CAMPOBASSO – Il Partito Comunista di Campobasso pone l’accento sulla crisi di uno degli stabilimenti della città e soprattutto sulle voci di delocalizzazione in Paesi dove la manodopera è più economica.
“È di pochi giorni fa la notizia della sospensione della produzione nello stabilimento Sevel di Atessa a causa di un problema di approvvigionamento di componenti. Sempre nello stesso stabilimento spirano forti venti di delocalizzazione della produzione in Polonia. Infatti alcune aziende dell’indotto hanno già cominciato ad inviare i componenti da loro prodotti a Gliwice. Le sorti della fabbrica abruzzese potrebbero avere un impatto anche sulla Stellantis di Termoli poiché qui si produce l’M 40 proprio per la Sevel. Se tale stabilimento verrà ridimensionato – si parla anche di imminenti tagli al personale – quali saranno le conseguenze per lo stabilimento molisano nel futuro immediato? È sempre più necessario generalizzare le lotte ed essere consapevoli che la politica aziendale della ex FCA, da quando questa è stata venduta ai francesi di PSA, prevede un progressivo disimpegno dall’Italia. Venendo alle questioni che riguardano più da vicino Stellantis, ci sorgono dei dubbi circa il suo futuro occupazionale. Sappiamo che nel 2024 lo stabilimento diventerà una delle Gigafactory del gruppo, e immaginiamo pure che non tutti gli attuali 2.500 operai dello stabilimento vi potranno lavorare. Vorremmo che Stellantis gettasse la maschera e rispondesse alle nostre domande! Quanti posti di lavoro verranno perduti? Fino ad ora si è parlato solo di 100 uscite volontarie, ma basta usare un po’ di logica per capire che lo stabilimento di Termoli sarà fortemente ridimensionato dato il cambiamento delle sue finalità produttive. Vi sono già state delle uscite? Se sì, quante sono? Perché non è stato istituito un meccanismo per sorvegliarle? Come al solito i padroni si permettono il lusso di nascondere le loro carte per poi metterci difronte ai fatti compiuti, ma noi cercheremo di stanarli il più possibile e, se ciò sarà necessario, inaspriremo le forme di lotta per difendere gli attuali livelli occupazionali di Termoli”.