Ognuno festeggia l’8 marzo come può…e scrostare lo strato di polvere insidiosa e deviante, dalle buone intenzioni dichiarate, è la maniera migliore per restituire alle donne il giusto riconoscimento di una intelligenza, che si continua a negare con i fatti e le furbate dei soliti spacconi. L’intervista a Giacoma Di Vito, è emblematica in questa giornata, perché incide a fondo sulle rituali litanie, troppo spesso di facciata, decorate con fasci di parole a doppia entrata e prive di autentico sentimento. La vicenda di cui Giacoma è stata protagonista naturale e vittima involontaria di una cattiva fede, che si dichiara, senza dubbio alcuno, stratificata nel tempo, lascia interdetti per la naturalezza, tipica dell’impunito, con cui qualcuno ha dichiarato la partecipazione ad una nobile mission, come quella che ispira i centri e gli sportelli antiviolenza, per confondere le idee e raggiungere uno scopo che si rivelerà paradossalmente, quello di imbrogliare proprio una donna…anzi due donne…quindi usando violenza nei confronti della loro buona fede, della loro intelligenza e della loro dignità…una violenza che lascerà la dimensione virtuale per tradursi in insulti e minacce nel momento in cui quelle stesse donne, alla cui buona fede si è attentato, oseranno eccepire… Quale maniera migliore di festeggiare l’8 marzo e più efficace, di quella che stana pubblicamente quattro buffoni che, in nome delle donne, agiscono de facto secondo una scuola di pensiero che colloca le donne stesse, nei sottoscala dell’intelligenza? Complimenti e buon 8 marzo a tutti, alle donne perché è il loro giorno e a chi pensa che le donne abbiano l’anello al naso affinché questo giorno non lo dimentichino mai più…Hasta la vista!