Cronaca di un evento a cura del cronistorico maddalonese Michele Schioppa: «Il 20 luglio 2019 si tenne a Maddaloni il periodico appuntamento in cui presento i volumi della collana “Chi è?” contenente i profili dei personaggi illustri maddalonesi. In questa occasione l’informazione a mezzo stampa, social e radiofonica attira l’attenzione di un maddalonese impegnato e stimato qual è il dott. Gennaro Ferraro, noto più che per l’appartenenza alla storica famiglia di farmacisti per la consolidata stima dell’utenza pubblica e privata sanitaria. Per il tramite di un’amica comune il dott. Gennaro il 21 luglio cerca di mettersi in contatto con me e già l’indomani mattina verso le ore 9 del 22 luglio siamo seduti al tavolino di un bar, io a presentargli e descrivergli la mia passione per le ricerche donandogli delle pubblicazioni e lui a chiedermi aiuto per studiare la figura del prozio e soprattutto scoprire dove è sepolto in quanto era desiderio del padre il trasporto nella cappella di famiglia. In famiglia già ci si era attività chiedendo alla struttura municipale e cimiteriale napoletana riscontri di sepoltura. Le risposte, verbali e per iscritto sono state sempre negative.
A questo punto, premettendo che il mio interessamento era libero, volontario e gratuito, e ancora che la mia residenza è a circa 1000 km dei luoghi e degli archivi interessati, feci presente che lo studio sarebbe stato lungo. Del resto, era abbastanza scarno il repertorio di documenti in possesso alla famiglia ovvero due/tre fascicoletti di articoli del Gen. Lorenzo (Francescantonio) Ferraro, d’ora in poi Gen. Ferraro, una fotocopia di un libro che raccontava la storia di uno dei reparti in cui aveva preso servizio il militare e poche foto oltre alle medaglie concesse. Tutte cose utili ma essenzialmente la sola base da cui partire, da qui i tempi lunghi. Intanto presi l’impegno di dedicarmi il tempo di permanenza a Maddaloni, durante le mie visite annuali a cercare tra gli archivi le informazioni necessarie, oltre a quelle degli archi storici digitalizzati on line. Il tutto per garantire in occasione del centenario della morte un primo profilo biografico.
Lo studio è stato arduo, impegnativo e in parti aiutato dal “covid” perché la chiusura di taluni archivi ha reso possibile il solo accesso con ricerche e copie dei documenti digitali.
Sono stati coinvolti archivi storici locali e provinciali nonché l’archivio di Stato di Caserta, militari sia nel capoluogo che nella Capitale per l’archivio Storico degli Ufficiali. E ancora coinvolti, questo soprattutto per la ricerca della tomba, gli archivi municipali e cimiteriali di Maddaloni, Caserta (al tempo del decesso era un onorevole provinciale di Terra di Lavoro), Acerra (si pensava che essendoci un richiamo familiare nella cittadina napoletana la sua residenza e sepoltura fosse ivi) e naturalmente Napoli. Su quest’ultima ci torniamo tra breve.
In questo modo è stata rispettata la scadenza, con la nascita di una pagina social la pubblicazione del corposo studio biografico (tra le note si citano oltre le fonti anche coloro i quali hanno collaborato) su testate giornalistiche e nel volume XIII della collana Chi è?. La celebrazione del centenario è stata vissuta in grande stile con targa e corona e con promozione su testate giornaliste, sociale e redazioni radiofoniche (si rimanda alla pagina social Gen. Lorenzo Ferraro).
Tutti felici e contenti ma non del tutto, l’impegno preso con il dott. Ferraro, e indirettamente la sua famiglia, e lui a sua volta con il defunto padre, era quello di portare la salma a Maddaloni.
Un po’ scarna, certo non per colpa dei riferimenti e responsabili coinvolti ma per uno sperpero e dispersione dei documenti nel tempo, è tornata la parte archivistica maddalonese.
