Un marito, una moglie, una casa, due figli e una routine che diventa a poco a poco rito accogliente nel quale perdere sé stessi. Una giovane coppia costretta ad abbandonare le proprie aspirazioni personali in virtù di quello che a lungo andare si manifesterà come un inganno sterile: il matrimonio. Il calore di un nuovo amore, arrivato inaspettatamente sancirà la rottura definitiva di questo meccanismo morboso, distruggendo per sempre la sua stabilità e spostando il livello del gioco su un piano che diventerà quasi mortale.
Scheda artistica
“Giostra” di Michele Ruol è una metafora spietata della vita. Essa è fatta di scelte, ma i personaggi di questa commedia, per la paura di trovarsi di fronte all’inconsueto, si sono sottratti ad essa. Per questo motivo vengono ingoiati dal vortice degli eventi ai quali non oppongono resistenza diventando tutti vittime del proprio destino.
Il testo presenta la struttura di un classico triangolo amoroso, inserito all’interno di una trama la cui disarmante semplicità, è il pretesto per indagare rapporti umani basati su una ferocia endemica e le loro evoluzioni nel tempo. Esso fornisce un bestiario di clichè relazionali e psicologici che si snodano abbandonando la diacronia tipica di un
testo drammatico, sostituendo ad essa l’asfissiante ripetitività delle scene, che si sviluppano partendo sempre dall’inizio, sempre allo stesso modo, aggiungendo di volta in volta piccole variazioni che sommate porteranno lentamente il testo alla deriva.
Il campione umano analizzato è quello di una normale famiglia borghese, al cui interno si consumano perversioni e violenze che sono indice di storture emotive profonde che, riversate nelle loro relazioni, le faranno deflagrare su sé stesse.