OSCAR 2022, “THE WINDSHIELD WIPER”: UN INTERROGATIVO ESISTENZIALE O PURA CONVENZIONALITÀ?

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di Mariantonietta Losanno

“Che cos’è amore?”: questo è l’incipit del cortometraggio d’animazione vincitore ai Premi Oscar 2022. Una domanda che mette in discussione tutto e niente, un quesito esistenziale o – “semplicemente” – l’espressione di una pura convenzionalità?

Alberto Mielgo dirige un cartone animato praticamente privo di dialoghi, in cui – più che parlare di “amore” – ci si sofferma sulle relazioni sentimentali. Può essere vero che ogni relazione sottenda l’esistenza dell’amore?

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“Se non si è pronti per amare, si può dire di essere pronti per la vita?” Probabilmente il corto cede ad una superficialità cercando il sentimento facile, ma ha il coraggio di arrivare a tutti, evocando sensazioni ed emozioni differenti. È quell’interrogativo di partenza ad essere mal posto: “cos’è l’amore” è una domanda che può arrivare ovunque senza, però, concludere nulla. Nonostante questo, il quesito scuote, mettendo il pubblico nella condizione di esporsi. C’è chi può definire l’amore come “distruzione” o come “creazione”, chi può associarlo ad un “colore”; chi, ancora preferisce provarlo “per un istante”, piuttosto che continuare a “non sentire niente” a lungo. C’è, poi, chi si distrae su Tinder eludendo i contatti dal vivo; chi vive la ricerca dell’amore in modo “ossessionato” non consentendosi, così, neppure la possibilità di essere stupiti. C’è anche l’amore stanco che non ha più nulla da dirsi, o quello che non è ancora nato ed affascina per la sua imprevedibilità.

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Il fatto che un prodotto cinematografico – come può avvenire anche per uno letterario – arrivi a tutti (o, meglio, si ponga nella condizione di arrivarci data la scelta di un tema universale), potrebbe voler dire che si tratti di un qualcosa di riuscito. Perché, la condivisione e l’empatia sono gli elementi di base affinché un’opera risulti “compiuta”. Viene da domandarsi, però, se è proprio la compiutezza quello che cerca “The Windshield Wiper”. Probabilmente, proprio la compiutezza andrebbe in contrasto con il tema (ambizioso) di base; il corto di Alberto Mielgo andrebbe interpretato come un qualcosa che non ha un inizio ed una fine, una riflessione costante che, nell’arco di quindici minuti, condensa bellezza e disperazione. Mostra diversi approcci all’argomento: il vuoto, l’affetto, le relazioni. Il regista si mantiene a distanza per sottolineare quanto il sentimento amoroso spesso offuschi la mente al punto da non permetterci di notare alcuni aspetti essenziali che, al contrario, dall’esterno sono molto evidenti. Attraverso l’animazione, “The Windshield Wiper” (che, solo dal titolo suggerisce una “complessità” ed una poca “chiarezza”) interroga lo spettatore sulla natura dei rapporti umani: i sentimenti rappresentati da Mielgo, però, sono espressione di un amore incompleto e fugace. Come se ci si sfiorasse senza toccarsi mai.