– di Ursula Franco –
Fabrizio Rocchi, uno dei figli di Graziella Bartolotta, 68 anni, trovata morta in casa ad Ardea martedì scorso, è indagato per omicidio. Vediamo cosa emerge dall’intervista da lui rilasciata e andata in onda mercoledì sera a “Chi l’ha visto?”.
In Statement Analysis partiamo dal presupposto che chi parla sia “innocente de facto” e che parli per essere compreso. Pertanto, da un “innocente de facto” indagato per omicidio ci aspettiamo che neghi in modo credibile e che lo faccia spontaneamente. Ci aspettiamo anche che nel suo linguaggio non siano presenti indicatori caratteristici delle dichiarazioni di coloro che non dicono il vero.
Un “innocente de facto” non ci sorprenderà, negherà in modo credibile sin dalle prime battute.
Un “innocente de facto” mostrerà di possedere la protezione del cosiddetto “muro della verità” (wall of truth), che è un’impenetrabile barriera psicologica che permette ai soggetti che dicono il vero di limitarsi a rispondere con poche parole in quanto gli stessi non hanno necessità di convincere nessuno di niente.
Una negazione è credibile quando è spontanea, ovvero non è pronunciata ripetendo a pappagallo le parole dell’interlocutore.
In sintesi, da Fabrizio Rocchi ci aspettiamo che neghi in modo credibile di aver ucciso sua madre Graziella e che possegga il cosiddetto “muro della verità”.
La frase “io non ho ucciso mia madre” o “io non ho ucciso mia madre”, seguita dalla frase “sto dicendo la verità” o “ho detto la verità” riferita a “io non ho ucciso mia madre”, è una negazione credibile. Anche “io non ho ucciso mia madre, sto dicendo la verità, sono innocente” è da considerarsi una negazione credibile.
Fabrizio Rocchi: “(…) mamma purtroppo aveva… tante patologie e non stava bene, quindi ho preferitooo… allontanarmi un po’ da Roma, comprare una casa un po’ più grande e poterla dividere in 2 appartamenti, io… io sotto e lei sopra.
Il Rocchi non è balbuziente pertanto il balbettio sul pronome personale “io”, una tra le parole più pronunciate da noi tutti, ci rivela che l’uomo è sotto stress.
Giornalista: Quindi veniva spesso a trovare mamma.
Fabrizio Rocchi: “Sì… poiii sa quante notti purtroppo cadeva e, da… dal bagno, me… me batteva: “Fabrizio!”, io… correvo fori e andavo a raccoglierla… gli mettevo il ghiaccio, la rimettevo a letto eee s… l’ho fatto apposta proprio per stare sempre accanto a mamma, tutto qua.
Si noti che, nel tentativo di accreditare l’ipotesi dell’incidente, il Rocchi non si limita a rispondere alla domanda con un “Sì”, come ci saremmo aspettati, ma anticipa la risposta ad una possibile domanda della giornalista raccontando di precedenti cadute della madre.
In aggiunta il Rocchi si dipinge come un “Good Guy”. Si tratta del “Good Guy/Bad Guy Factor”. Che cosa ci rivela il fatto che un soggetto senta il bisogno di rappresentarsi come un “Good Guy”? Ci rivela che il soggetto in questione ha la coscienza sporca, che è consapevole di non essersi comportato da “Good Guy”, in un certo senso è una forma di “Leakage”. Per “Leakage” si intende il rilascio involontario di informazioni che che stazionano nella mente di chi parla. E che informazioni stazionano nella mente di chi sente il bisogno di descriversi come un “Good Guy”? Quelle relative ai propri comportamenti da “Bad Guy”.
Si noti che in precedenza il Rocchi aveva riferito alla giornalista di aver comprato una casa più grande per poterla dividere in due appartamenti, al termine di questa seconda risposta riprende quel tema aggiungendo “l’ho fatto apposta proprio per stare sempre accanto a mamma”, un segnale del fatto che non riesce ad andare oltre, che desidera spiegarsi meglio, che è sotto stress, che è in stato d’allerta.
Le parole “tutto qua” rivelano un imbarazzo.
Giornalista: Che può essere successo? Quando è morta mamma perché ci sono tante informazioni che si rincorrono?
Fabrizio Rocchi: Siccome lei è capocciona, ha pensato, secondo me, di andasse a fa’ una bella doccia, de lavasse almeno a pezzi tutto quanto eeee lavasse tu… tutto quello che fa sempre.
E’ inaspettato che proprio in questa occasione il Rocchi, seppur bonariamente, biasimi la vittima definendola “capocciona”. Peraltro la donna è stata colpita dal suo assassino proprio in testa.
Giornalista: Quindi mamma è autonoma, era autonoma da questo punto di vista?
