Editore) dialogherà con Enrico Terrinoni. Alle 21 ai Barbuti il protagonista sarà Omar Di Monopoli, autore di In principio era la Bestia (Feltrinelli) e Nella perfida terra di Dio (Bonelli), alle 21 alla corte interna del Convitto nazionale, incontro con Matteo B. Bianchi, autore di La vita di chi resta (Mondadori). Alle 22 ai Barbuti spettacolo con Claudio Morici. Una delle cose più difficili da affrontare per una scrittrice o uno scrittore è ricevere, dall’editore, una lettera di rifiuto. Il monologo assai divertente di Morici parte da qui, e riflette sui meccanismi produttivi e le dinamiche creative che sottendono alla pubblicazione di un libro. Dedicato agli addetti ai lavori e ai tantissimi italiani con un libro di 1.200 pagine nel cassetto, perché scrivere in Italia oggi può essere bello o brutto, ma è sempre un doppio salto mortale. Lo spettacolo è stato prodotto da RaiPlay.