ORNAMENTA”: AL VIA IL DIALOGO TRA ARCHEOLOGIA E OREFICERIA

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L’ACCORDO TRA POMPEI E IL TARÌ PREVEDE FORMAZIONE, VALORIZZAZIONE E DIVULGAZIONE DEL PATRIMONIO E DELLE ANTICHE TECNICHE DELL’ARTE ORAFA

 CENTRO ORAFO IL TARÌ  5–14 maggio 2023

Pompei Armilla a corpo di serpente in oro e pasta vitrea con iscrizione incisa DOMINUS ANCILLAE SUAE  3 ©luigispina ORNAMENTA”: AL VIA IL DIALOGO TRA ARCHEOLOGIA E OREFICERIA

Pompei Armilla a corpo di serpente in oro e pasta vitrea con iscrizione incisa DOMINUS ANCILLAE SUAE  3 ©luigispina ORNAMENTA”: AL VIA IL DIALOGO TRA ARCHEOLOGIA E OREFICERIA
Pompei Armilla a corpo di serpente in oro e pasta vitrea con iscrizione incisa-DOM(I)NUS ANCILLAE SUAE

Esiste un filo rosso che collega l’antica arte di lavorare i gioielli testimoniata dall’archeologia e l’oreficeria contemporanea? Attraverso quali strumenti si possono oggi recuperare le radici di una tradizione artigiana che può ancora ispirare nuove creazioni?

Sono gli interrogativi che hanno ispirato il progetto culturale “Ornamenta: i gioielli della Campania da Pompei alla contemporaneità”, frutto della collaborazione fra il Parco Archeologico di Pompei e il Centro orafo il Tarì.

L’accordo vede da un lato il sostegno del Tarì in attività di valorizzazione, conservazione e indagini gemmologiche su alcuni reperti conservati a Pompei e dall’altro l’impegno scientifico del Parco nella realizzazione di due progetti volti a rinforzare il dialogo tra antico e contemporaneo: una mostra e un percorso formativo dedicato agli allievi della scuola orafa.

A inaugurare il percorso condiviso tra archeologia e oreficeria sarà una Mostra che si terrà dal 5 al 14 maggio presso il Tarì in occasione dell’evento fieristico Open. Circa 100 reperti databili fra il I millennio a C. fino al I sec. d.C., costituiti principalmente da gioielli provenienti da Pompei e da altri siti del territorio vesuviano, racconteranno come nasce e si sviluppa in antico la tecnica e l’uso degli ornamenta, non solo espressione di bellezza, ma spesso anche di status sociale e segno di contatti e scambi con culture diverse.

L’evento è dedicato ai gioiellieri ospiti di Open, e, nel weekend del 13 e 14 maggio quando sarà visitabile per gli appassionati di archeologia, gioielleria ed arte.

Nell’occasione sarà presentato il progetto formativo – in programma da maggio a ottobre – destinato ai giovani allievi della Scuola orafa de Il Tarì.

Partendo dagli oggetti in mostra e dal loro contesto storico-culturale, attraverso un ciclo di lezioni a cura del Parco sulle antiche tecniche di lavorazione dei metalli e dei gioielli – con un particolare approfondimento su quelli provenienti da Pompei – gli allievi saranno chiamati ad ideare nuove creazioni ispirate agli antichi monili. I progetti saranno poi affidati a giovani artigiani e i risultati presentati in un’asta pubblica, il cui ricavato potrà contribuire a sostenere attività di ricerca e tutela del patrimonio culturale.

Il Direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel commenta così la collaborazione nata in questi mesi con il Tarì:

“Il patrimonio archeologico, ma anche quello immateriale di tradizioni e saperi antichi, rappresentano un valore che rende Pompei e la Campania uniche nel mondo. Attraverso questo progetto, vogliamo condividere la conoscenza delle antiche tecniche orafe con chi opera in questo settore, affinché le nuove generazioni di orafi e orafe siano consapevoli della ricchezza culturale che questo territorio può esprimere grazie all’archeologia ancora oggi nei settori più variegati, dall’arte all’agricoltura e all’artigianato.”

7 anni dopo il successo della Mostra del Tesoro di San Gennaro, il Tarì torna così a mettere in dialogo antico e contemporaneo per stimolare e appassionare il mondo degli addetti e il pubblico con questo nuovo progetto. Si arricchisce dunque di nuovi spunti e contenuti l’importante appuntamento fieristico di Open.

“Ho pensato per molto tempo che possa esistere un gene, nel Dna dei nostri gioiellieri, che provenga da un passato tanto lontano, e che possa essersi tramandato nei secoli fino alle moderne generazioni”– dice Vincenzo Giannotti, presidente del Centro orafo e co-promotore del progetto “questa occasione offre lo spunto per tracciare un filo di continuità tra passato e presente, e per sottolineare il profondo legame che la straordinaria arte della gioielleria napoletana ha con il territorio altrettanto straordinario che la accoglie. La realizzazione di questo grande desiderio non sarebbe stata possibile senza la piena condivisione del nostro progetto da parte del direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, al quale sono molto grato e che avremo modo di incontrare al Tarì in occasione della inaugurazione della Mostra”.