Non mi sono demoralizzato e visto che il Gen. Ferraro, chi lo non conosce lo invito a consultare qui la biografia (clicca qui), non era un personaggio di secondo piano ho iniziato la ricerca sulle testate giornalistiche quotidiane del periodo edite in Napoli. Dopo tanto cercare, lavoro fisicamente e non solo oneroso, ho trovato l’annuncio funebre (su Il Mattino edizione di Napoli del 20 febbraio 1921) con relativo indirizzo: Via Caracciolo 11 con tanto di azienda funebre che si è occupata della tumulazione. A questo punto sono state scartate le ipotesi di sepoltura a Maddaloni, Caserta e Acerra, restava Napoli. Ma la struttura municipale e gli uffici cimiteriali avevano già risposto negativamente. Ho chiesto la pazienza al dott. Ferraro di fidarsi delle mie indicazioni e, a seguito di uno studio lungo e minuzioso sulle strutture cimiteriali e la competenza delle sepolture in base alla residenza, ho mandato il dott. Ferraro direttamente al Cimitero di Santa Maria del Pianto e qui chiedere di vedere grosso modo le sepolture del periodo del decesso. Così con la fine della prima decade del marzo 2022 Gennaro Ferraro si è portato a Napoli nella zona del Cimitero di Santa Maria del Pianto, che oltre a essere molto esteso e storico ospita personalità di tutto rispetto iniziando dal principe Antonio de Curtis, in arte Totò. La cosa che più sorprende è che a circa dieci metri di fronte la cappella di Enrico Caruso, guardano la cappella del tenore, sul lato sinistro vi è una struttura ospitanti loculi, e alla base della stessa, nel lato del cortiletto interno, al piano basso vi è il loculo 873 dove è stata individuata la salma del Comm. Lorenzo Ferraro.
La lapide posta al piano più basso di una antica costruzione lapidaria riporta la seguente scritta: “Al / Comm. Lorenzo Ferraro / prode generale due volte decorato al valore / cittadino per virtù altissimo / la vedova desolata” e ancora sulla sinistra la data di nascita “1° marzo MDCCCLXVI” e sulla destra quella della morte “XVIII febbraio MCMXXI” e ancora in basso a destra l’identificativo “873”.
Dopo un paio di settimane il 23 marzo 2022 i pronipoti, i fratelli Gennaro e Orsola Ferraro, si sono recati sul posto e grazie alla disponibilità dell’uscire Nunzio Arrichiello sono subito giunti al loculo del prozio. È stato per i due maddalonesi un grande onore sapere che il loro prozio, vanto della città di Maddaloni essendone stato anche primo sindaco nel dopo Prima guerra mondiale, è sepolto in un cimitero dove condivide il riposo eterno con personalità illustri come Eduardo Scarpetta (1853 – 1925), Vincenzo Scarpetta (1877 – 1952), Mario Scarpetta (1953 – 2004), Nino Taranto (1907 – 1986) e naturalmente Totò (1898 – 1967).
Da questo momento è iniziata un’altra impresa, cioè portare la salma del Comm. Ferraro a Maddaloni. Il dott. Gennaro Ferraro si preoccupa di fare realizzare una stele sepolcrale (da artigiani locali) identica, compreso nell’identificativo cimiteriale, a quella napoletana.
Il 19 novembre la lastra sepolcrale è già posizionata al suo posto nella Cappella Ferraro di Maddaloni. Intanto continuano le non semplici pratiche burocratiche per il trasloco dei resti mortali, che saranno poi collocati in una cassetta di ferro che a sua volta è stata tumulata il 23 novembre 2022 dopo essere stata prelevata la stessa mattina, a seguito delle ultime autorizzazioni, e con il placet dei responsabili amministrativi che si ringraziano, dall’originale loculo.
Oltre alla rappresentanza della famiglia Ferraro, e quindi il dott. Gennaro Ferraro (artefice dello studio e del ritorno a casa del prozio) erano presenti il responsabile della struttura cimiteriale maddalonese Andrea Nuzzo, l’artigiano Carlino autore della stele sepolcrale e oltre gli operai della ditta che ha proceduto alla tumulazione. Tumulazione avvenuta tra le 13.30 e le 14.00.
Della tumulazione avvenuta è stata informata l’amministrazione comunale nella persona del Sindaco Andrea De Filippo, il consigliere comunale Aniello Amoroso promotore dell’evento del centenario della morte (con omaggio floreale al Milite Ignoto e targa) unitamente all’Assessore Caterina Ventrone e ancora l’on. Antonio Del Monaco e il cav. uff. Salvatore Borriello (presidente provinciale ANMIG e Fondazione). Così grazie all’abnegazione e alla forza di volontà del dott. Gennaro Ferraro la missione è riuscita. Per altri aggiornamenti si rimanda alla pagina social Gen. Lorenzo Ferraro. a cura di Michele Schioppa».
Questa cronaca è pubblicata solo oggi per rispetto alle vittime di Ischia.