Fabrizio Rocchi: No, no assolutamente, cammina… cammina col girello ma cammina tipo che da qua a là ci mette 20 min (saluta un passante: “Ciao”) eeee mmm fa… veniva aiutata da l’assistenti sociali e da questa ragazza che gli cucinava, gli puliva casa, gli rifaceva il letto, li faceva tutto lei praticamente, lei ormai eraa… un vegetale sul letto, mamma, e però io cerca… sprona… la spronavo dicendo “Mamma, alzate, perché un è… cioè… ti devi alza’ perché sennòò… mmm” e la mia idea è stata quella inizialmente che… che fosse… se fosse alzata per anda’ al bagno eee cominciasse a lava’, è scivolata come è scivolata più … più di… più di tante volte, sa quanti bozzi gli ho trovato in testa che è… che è caduta, in più quando che è c… caduta e si è rotta la gamba, abbiamo passato due anni d’inferno.
Si noti “e però io cerca… sprona… la spronavo dicendo “Mamma, alzate, perché un è… cioè… ti devi alza’ perché sennòò… mmm”. E’ inaspettato che il Rocchi, proprio in occasione della sua morte, elenchi ciò che non andava nella vittima.
Si noti che il Rocchi riferisce la sua idea iniziale, ha quindi cambiato idea? Perché non riferire ciò che invece pensa adesso?
Si noti “cominciasse a lava’”, perché “cominciasse”? Qualcuno gli ha forse detto che la madre è stato trovata in bagno vestita?
Per la seconda volta il Rocchi racconta alla giornalista delle molteplici cadute accidentali della madre “come è scivolata più … più di… più di tante volte, sa quanti bozzi gli ho trovato in testa che è… che è caduta”, lo fa per accreditare l’incidente, perché?
E’ inaspettato che, proprio in questa occasione, il Rocchi continui a biasimare la vittima “in più quando che è c… caduta e si è rotta la gamba, abbiamo passato due anni d’inferno”.
Giornalista: Ci può raccontare bene quello che è successo?
Una bella domanda che permetterà al Rocchi di cominciare il suo racconto da dove crede.
Fabrizio Rocchi: Eh praticamente io quella mattina alle 8 (interrotto)
Giornalista: Sempre ieri mattina parliamo di martedì.
E’ della mattina del martedì che stava parlando il Rocchi, in ogni caso non andava interrotto comunque neanche se avesse cominciato il racconto da un altro momento, interrompere un intervistato è sempre un errore perché proprio nelle tirate oratorie si pescano informazioni utili a ricostruire i fatti, esortarlo a cominciare il proprio racconto da un momento preciso è un altro errore perché è di interesse investigativo capire da dove iniziano i fatti per un intervistato, interrogato, testimone, sospettato che sia.
Fabrizio Rocchi: Sempre… sì, sempre ieri mattina, io ho una bustina e u… il planning se… settimanale del lavoro, che dovevo anda’ a fare dei giardini, sono entrato ee… per dare la notizia a mamma che gli avevo prenotato le… le medicine e gli ho detto “Non ci manda’ Loredana – la badante – ma ci vado io, stai tranquilla”, ci siamo… me so’… me so’ messo seduto, gli ho rubato un goccio di caffè, mi ha pure strillato dicendo “Aho non mi beve tutto il caffè” eee me ne so’ andato con questa bustina, l’ho messa su… sul furgone, so’ andato a prende’ un gratta e vinci, che ho pure vinto 50 euro che era meglio che non le vincevo eee però siccome m’ero dimenticato il planning, so’ tornato, sono rientrato di nuovo (…) eeee questo è quello che è successo, io alle 8.45 ho salutato il vicino di casa chee stava affacciato e me ne so andato al lavorooo all’Infernetto, poi alle 4 e mezza mi è arrivata la telefona de… della badante e co… non so se già gliel’ho detto, e m’ha detto che l’ha trovata in un… lago de sangue (…) ho detto: “Ho capito ma alzala, tirala su, chiama subito l’ambulanza, fa veni’ subito l’ambulanza”, perché io m’ero me… intanto avevo caricato e m’ero messo alla guida e… poi l’ho richiamata dicendo “Allora come va? Come va? S’è svegliata? Come va? Tutto a posto?,” dice: “Mamma è morta”, “Come, Mamma è morta!?”, le… e niente, questo è tutto.
Il Rocchi, che è capace di coniugare i verbi al passato, invece di dire “io avevo una bustina e il planning”, dice “io ho una bustina e u… il planning”. In Statement Analysis analizziamo i tempi verbali utilizzati da un soggetto invitato a rievocare un evento accaduto, eventuali dichiarazioni in cui il verbo venga coniugato al presente sono da considerarsi non credibili, chi falsifica infatti usa spesso il verbo al presente perché non pesca nella propria memoria esperenziale.
Il fatto che il Rocchi riferisca di aver detto alla madre “stai tranquilla” ci fa naturalmente supporre che la donna non fosse “tranquilla”. Il fatto che il Rocchi abbia detto “me so’ messo seduto” è rivelatore di una tensione tra i due, infatti ogni riferimento verbale alla postura di un soggetto è un’indicazione di un incremento della tensione.
Il Rocchi ha detto “gli ho rubato un goccio di caffè, mi ha pure strillato dicendo <Aho non mi beve tutto il caffè>”, parole che lascerebbero supporre che la madre si fosse fatta un caffè e lo stesse bevendo. Il Rocchi infatti non ha detto né di averle portato un caffè né di averglielo preparato in casa sua ed in un’altra intervista ha invece detto: “avendola svegliata, diciamo, due volte quella mattina”. Quindi la madre dormiva? Perché indebolisce la sua dichiarazione con “diciamo”?
