– di Francesca Nardi –
È sempre una questione di stile e di misura…lo stile è rimasto a dimora in qualche scaffale polveroso del secolo scorso e la misura continuiamo a perderla a pezzi, seminandola come le briciole di Pollicino. A furia di perdonarci ed assolverci in nome dei tempi che cambiano, svolgiamo i compiti che la sorte o la fortuna, ci hanno assegnati, alla stregua di grezzi monoliti dotati di mobilità e privi di educazione, sensibilità e cervello. Dalla facoltà di abbozzare un pensiero, passiamo direttamente all’errore, saltando le tappe intermedie ed indispensabili alla conoscenza del bene e del male. Ma il politico ignorante e saccente è responsabile del disastro attuale, meno di noi che, per una serie di ragioni indefinibili ma facilmente intuibili, lo abbiamo delegato a fare ciò che sa fare, come se fosse scontato che sappia cosa fare, con il mesto risultato che alla fine, lo avremmo delegato a fare i fatti suoi e possibilmente a darcene una fetta, rigorosamente in privato…Ma ci rendiamo conto di quanto pericolosa e vasta sia la palude dell’ignoranza di ritorno, in cui stiamo affogando come topi?, No!…non ci rendiamo conto di nulla che vada al di là del momentaneo e bieco beneficio, cui decenni di degrado politico e di corruzione allargata a tutti i livelli, ci hanno abituato a considerare. La “settimana bianca” in cui i grandi elettori de noautri, hanno fatto la ruota come se dovessero sfilare per Dior, ha rappresentato la più articolata e dettagliata dimostrazione del livello assai “modesto”, della qualità politica dei nostri tribuni. Gli eccessi hanno caratterizzato ogni posizione in eccesso o in difetto, cancellando con un netto, rapido e preciso, colpo di spugna, appunto…stile e misura. Che Giorgia Meloni mirasse dritto alle elezioni non era un mistero per nessuno e che vi mirasse per raggiungere la carica di Presidente del Consiglio era evidente, ma che la sua posizione assai poco strategica ed equilibrata nei confronti della pandemia avesse compromesso in parte il massiccio consenso del giorno prima, per la stessa Meloni non sembrava affatto evidente…come né lei né Salvini avevano messo in conto che, forse, il bravo Taiani, con la sua faccia di pasqua apparente, avesse altre mire… Salvini sbaglia i conti, la Meloni continua ad essere una furia, scade leggermente nei toni quando parla del “No Mattarella” e resta all’opposizione, indebolita dall’assenza di ciò che alla fine dei conti, ha sempre un peso specifico notevole: lo stile. Dimostrando senza sbavature, tutti insieme, che il famoso Bel Paese, sostanzialmente non interessa a nessuno, i partiti dell’arco costituzionale hanno dimostrato che non esistono, sono soltanto bozze scontornate, tentativi annoiati di imitazione, ed i loro rappresentanti soltanto dopo essersi spremuti le meningi tutti insieme, sono riusciti a convincersi che la maniera migliore per non far correre il rischio all’Italia di diventare il “pazziariello” dell’orbe terracqueo, era quello di non correre rischi…e senza accorgersi, presuntuosi, arroganti ed ignoranti (nel senso che ignorano ciò che è necessario) ma tanto carucci, che erano teleguidati dall’unico vero stratega politico, che mugola come un riccio in amore, quando dicono che non è un politico, S.E.I. Mario Draghi, hanno deciso con grande “serietà e consapevolezza” (sic) che l’unica soluzione degna di un Paese civile, era la rielezione di Sergio Mattarella…Andate avanti voi perché a noi vien da ridere…E non finisce qui perché da quel momento in poi, dopo la rielezione liberatoria, toltosi il peso terribile dallo stomaco, sono iniziate le litanie pietose e melense e tutti all’improvviso, hanno iniziato a ballare sulle loro frattaglie dialettiche e si sono appiccicati addosso le medagliette del caso. Tutti avevano vinto, sicuri che l’unico che aveva vinto davvero non li avrebbe mai smentiti ma, da oggi in poi… davvero non avrà alcun bisogno neppure di far finta di dover mediare. Lui è e lui decide. O no? E sicuramente sarà la cosa migliore che ci possa capitare! Hasta la vista!