OMICIDIO DI DINO REATTI: LA TELEFONATA AL 118 DI SONIA MARIA BRACCIALE

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di Ursula Franco

Screenshot 2022 01 22 21 14 56 70 40deb401b9ffe8e1df2f1cc5ba480b12 OMICIDIO DI DINO REATTI: LA TELEFONATA AL 118 DI SONIA MARIA BRACCIALESonia Maria Bracciale, nata in San Pietro Vertonico il 29 aprile 1968, è stata condannata in via definitiva a 21 anni e 2 mesi di carcere per omicidio volontario in concorso del marito Dino Reatti, omicidio aggravato dalle condizioni di minorata difesa della vittima e dal rapporto di coniugio. Il Reatti è stato ucciso a sprangate nel giardino della loro casa di Ansola nella notte tra il 7 e l’8 giugno 2012 da Giuseppe Trombetta e Thomas Sanna, condannati rispettivamente a 16 e a 14 anni.

Poco dopo il pestaggio del marito Dino Reatti da parte del Trombetta e del Sanna, Sonia Maria Bracciale chiamò i soccorsi. Di seguito gli scambi tra lei e le operatrici del 118:

Premessa

Grazie alla casistica in tema di telefonate di soccorso sappiamo cosa aspettarci da chi chiama, per questo motivo il materiale d’analisi vero e proprio è ciò che risulta “inaspettato”. 

Ci aspettiamo che chi chiama sia alterato, insistente e che soprattutto chieda aiuto per la vittima. Ci aspettiamo anche che imprechi e dica parolacce, che non attenda la fine della domanda dell’operatore per esplicitare una richiesta d’aiuto.

Non ci aspettiamo che chi chiama si perda in superflui convenevoli né che chieda aiuto per sé o che senta il bisogno di collocarsi dalla parte dei “buoni” ovvero di coloro che vogliono il bene per la vittima.

Operatore: Autoambulanza?

Sonia Maria Bracciale: Buonasera e… e… e… aspett… Pronto! 

Operatore: Dica.

Sonia Maria Bracciale: Pronto! Per favore, subito in codice rosso e c’è stata un’aggressione a casa, c’è sangue per terra, c’è un uomo per te…

La Bracciale, invece di dire “Il mio ex marito Dino è ferito e ha bisogno di cure” e magari “che cosa posso fare per aiutarlo?”:

1) Ha esordito con un inaspettato “Buonasera” e ha poi aggiunto “Per favore”. I convenevoli sono sospetti o quantomeno fuori luogo in una tellefonata di soccorso, vengono infatti spesso usati dagli autori dei reati per ingraziarsi l’operatore al fine di allontanare i sospetti da sé.

2) Ha preso tempo per pensare a cosa dire “e… e… e… aspett… Pronto! Pronto!”.

3) Ha detto “subito”, una parola che tradisce apprensione e urgenza ma che fa a pugni con “Buonasera”, con le pause per pensare “e… e… e… aspett… Pronto! Pronto!” e con la fredda valutazione del livello di urgenza del caso che ha fornito attribuendo il codice colore che stabilisce l’ordine di accesso alle cure all’arrivo in ospedale, “codice rosso”: molto critico, pericolo di vita, priorità massima, accesso immediato alle cure.

4) Ha definito suo marito “un uomo” e che lo ha introdotto solo dopo aver riferito dell’aggressione e del sangue a terra. Perché la Bracciale ha detto “c’è stata un’aggressione” invece di “il mio ex marito è stato aggredito”? Perché la Bracciale ha detto “c’è sangue per terra” invece di “il mio ex marito perde sangue”?

In questo contesto “subito” potrebbe rivelare un bisogno della Bracciale, quello di collocarsi dalla parte di coloro che vogliono il bene della vittima.

Operatore: Signora, non urli che non si capisce nulla, rimanga al telefono, un attimo.

Si noti che è l’operatrice ad introdurre il termine “Signora”.

Sonia Maria Bracciale: Ok… sì, grazie.

Il “sì” è superfluo, il “grazie” è inaspettato in un contesto di urgenza, di “codice rosso” per usare le parole della Bracciale. Sonia Bracciale sente il bisogno di ingraziarsi l’operatrice?

(Sonia Maria Bracciale si rivolge alla propria sorella: Chiama la… i carabinieri).

Operatore 58: Operatore 58, da che comune mi chiama?

Sonia Maria Bracciale: Ansola dell’Emilia, con urgenza, un 118.

Operatore 58: In che via? In che via?

Sonia Maria Bracciale: Via Turrini 47, signora.

