PIEDIMONTE MATESE – C’era anche un pezzo di Piedimonte Matese, del grande cuore e della grande memoria del capoluogo matesino, alla cerimonia di intitolazione dell’ex via Aurelia Nord, nella frazione Braccagni di Grosseto, al questore Maria Alessandra Barbantini, svoltasi nei giorni scorsi nel capoluogo maremmano, in occasione del ventiquattresimo anniversario della scomparsa della consorte di Pasquale Sposato, piedimontese doc e già Questore di Siena. È toccato al sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, all’assessore alla Toponomastica, Giacomo Cerboni, e al marito con i familiari tutti, scoprire la targa con il toponimo che campeggerà d’ora in poi su “Via Maria Alessandra Barbantini”, alla presenza delle autorità civili, militari e dei familiari, tra le quali il Prefetto Fabio Marsilio, il Questore Domenico Ponziani il Vescovo emerito della Diocesi, Rodolfo Cetoloni, il Prefetto emerito di Siena Vittorio Stelo, il Questore di Siena, Costantino Capuano, ed il Questore emerito, Michele Laratta. “Per me è un vero onore poter dare il giusto riconoscimento al valore di una donna che ha dedicato la sua vita alla legalità e alle istituzioni, lavorando duramente per elevare il ruolo della donna in un ambiente fino a poco tempo fa appannaggio degli uomini. A Grosseto ha fatto la storia diventando il primo questore donna, in un periodo ad inizio anni ‘90, in cui alcune tra le maggiori cariche istituzionali erano affidate a figure femminili forti e determinate. Il suo impegno per la diffusione dei valori della legalità, per la tutela dei minori e per garantire pari opportunità e dignità alle donne nelle forze dell’ordine resterà per sempre impresso negli animi di tanti grossetani”, le parole utilizzate dal primo cittadino e presidente della provincia grossetana Vivarelli Colonna, nel corso del suo intervento dinanzi ad una folta platea. “Nel corso del suo lungo servizio nella Pubblica Sicurezza, Maria Alessandra Barbantini ha ricoperto molteplici incarichi, inizialmente, nel 1961, come Ispettrice della Polizia Femminile, e, successivamente, come dirigente della Divisione di Polizia Giudiziaria, della Squadra Mobile, di Vice Questore e, prima di diventare Questore, come Ispettore generale presso il Dipartimento del Ministero dell’Interno. Particolarmente impegnativo è stato il ruolo di Responsabile del Centro Assistenza e soccorso, in occasione della disastrosa alluvione che si abbatté con inaudita violenza sul capoluogo e su altre località della provincia il 6 novembre del 1966. Ancora più impegnativo, oneroso e prolungato nel tempo è stato il servizio di soccorso nelle zone terremotate di Tuscania, Friuli Venezia Giulia e Campania-Basilicata, essendo entrata a far parte dello staff dell’allora Commissario Straordinario, Giuseppe Zamberletti, all’epoca in cui non esisteva ancora la Protezione Civile, ricevendo, per tale attività, numerosi riconoscimenti a livello nazionale. Notevole e appassionata è stata anche l’attività svolta nella Scuola, concretizzatosi in una serie di conferenze ed incontri con gli studenti della Provincia, sui temi del Diritto di Famiglia, delle sostanze stupefacenti e delle problematiche giovanili, d’intesa con l’allora Provveditorato agli Studi. Significativa è stata, infine, la sua azione, a livello nazionale, quale membro del Comitato di Rappresentanza della Pubblica Sicurezza, impegnandosi attivamente, con le sue colleghe della Polizia Femminile, nella lotta per il riconoscimento della parità dei diritti e di carriera con la componente maschile della Polizia di Stato, conseguendo positivi risultati, riconosciuti in sede di riforma della Polizia di Stato, di cui proprio quest’anno ricorre il quarantennale”, ne ha ripercorso la carriera professionale il marito Pasquale Sposato. Anche il Cardinale Angelo Scola, già Vescovo della Diocesi di Grosseto all’epoca in cui Barantini guidava la Questura della provincia maremmana, ha voluto inviare un messaggio per ricordare la donna di Stato: “Avendo avuto l’occasione di incontrarla più volte, ne potei apprezzare le doti. Alle indubbie capacità di governo, il Questore Alessandra Barbantini univa il valore aggiunto di quello che San Giovanni Paolo II definisce il “genio femminile”. In lei, negli anni del mio ministero a Grosseto, ho visto all’opera quell’amicizia civica in vista della vita buona che tanto mi stava, e mi sta, a cuore”.