– di Francesca Nardi –
Eh sì, ieri mattina c’erano proprio tutti…e, detto tra noi, ebbene sì… è stata una grande emozione! Sembrava di assistere al remake di “In ginocchio da te” con spunti da libro Cuore, con Piero De Luca nella veste del capoclasse che divide i buoni dai cattivi… E siate pur certi che nessuno di quei bravi ragazzi, pilastri insostituibili di un centrosinistra irrimediabilmente uguale a se stesso, monumento granitico all’ipocrisia istituzionalizzata, avrà la forza né l’intenzione di sbattere sul tavolo di legno grezzo dell’onestà intellettuale, quel pezzo residuo di fegato necessario, per confessare che ci sono voluti circa tre mesi di trattative serrate, quattro coltellate nei fianchi della verità, due cazzotti nei denti della coerenza e 36 violenti pizzicotti “strappacarne” sul ventre, ovviamente barattati con una contropartita adeguata, per metterli d’accordo…e in fila per due a far finta di essere quello che avete visto (quei bravi ragazzi)…ovviamente d’accordo, soltanto sulla necessità di interrompere la guerra per bande, in atto nel centrosinistra da anni, con recrudescenze sanguinarie registrate negli ultimi otto mesi. No, nessuno di quei “bravi ragazzi” impegnati a fare le fusa, in equilibrio sulle punte, davanti al figlio primogenito del podestà De Luca, graziosamente in visita alle colonie, vi dirà che si è trattato solo di una pausa forzata, obbligata e regolarmente controllata e che il conflitto a colpi di missili terra-acqua, dei quali non si riesce mai ad individuare la rampa di lancio, quella guerra sorda e cialtrona, l’unica guerra cui ci hanno abituato, questi eroi/eroine del terzo millennio che fanno le pulci al principe azzurro, che non ha chiesto a Biancaneve se voleva essere salvata con un bacio o preferiva morire strozzata…a quest’ora è già in formidabile ripresa. La tregua è durata giusto il tempo di farsi una foto ricordo, con mascherina, per richiamare al volo il pensiero della gente, che iniziava miserevolmente a “sfrantummarsi” e tentare di ricomporlo, si fa per dire, sul fatto che …sì… sì…tranquilli…non c’erano problemi e il candidato sindaco del centrosinistra della città capoluogo, era sempre Carlo Marino… ecchhissenno? Regola tassativa imposta dai signori della guerra, la mascherina… che, secondo le regole anticovid avrebbe limitato il contagio e secondo le regole antisommossa, avrebbe impedito la visualizzazione delle smorfie minacciose e soprattutto il digrignare dei denti di quei “bravi ragazzi” che, avevano deposto l’ascia di guerra, solo perché ingombrante e perché, per tradizione, nessuno deve sapere chi è che la imbraccia per primo. Il gruppo d’ensemble, nella sua presunta armonica unitarietà, appariva talmente improbabile che un attimo in più di riflessione, avrebbe impedito loro di farsi orgogliosamente fotografare…ma evidentemente, la presenza stessa di Piero De Luca, che avrebbe riferito a papà, esigeva la mosse d’autore…Erano talmente improbabili, visti così impettiti tutti insieme appassionatamente, da apparire improbabili persino a se stessi…infatti, non hanno inviato uno straccio di comunicato…A pensarci bene… cosa avrebbero mai potuto scrivere di interessante?, forse che c’erano, in proporzione, più aspiranti sindaci in quella foto che in tutta Caserta?, e che nessuno di essi ha avuto il coraggio di mettersi in gioco?, che tutto è andato avanti nel solito stile tentoni, assaggini, piroette, strategie…”lo dico a papà che lo dice allo zio … e se papà non fa il sindaco lo voglio fare io!, no è meglio la prossima volta!” Tutto sommato cosa avrebbero mai potuto scrivere che somigliasse anche in lontananza alla cugina della verità?, forse che in quella foto vi erano persino le ipoteche sul futuro remoto?, che addirittura si sono stipulate le alleanze di oggi per mettere la prenotazione sul sindaco di domani?, ma davvero personaggetti alti alti e grossi grossi pensano di poter continuare a fare tutto ed il contrario di tutto solo perché De Luca mostra il suo ragguardevole ma, badate bene, momentaneo, compiacimento? E dai…Se vi mettete un attimo in ascolto, attivando una ‘ntecchia di paziente e consapevole umiltà, vi accorgerete che quel rumore di fondo non è un acufene personale che ronza nel vostro orecchio, ma il pericoloso segno prodromico della rottura degli argini di contenimento della pazienza collettiva, esattamente quella che vi ha consentito di “reggere” fino ad oggi. Hasta la suerte!
Un infinita tristezza
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