Si noti l’autocensura dopo le parole “ci siamo”, potrebbe essere una conferma del fatto che il Rocchi non ha pescato nella propria memoria esperenziale riguardo al caffè e che proprio da quel “ci siamo…” cominciasse a falsificare.
La frase “io alle 8.45 ho salutato il vicino di casa che stava affacciato” è rivelatrice di uno stato d’allerta del Rocchi.
Il Rocchi ha riferito che la badante gli disse che la madre era in “un lago di sangue” non che fosse priva di coscienza. E allora perché il Rocchi le chiese se si fosse svegliata? Come poteva sapere che era priva di coscienza?
“e niente… questo è tutto” sono parole che rivelano imbarazzo.
Giornalista: Lei prima Fabrizio faceva accenno ad una telecamera che c’è…
Fabrizio Rocchi: Sì, c’è una piccola telecamera posta lì che inquadra praticamente giusto l’entrata appena appena qua del cancelletto.
Giornalista: Ed è stato visto, è stato ripreso soltanto lei, immagino la badante.
Fabrizio Rocchi: Sì, dicono… ma no… sì, la badante dopo quando ha trovato mamma, eeee dicono che loro ha… inizialmente hanno detto che loro c’hanno una telecamera per tutto, quindii hanno visto tutti i miei movimenti ma io i movimenti che gli ho detto, glieli ho detti chiari e tondi, io questo ho fatto, non ho fatto né più né meno.
Giornalista: In un primo momento hanno sospettato potesse entrarci lei.
Fabrizio Rocchi: Sì, decisamente, mmm pens… mmm… sic… sì, sicuramente, anzi ci… ci metto la mano sul fuoco perché inizialmente m’hanno detto pure “Dì la verità, così prendi solo tre anni, ci tieni ai tuoi bambini?”- ho fatto… “sennò ti danno 30 anni se dici le bugie e poi scopriamo che sei stato te”- gli ho fatto: “Io sto a dì la verità, io se devo prende’ 30 anni però io di… vi dico quello che è successo e a me è successo questo, questo e questo, come vi ho raccontato è successo, quindi andrò a processo, prenderò 30 anni e me farò 30 anni, però non dico bugie perché io a mia madre… cioè io… me la sono tenuta vicino per 40 anni e secondo voi… ammazzo mamma dopo che l’ho curata io per 40 anni, me pare un mmm un paradossooo di quellii pazzeschi, cioè me la so tenuta accanto con… (…).
Perché il Rocchi non nega in modo credibile di aver ucciso sua madre? Perché è pronto a farsi 30 anni di carcere? Perché, invece di negare di aver ucciso la propria madre, torna a dipingersi come un “Good Guy”? Perché non fa riferimento all’assassino di sua madre?
Il Rocchi avrebbe potuto emettere 10 convincenti parole “io non ho ucciso mia madre, sto dicendo la verità” ed invece ha scelto di rilasciare una dichiarazione di intento manipolatorio.
Giornalista: Fabrizio, una domanda così visto che dice che tanto è stato indagato, vedo che lei ha due graffi, le hanno detto qualcosa?
La domanda da fare sarebbe stata: “Come si è procurato quei due graffi?”.
Fabrizio Rocchi: Sì, io faccio il giardiniere, ce n’hoo… 300 mila.
Una risposta di intento manipolatorio. Il Rocchi non ha detto di essersi graffiato sul posto di lavoro, ha fornito diverse informazioni alla giornalista per indurla a concludere ciò che lui è incapace di affermare.
Giornalista: Di lavoro fa il giardiniere
Fabrizio Rocchi: Sì, perché l’ultimo lavoro che ho… che ho fatto… in quel momento, è mmm una cliente che c’ha 100 vasi di rose, c’ha un’aiuola grande da qua fino a là con cactus e un’altra aiuola grande come questa con rose e vuole praticamente che io tolgo ognii… filettino d’erba.
Un’infinità di informazioni non necessarie. Il Rocchi mostra di non potersi avvalere del cosiddetto “muro della verità”.
Giornalista: Pulisca per bene.
Fabrizio Rocchi: Bravissima e quando vai per prende’ un… un trifoglio che sta nascosto sotto la Rosa, quando tiri…
Il Rocchi tenta di ingraziarsi la giornalista e continua a sperare che sia lei a tirare le conclusioni.
Giornalista: È facile.
Fabrizio Rocchi: Te fai male.
In finale, per non mentire, il Rocchi non dice “Mi sono fatto male” ma “Te fai male”.
CONCLUSIONI
Il Rocchi non ha raccontato la verità e ha mostrato di avere la coscienza sporca.
Vediamo se ti accusano da innocente come tieni banco, facile parlare sciacallando sugli altri. Se e colpevole si desume dalle prove, non da queste frescacce sceniche, vedi se ci stai o no sotto stress in quella situazione a prescindere.
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