“Se inizi con certezze, finirai con dubbi; ma se accetti di iniziare con i dubbi, finirai con le certezze” (Francis Bacon)
– di Germán Gorraiz López* –
L’emergere della pandemia di COVID19 era imprevedibile per gli esperti dell’OMS, incapaci di comprendere la vertiginosa congiunzione di forze centripete e centrifughe che avrebbero configurato il successivo caos sotto forma di una pandemia virale che si è diffusa in tutto il mondo, facendo precipitare l’umanità in uno shock traumatico, con cui, parafrasando l’economista iconoclasta John Kenneth Galbraiht, si può affermare che «esistono due tipi di esperti: quelli che non hanno idea e quelli che nemmeno lo sanno».
Per comprendere il caos si dovrebbe ricorrere al cosiddetto “effetto farfalla” delineato dal meteorologo americano Edward Lorenz nel 1972 e che si baserebbe sul fatto che “la sequenza infinita di eventi, apparentemente innescati l’uno dall’altro, finiscono per avere conseguenze completamente imprevedibili”. Questo effetto farfalla trasferito a sistemi complessi come il Rilevamento e Prevenzione delle Epidemie avrebbe come effetto collaterale l’impossibilità di rilevare in anticipo un futuro mediato, poiché i modelli quantistici che utilizzano sarebbero solo simulazioni basate su modelli precedenti. Pertanto, l’inclusione di una sola variabile errata o la comparsa improvvisa di una variabile imprevista fa sì che il margine di errore di questi modelli venga amplificato in ogni unità di tempo simulata fino a superare anche il limite stratosferico del cento per cento e generare un cigno nero…
La teoria del cigno nero è stata sviluppata da Nicholas Taleb nel suo libro “The Black Swan (2010) in cui tenta di spiegare “i pregiudizi psicologici che rendono le persone individualmente e collettivamente cieche all’incertezza e inconsapevoli dell’enorme ruolo dello strano evento nella storia questioni”. Di conseguenza, l’irruzione sulla scena mondiale di una nuova pandemia virale non è stata notata dagli esperti dell’OMS perché la nostra mente è in grado di sequenziare solo frammenti della sequenza totale dell’immenso genoma del caos di fronte ad eventi che sfuggono ai parametri conosciuti. Allo stesso modo, non erano in grado di riconoscere la loro ignoranza, poiché la differenza tra un uomo saggio e un ignorante è che il primo è in grado di riconoscere che la saggezza deriva dal riconoscimento dell’ignoranza, incarnata nella frase iconica attribuita a Socrate (“Io so solo che no non so niente”).
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*Analista spagnolo di Economia e Geopolitica. Collabora, oltre a Diario SIGLO XXI, in altri media digitali spagnoli e latinoamericani come Bottup, España Liberal, Libre Pensador, Socialdemocracia.org, Alainet, CubaNuestra, Plano-Sur.org, Entorno-empresarial.com o El Mercurio Digital.
