LA STORIA DEI SANNICOLESI CHIUSA CON UN LUCCHETTO

0

di Davide Fusco

Poche strade, tanta campagna e seimila anime dedite ai campi. E’ la San Nicola in cui vissero i nostri padri/nonni. Un mondo seppellito sotto la coltre di cemento che piovve sulla città tra fine anni Novanta e inizi anni duemila. Ne restano poche tracce: la voce dei vecchi, gli antichi portoni , le edicole votive, le cave di tufo ed il museo della civiltà contadina. Esso è custode delle fatiche dei nostri avi. Andrebbe protetto ed utilizzato per raccontare ai giovani cos’era un tempo questa città; da anni non ne siamo più capaci.

Dalla fondazione ad oggi

L’inaugurò l’8 ottobre 1993 l’allora Sindaco Franco Nigro. L’assemblò chiedendo ad amici e parenti di donare alla comunità gli attrezzi agricoli ereditati dagli avi. Convincerli non fu facile, ma la sua tenacia regalò a San Nicola un museo contenente tutti gli attrezzi del villaggio che fu. Li dispose in tre aree tematiche: i campi con gli attrezzi necessari a lavorare la terra ed i suoi prodotti ; la strada con le antiche botteghe degli artigiani sannicolesi; la corte contadina con un pozzo e la relativa attrezzatura; la ricostruzione d’una dimora contadina. Il 25 dicembre 2003 vi si inaugurò un presepe comunale permanente costruito da bambini e artigiani sannicolesi. Dal 2006 la sala convegni del museo ospitò la rassegna culturale Autori di Carta da cui passarono giornalisti e uomini dello spettacolo di provata fama (Raffaele Auriemma, Gianluca Manzieri, Gianni Simeoli, Massimo Cacciari e Marco Travaglio). Nel gennaio del 2009 ottenne lo status di museo d’interesse regionale. Nel 2014 fu chiuso. Da allora, salvo rare eccezioni, non ha più riaperto.

Gli ultimi sviluppi

Nel novembre 2018 Lucio Bernardo subentrò a Domenico Sortino come assessore all’igiene urbana e alle politiche sociali. Il museo precipitava verso il baratro: porte distrutte, attrezzi mangiati dai tarli e mobili scoloriti. La prima amministrazione Marotta facilitò la vandalizzazione proteggendolo con inutili pannelli mobili di legno e lasciò che umidità e tarli corrodessero gli attrezzi. Bernardo lo restaurò avvalendosi del prezioso aiuto di Nicola Gentile e Nicola Feola. La restaurazione del museo fu celebrata con l’inaugurazione del 4 luglio 2020 cui non seguitò alcuna apertura.

La luce della speranza

Il museo è chiuso per carenza di personale. Il 25 maggio scorso il consiglio comunale diede l’ok a sette progetti volti ad impiegare i 654 percettori del reddito di cittadinanza sannicolesi in servizi alla comunità. Tra questi uno riguardante il museo. L’idea è quella di riaprirlo avvalendosi dei percettori. In questi giorni stanno svolgendo colloqui attitudinali presso un team di selezionatori che ha il compito di scegliere i più adatti a gestirlo. L’assessore Tiscione conta di riaprirlo tra settembre e ottobre. I sacrifici degli avi, la tenacia di Franco Nigro ed il bisogno di conoscere il passato dei giovani meriterebbero l’immediata apertura.