Operatore 58: Signora, la famiglia come vi chiamate?

Sonia Maria Bracciale: Reatti Bracciale.

Operatore 58: Ascolti, siete a Santa Maria in strada o ad Ansola?

Sonia Maria Bracciale: Santa Maria in strada

Operatore 58: Reatti Bracciale, ascolti, cosa è successo?

Sonia Maria Bracciale: Bracciale Guarini, per la verità, Reatti non c’è… c’è stata un’aggressione, non lo so, io ho trovato il mio ex marito fuori dalla… da… da casa tumefatto, non so che cosa sia successo.

E’ inaspettato che la Bracciale dica “c’è stata un’aggressione” invece di “il mio ex marito è stato aggredito”.

Operatore 58: Ma è cosciente, signora?

Sonia Maria Bracciale: No, non è cosciente, signora, c’è p… c’è perdita di s… c’è di… sangue, codice rosso.

E’ inaspettato che la Bracciale dica “c’è p… c’è perdita di s… c’è di… sangue, codice rosso” invece di “perde sangue”.

Operatore 58: Signora, l’ambulanza è partita, guardi se respira.

Sonia Maria Bracciale: Non respira, fa fatica a respirare perché è malato di cuore, signora.

E’ vero che è stata l’operatrice ad introdurre il termine “Signora”, perché però la Bracciale l’ha poi usato ripetutamente nonostante l’urgenza? Aveva necessità di ingraziarsi l’operatrice? Perché?

Operatore 58: Stanno arrivando, salve.

Sonia Maria Bracciale: Graziee!

Un altro inaspettato “Graziee!”.

E ora vediamo che cosa ha detto la Bracciale nel 2020 alla giornalista Franca Leosini durante l’intervista che le ha rilasciato in carcere:

Franca Leosini: Quando ha visto suo marito lì per terra massacrato, lei gliel’ha dato un nome, gliel’ha dato un volto a chi l’aveva ridotto in quello stato?

Una domanda chiusa che prevede un “No” o un “Sì” come risposta.

Sonia Maria Bracciale: Io ho detto solo: “Cosa ti hanno fatto? Hai visto che brutto giro ti sei messo!? Hai visto cosa ti hanno fatto!? Dimmi, dimmi, parlami amore, dimmi chi… chi è stato?”. Io gliel’ho detto questo, io gliel’ho chie… lui cercava di potermi parlare, faceva così in bocca, non riusciva a parlare, quando mmm… quando lui io l’ho rimesso a terra, io gli dicevo: “Dimmi”, e intanto mi guardavo. Perché mi guardavo? Perché dietro alle spalle c’era buio, c’era… c’era terreno, la luce mia lì non arrivava, avevo paura, però non sapevo cosa fare, non c’era una macchine, non c’era nessuno, era qualcuno nascosto (…)

La Bracciale non risponde a tono alla Leosini ma cerca di portare a casa un punto ovvero prova a convincerla di aver creduto che a picchiare a morte il marito fossero stati soggetti appartenenti ad un “brutto giro” da lui frequentato.

Si noti “parlami amore”, sono due i casi: o la Bracciale falsifica adesso o si rivolse così al povero Dino in quanto temeva che lo stesso potesse sospettare di lei, “amore” è infatti un termine incompatibile con ciò che emerge dalla registrazione della telefonata al 118. La Bracciale infatti pochi minuti prima, al telefono con l’operatrice del 118, aveva definito la vittima “un uomo” e “il mio ex marito” seppure non fossero ancora legalmente separati. “La Corte territoriale aveva infatti accertato che il rapporto di coniugio fra la Bracciale ed il Reatti era ancora in essere all’epoca dei fatti, posto che, al momento dell’omicidio, 1’8 giugno 2012, non si era ancora celebrata la prima udienza del processo di separazione, fissata al 20 settembre 2012” (Penale Sent. Sez. 5 Num. 5347 Anno 2018).

Perché la Bracciale sente il bisogno di aggiungere “e intanto mi guardavo. Perché mi guardavo? Perché dietro alle spalle c’era buio, c’era… c’era terreno, la luce mia lì non arrivava, avevo paura, però non sapevo cosa fare, non c’era una macchine, non c’era nessuno, era qualcuno nascosto”? Perché si chiede “Perché mi guardavo?”? Sta forse falsificando? Chi falsifica infatti fornisce dei “perché” a supporto delle proprie ricostruzioni dei fatti, lo fa per strutturarle.

