I DATI RICAVATI DAL WEEK END DI SCREENING DANNO RAGIONE AL SINDACO DISOBBEDIENTE DI CELLOLE
– di Giulia Bosco –
Il fine settimana appena trascorso, è stato caratterizzato da un intensa attività di controlli sulla popolazione studentesca per la ricerca di contagiati da covid-19; nella zona dell’estrema provincia di Caserta, i comuni interessati sono stati Sessa Aurunca e Cellole, ma anche la vicina Roccamonfina.
L’intento delle fasce tricolori è stato quello di verificare quanti studenti, inconsapevolmente, erano già contagiati dal virus – che, lo ricordiamo, in questa variante Omicron, molto spesso si presenta con sintomatologia lieve o paucisintomatica, e in alcuni casi anche in forma asintomatica – in modo da evitare che potessero riprodurre il contagio sul resto della popolazione studentesca.
Bene, ma non benissimo.
Il perché, è presto detto; a Sessa Aurunca, su di 1172 tamponi eseguiti presso il drive in allestito nei pressi del campo Prassino, sono stati rilevato 103 positivi.
Il dato prossimo al 10% di positivi rispetto ai tamponi effettuati, non è per niente rappresentativo e rassicurante, perché la popolazione studentesca sessana è di gran lunga più numerosa di 1172 unità ed ai test gratuiti offerti dall’amministrazione comunale, hanno risposto in larga maggioranza studenti residenti a Sessa centro, lasciando quindi nell’incertezza relativamente al numero di eventuali contagi, i numerosi plessi periferici presenti nelle frazioni del comune aurunco – così come rilevato, con alcuni post, anche da docenti sessani preoccupati dai dati rinvenuti.
Dicevamo quindi che in una paradossale disfida in campo di covid, Di Iorio sindaco di Sessa, batte Di Leone Sindaco di Cellole 103 a 3, questo perché nello stesso fine settimana, nel comune di Cellole sono stati rilevati solamente 3 casi di studenti positivi su 522 tamponi eseguiti; leggermente peggio di Cellole è la situazione di Roccamonfina dove su 150 tamponi eseguiti, sono stati rilevati 4 casi di positività.
Perché abbiamo voluto immaginare questa inverosimile “partita” tra i due sindaci. Perché nonostante entrambi i primi cittadini avessero emanato ordinanze di sospensione delle attività scolastiche in presenza, uno dei due – Di Leone – ha tenuto la barra dritta e ha “disobbedito” alle direttive del Governo nazionale, mentre l’altro – Di Iorio – si è lasciato immediatamente intimorire dalla sospensiva del TAR Campania che bloccava di fatto l’altra ordinanza di stop alle lezioni, emanata dal Presidente De Luca, e lunedì 10 gennaio, in tarda serata, ha revocato la propria rispedendo tutti gli studenti in aula.
Risultato?
Cellole con una settimana di stop alle lezioni ha contenuto il contagio ritrovando solo 3 studenti positivi al covid, pur avendo passato settimane incandescenti sul fronte dei positivi; mentre Sessa, avendo spedito tutti i ragazzi a scuola dopo il “liberi tutti” adottato incoscientemente dalla gente durante le festività natalizie, ha registrato ben 103 positivi e chissà quanti altri ce ne saranno che non si sono sottoposti al test.
Niente da fare, se la matematica non è un’opinione, i numeri danno maledettamente ragione a Guido Di Leone, il quale però non è scevro da ogni colpa perché, a nostro parer,e avrebbe pure potuto risparmiarsi qualche mercatino o qualche concertino natalizio…ma tant’è!
Similmente si può analizzare la situazione della vicina ma decentrata Roccamonfina rispetto al buon risultato di Cellole, con il sindaco Montefusco anch’egli annoverato nella pattuglia dei sindaci “ribelli”.
Pessima figura invece per Lorenzo Di Iorio e per la sua squadra, incapaci di tenere fede alle loro azioni, avendo dimostrato una pavidità più unica che rara.
Sindaco Di Iorio, qualcuno le ha spiegato che per legge Lei ha la responsabilità sanitaria sia del territorio che amministra sia delle persone che lo abitano e che in virtù dei poteri che sempre la legge Le conferisce può emettere ordinanze a tutatela di questi principi?
Evidentemente il sindaco di Sessa non legge ciò che qualcuno scrive al posto suo nella pagina facebook a lui intestata – è notorio infatti il cattivo rapporto del primo cittadino con la lingua italiana. Leggiamo pertanto: “Solo prestando attenzione e buonsenso possiamo continuare a vivere la nostra quotidianità…”;solo pochi giorni prima aveva scritto di aver preso atto del pronunciamento del TAR ma di non essere d’accordo…tutti si sarebbero aspettati un fermo gesto di disobbedienza al pari dei sui due colleghi Montefusco e Di Leone.
Invece nulla, solo un’abiura delle sue stesse parole; quando, per utilizzare le sue parole, proprio utilizzando il buon senso, i primi cittadini di due comuni a lei vicini, hanno potuto garantire una quotidianità più normale ai propri cittadini, ai propri studenti ed alle proprie famiglie.
Chissà poi perché uno vuole fare il sindaco “per caso”!