CASERTA – Sarà presentato sabato 30 ottobre alle 19, presso il Centro Terre Blu, in via San Nicola 27 a Caserta, il romanzo di Eugenio Tescione “Il mansionario dell’umanista”.
La notte laboriosa di un professore universitario, esperto di numeri tabelle e percentuali, viene sconvolta dal trovare tra le sue carte un insieme di fogli disordinati, dove sono abbozzate liriche relazioni di vita di donne e uomini impegnati a sostenere le fatiche del lavoro. Il mansionario che così si delinea è dunque il resoconto del particolare presente, che reiterate e fredde definizioni sociologiche tendono a normalizzare, così come dell’universale racchiuso nelle istituzioni, realizzazioni consolatorie che si alimentano d’una necessaria violenza. Ma è anche il tentativo di un recupero sognante di una dimensione possibile dell’organizzazione umana, una dimensione che le parole (contenitori sonori del pensiero e delle emozioni dell’uomo) costruiscono incessantemente per dare vita al sentimento di essere al mondo, e per tollerare l’ordine implacabile che la direzione del lavoro dell’universo impone.
È infine la storia di un parricidio, ossia dell’amorosa compiacenza che tra carnefice e vittima realizza un incruento atto simbolico, rito di fondazione e di passaggio sempre necessario per pensare e rendere fruttuoso il futuro.
Il Mansionario di Eugenio Tescione è il terzo volume, dopo i racconti di Marilena Lucente e di Sante Roperto, pubblicato nella collana “amoR letoH” che la casa editrice Terre Blu dedica ai narratori italiani contemporanei. A presentarlo saranno Paola Servillo e Beniamino Servino.
L’autore è psicoterapeuta di formazione psicoanalitica. Tra le sue pubblicazioni recenti ci sono saggi, editi in volumi e in riviste di settore, che abbracciano argomenti specialistici della psicoanalisi e sue relazioni con l’interpretazione delle opere d’arte. Suoi scritti sono apparsi anche in riviste letterarie. Questa è la sua prima opera narrativa.
L’evento rientra nella rassegna “DERIVE. Festival sulla narrazione del contemporaneo e la trasversalità dei linguaggi”, realizzato in collaborazione con il dipartimento DiLBeC dell’Università Vanvitelli della Campania e l’Ordine degli Architetti della provincia di Caserta, e cofinanziato dalla Regione Campania.
Giunto alla sua quinta edizione, il festival scaturisce dalla ricerca che Terre Blu conduce da anni sulle produzioni artistiche e culturali, le discipline e le conoscenze che caratterizzano il mondo contemporaneo. Punto focale e mission della manifestazione sono la trasversalità e l’interazione tra i saperi. La stessa dizione “Derive” intende valorizzare ciò che resta apparentemente marginale alle tradizionali rappresentazioni, luogo di confine dai margini spesso indefiniti.
L’edizione 2021 si propone una linea di ricerca incentrata sul rapporto tra parola e immagine e sul visual storytelling come forma di narrazione e ricerca di nuovi linguaggi sperimentali, interazione tra letteratura, arti visive, fotografia, grafica, design e architettura.