Sonia Maria Bracciale: Ma io dottoressa non ho chiesto neanche i giorni della liberazione anticipata, perché? Perché voglio uscire assolta perché non ho fatto nulla, perché non ho detto nulla che potesse far del male a mio marito e lo dico da tanti anni.

“perché non ho fatto nulla” e “perché non ho detto nulla che potesse far del male a mio marito” non sono negazioni credibili. In questo stralcio la Bracciale non solo non ha negato in modo credibile di essere la mandante del mortale pestaggio del marito ma ha mostrato di avere bisogno di convincere.

Franca Leosini: Ma poi come avrebbe fatto suo marito, diciamo, a capire che quella brutale mazziata che gli proveniva da due individui che, così, emersi dal nulla, doveva avere come finalità quella di risarcirla in qualche modo delle violenze, dei maltrattamenti che lei aveva subito?

Una domanda che permetterebbe alla Bracciale di negare di essere la mandante del mortale pestaggio e di fermare il flusso delle domande della Leosini.

Sonia Maria Bracciale: Mio marito non l’avrebbe mai capito perché… cioè… io con mio marito non ho mai avuto atteggiamenti del genere, non ho mai avuto eee che ne so, minacce, sì, ogni tanto, vabbè, le botte, lui a me, io una volta a lui però, io ho sempre… sono stata sempre eee… ligia al mio dovere di moglie e mio marito non avrebbe mai pensato una cosa del genere, che fossi stata io.

Invece di negare, la Bracciale risponde.

Franca Leosini: Un’altra cosa, scusi, Sonia, suo marito e Sanna si conoscevano?

Sonia Maria Bracciale: Sì.

Franca Leosini: Quindi se suo marito fosse sopravvissuto a quella mazziata…

Sonia Maria Bracciale: Sì, sì.

Franca Leosini:… io dico mazziata, a quelle botte, non l’avrebbe poi riconosciuto Sanna?

Sonia Maria Bracciale: No.

Franca Leosini: Come no?

Sonia Maria Bracciale: No.

Franca Leosini: Scusi?

Sonia Maria Bracciale: No.

Franca Leosini: Si conoscevano, Trombetta non lo conosceva suo marito…

Sonia Maria Bracciale: No.

Franca Leosini:… suo marito non conosceva Trombetta però suo marito conosceva Sanna

Sonia Maria Bracciale: Sì.

Franca Leosini: Se suo marito fosse sopravvissuto avrebbe riconosciuto Sanna, eh lo conosceva…

Sonia Maria Bracciale: Certo.

Franca Leosini:… quindi doveva morire suo marito.

Sonia Maria Bracciale: Sì, però io le dico… che quella notte lì… io vidi delle persone vestite di nero, dottoressa… erano travisate cioè…

Come “Sì”? Perché la Bracciale chiama il Trombetta e il Sanna “persone”? Perché la sua disposizione linguistica nei loro confronti è neutrale?

Perché la Bracciale si autocensura? E’ in un vicolo cieco?

I due aggressori non erano travisati, “Trombetta e Sanna avevano programmato di agire a volto scoperto (rischiando così la denuncia del Reatti, qualora fosse sopravvissuto) ma i due avevano anche deciso di agire di notte e di tranciare i fili della luce che illuminava il passaggio lungo il quale avevano deciso di sorprendere Reatti; e così avevano fatto” (Penale Sent. Sez. 5 Num. 5347 Anno 2018).

Franca Leosini: Saranno travisate ma erano loro signora… signora Sonia.

La Leosini parla al presente.

Sonia Maria Bracciale: Eeee io non lo so perché pensavo fosse il giro del… di mio marito…

La Bracciale parla prima al presente, poi al passato. La risposta non è analizzabile in quanto potrebbe essere stata la Leosini ad indurre la Bracciale ad usare il presente.

Franca Leosini: E come non lo sa? Siamo qui per questo.

Sonia Maria Bracciale: Anche perché…

La Bracciale non si corregge, non dice “non lo sapevo” ma aggiunge due parole e si autocensura, preferisce far cadere il tema trattato posto che si è incartata.

Sonia Maria Bracciale: Lavoro in sartoria (…) “Gomito a Gomito” è un’associazione Onlus poi sto studiando giurisprudenza infatti… giurisprudenza, voglio diventare avvocato… quindi… penalista naturalmente (…) però se sono a studiare giurisprudenza è perché credo… ancora, nella giustizia.

“credo… ancora nella giustizia” sono parole della Bracciale e rimandano a quelle pronunciate da Raniero Busco dopo la sua assoluzione in Appello “La giustiziaaa… in questo caso, secondo me, ha fallito”.

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Medico chirurgo e criminologo, allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari