Confagricoltura Campania interviene in merito alla delicatissima questione che, in particolare nelle ultime ore, sta interessando gli allevatori di bufala aderenti a Confagricoltura, per ribadire la propria ferma posizione sul documento di sintesi sulle modifiche necessarie al Piano predisposto dalla Regione Campania per affrontare le emergenze sanitarie che affliggono il comparto.
Poiché si sono registrate posizioni in contrasto con quanto espresso da Confagricoltura Campania, è opportuno che il Presidente, Fabrizio Marzano, faccia chiarezza e muova alcune precisazioni.
Nello specifico, il Presidente Marzano dichiara:
“La verifica dello stato di attuazione del Piano di eradicazione delle malattie infettive delle specie bovina e bufalina è un tema di fondamentale importanza per l’economia della nostra regione e per la salute delle aziende che appartengono alla nostra organizzazione.
In vista dell’audizione delle Commissioni Regionali Permanenti V, Sanità e Sicurezza Sociale, e VIII, Agricoltura, Caccia, Pesca, Risorse comunitarie e statali per lo sviluppo, in programma l’11 maggio nell’Aula del Consiglio Regionale della Campania, occorre far luce su alcune incongruenze che sono emerse.
Il documento in questione, della durata di sei anni, date le articolate implicazioni che comporta, necessita di aggiustamenti del tutto fisiologici in corso di attuazione, vaccino compreso. Modifiche che, proprio su impulso di questa Associazione, la Regione Campania, nelle persone dell’Assessore all’agricoltura Nicola Caputo e del Generale Luigi Cortellessa, sta attentamente e concretamente valutando.
Possiamo anticipare in anteprima che, a distanza di pochi giorni dall’incontro tenutosi il 5 maggio scorso, già la settimana prossima il Direttore del Centro di Referenza nazionale per la brucellosi, dott. Nicola D’Alterio, sarà a Napoli per valutare il progetto da noi proposto.
I dati ufficiali diffusi dimostrano che l’interpretazione secondo la quale si siano aperti nuovi focolari non corrisponde al vero; sono infatti diminuiti dai 72 dei mesi scorsi ai 61 attualmente registrati.
Le AA.SS.LL. campane utilizzano test indicati dall’apposito regolamento europeo. In particolare, nel manuale W.O.A.H., la prova S.A.R., (Siero Agglutinazione Rapida) è indicata come specifica per la ricerca di brucella mentre è fortemente raccomandata nel caso dei Piani di eradicazione della brucellosi. In Campania, oltre alla S.A.R., impiegata come reazione di screening, è utilizzata anche la F.d.C. (Fissazione del Complemento) quale reazione individuale atta a definire le positività.
Dal 16/04/2021 ad oggi, gli esami indiretti S.A.R. e F.d.C., che hanno registrato l’apertura di 152 focolai di brucellosi, hanno dato conferma di malattia post mortem in 92 casi con il batteriologico, in 20 con la P.C.R. positiva e in 40 con “linking” e/o “clustering”.
Abbiamo, infine, chiesto che gli allevatori e i veterinari aziendali possano aumentare gli esami in autocontrollo, che, però, in base alle vigenti norme comunitarie e nazionali, possono essere solo batteriologici o molecolari su aborti e lochiazioni; batteriologici o molecolari su tamponi vaginali da eseguire sulle bufale entro 30 giorni dal parto/aborto e su latte; sierologici sul latte (ELISA- Latte) anche su singoli capi.
La Regione Campania si è comunque mostrata disponibile a trovare anche altre soluzioni per rendere più efficaci le misure di autocontrollo attualmente utilizzabili, in attesa che si valuti un percorso che consenta di giungere alla modifica del Regolamento europeo di riferimento, così da ampliare la platea degli esami eseguibili.
Auspichiamo, infine, una collaborazione armoniosa, a più livelli, come lo stesso Commissario Straordinario ha instaurato con gli allevatori, per la definitiva eradicazione della brucellosi in Campania”.