CASERTA – Ha fatto rumore sulla stampa locale l’insediamento, al Comune di Caserta, del “Collegio dei Garanti”, una triade di professionisti che, operando a titolo gratuito, avrà il delicato compito di vagliare le proposte di referendum comunali presentate ai sensi del regolamento approvato dal Consiglio Comunale il 7 novembre 2013. Non è un refuso: ci sono voluti quasi dieci anni per completare l’iter che rende, finalmente, possibile la presentazione dei quesiti di carattere consultivo, propositivo o abrogativo. “Siamo contenti – commenta il coordinatore di Speranza per Caserta, Francesco Apperti – perché questa è stata una delle nostre prime battaglie condotte in Consiglio Comunale, in nome della democrazia partecipativa in cui crediamo profondamente. Già nel 2013 provammo con una serie di emendamenti a rendere più agevole la raccolta delle firme per la presentazione dei quesiti, abbassandone il numero richiesto ed ampliando i tempi, ma le nostre proposte furono respinte. Poi, nel 2014 presentammo una mozione per sollecitare la nomina del Collegio dei Garanti, che fu approvata ma come spesso accade restò nel dimenticatoio, inattuata”. Il Partito Democratico del Sindaco Marino, che pure votò favorevolmente, nonostante le ripetute sollecitazioni delle opposizioni, ci ha messo altri sette anni per arrivare a destinazione. “Meglio tardi che mai? Purtroppo – continua Apperti – siamo in una città dove anche per le cose che sembrano più semplici a volte bisogna attendere tempi biblici. E tutto questo ci porta a perdere continuamente terreno rispetto alle realtà che ci circondano. Ora l’attesa è terminata, e dovremo impegnarci per fare un’adeguata pubblicità a questo strumento importantissimo, nonché ovviamente per utilizzarlo preparando quesiti sui temi più salienti per la comunità casertana. Mi sembra doveroso, intanto, a nome del movimento, ringraziare chi in questi ultimi anni si è impegnato per approdare a questo risultato, in primis l’avvocato Gloria Martignetti, l’associazione ‘Casa di Vetro’ ed i consiglieri Giovine, Vignola e Fusco”.