AVERSA (CE) – Nella U.O.C. del Centro Trasfusionale del PO di Aversa di cui è responsabile il dottor Saverio Misso, lavoravano, tutti con contratti da precari, 23 biologi e biotecnologi.
Ed invero, le professioniste, reclutate dall’Asl Caserta con contratti a progetto, per oltre 3 anni, sono state costrette a svolgere una vera e propria attività di lavoro subordinato dovendo espletare la prestazione lavorativa anche di notte.
Sol che si pensi che ci troviamo in una Pubblica Amministrazione tutto questo appare a dir poco inverosimile oltre che vergognoso. Improvvisamente ed ingiustificatamente, pertanto, alcune delle professioniste, donne e mamme hanno perso il lavoro. seppur come precarie.
Più precisamente, infatti, a seguito di una relazione del Responsabile Misso, l’Asl Caserta in data 25.06.2021 adottava la delibera 1051 con cui licenziava solo alcune e, più precisamente, le Dottoresse Castiello, Tonziello, D’Ambrosio, Russo, Santangelo, Martucci, Lanna, Albino, Piccolo, Puorto, Verde e Minerva.
Tutte le altre, tra cui la dottoressa Rita Tomeo, compagna del Responsabile dottor Misso si salvano dal licenziamento e continuano a lavorare all’Asl Caserta.
La vicenda lavorativa, inevitabilmente, si intreccia con questioni personali e familiari sol che si pensi che la Tomeo quando ha sottoscritto il contratto di lavoro ha dichiarato di non avere alcun motivo di incompatibilità ed inconferibilità dell’incarico ed anche l’Asl nel certificarlo non si è “accorta” del problema.
Inoltre anche le procedure selettive in cui, la Tomeo, si è classificata seconda furono a suo tempo predisposte dal compagno. Insomma una tragica vicenda lavorativa che si tinge di rosa ma anche di grigio, considerato quanto sia nebulosa tutta la vicenda.
Le “sfortunate” biologhe si sono rivolte allo studio legale dell’avvocato Paolo Galluccio esperto in questioni sanitarie, il quale, non solo ha impugnato il licenziamento ma ha richiesto centinaia di migliaia di euro all’Asl in quanto, le professioniste, seppur assunte con contratti a progetto, di fatto, sono state delle lavoratrici subordinate ed addirittura forse unico caso in Italia, costrette anche a fare le notti.
In ragione dello sfruttamento ma anche del modus operandi illegittimo dell’Azienda è stato compulsato anche l’Ispettorato Territoriale del lavoro di Caserta proprio per accertare le gravissime violazioni contrattuali. Come spesso capita nelle Pubbliche Amministrazioni a vicende squisitamente lavorative si intrecciano questioni di parentopoli.