L’ASINO CUSTODE …L’ AMICO FEDELE … IL CONFIDENTE

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   –   di Ciro Esposito   –                                                                    racconto caserta ciro esposito scaled LASINO CUSTODE ...L AMICO FEDELE ... IL CONFIDENTENel Palazzo Castropignano, il palazzo più importante della città, perché sede della amministrazione civica, vi ho passato una vita… vi ho orgogliosamente “sostato” per 40 anni consecutivi — lavorando con capacità (così era la nomea) per dare positiva soluzione alle problematiche che affliggevano la città. Ero sempre sommerso dalle richieste di coloro che con abbondanza di preferenze ” mi sceglievano ” per essere rappresentati. Guardando le cose, in tale ottica, posso ritenermi soddisfatto anche se, guardando in retrospettiva, ipotizzo che molte di quelle cose utili alla comunità erano pericolose per me non le farei più, perché per soddisfare ” le necessità ” di Caserta trascuravo la mia famiglia col rischio di perderla oltre a subire inenarrabili offese da parte di un certo tipo di Giustizia. Non mi rammarico, né mi pento del mio operato ma affronterei – i vari casi – con meno enfasi, più circospezione e attenzione ponendo un limite al mio agire, il più delle volte spregiudicato ma sempre nel dettato della Legge…Ho sempre sostento e lo faccio ancora che intorno al codice penale bisognava ” ballarvi la danza della pioggia” senza mai cadere nella pozzanghera …però quel libro va studiato, imparato e soppesato, se vuoi vivere tranquillo…pecché ‘a legg e’ legge e va rispettata! Personalmente, il mio rispetto per la legge, non mi ha portato giovamento, tutt’altro, perché la popolarità che guadagnavo con le mie azioni, mi procurava i nemici più pericolosi: dava fastidio ai padroni del vapore, anche ai non politici e , quindi bisognava eliminarmi, ma di questo vi ho già scritto nei colloqui sul giustizialismo. Della mia permanenza nel Palazzo, oltre ai ricordi giudiziari e ai due termini con cui venivo indicato…(alcuni mi chiamavano “O’ rammignaro”…dalla attività lavorativa precipua – la raccolta delle graminacee- degli abitanti di S. Benedetto, il mio paesello di origine , mentre altri mi avevano soprannominato Gheddafi, per il mio fastidioso, intraprendente agire da decisionista, che non era gradito perché non consono ai desiderata della nomenclatura(che preferiva soprassedere su tutto ) ma soprattutto, per il modo di comportarmi da sfrontato, strafottente e ribelle ai voleri di quelli che pretendevano impormi la mordacchia…avrei dovuto ubbidire e tacere mentre loro mi facevano il …servizio,) mi è rimasto , ed è conservato nella mia emeroteca , il pensiero per ogni azione riguardante I’ attività a favore della città; è stato, sì, un lavoro improbo ma produttivo … Caserta ne ha goduto ma Io stanno distruggendo, per distruggere il ricordo di chi ha ben operato , però, il contributo faticosamente dato mi ha reso fiero delle mie azioni anche se ha determinato il mio assassinio politico, con calunnie e azioni mirate a screditarmi ma prive di ogni fondamento per le quali la mia famiglia ha sofferto tantissimo…Sopportare il peso di vere sevizie, lo stillicidio delle ingiustizie, la pretesa (un giorno vi dirò da parte di chi) della sorveglianza speciale e il non poter esplodere rabbiosamente per non procurare a tua madre, alla tua compagna, alla famiglia, altre preoccupazioni…è frustrante e fu in tale cornice che dipinsi il quadro dell’Asino custode. Avevo bisogno di un vero amico a cui esternare e confidare le preoccupazioni, le decisioni e anche le paure per la mia famiglia; un amico al cospetto del quale non devi fingere; non devi apparire, ma soltanto essere, mostrando quel sentimento che pochi conoscono, il coraggio che il più delle volte è per te stesso distruttivo. Lo Stato imbelle mi aveva fatto ingurgitare violentemente la pietanza di “camorrista di peso”, gli amici mi avevano abbandonato, isolato come un appestato dopo l’ingiusta, iniqua condanna definitiva, senza uno straccio di prova, (è scritto nel papello…lo dicono quelli che hanno steso il ridicolo verbale) per un reato non previsto da alcun codice e che può essere sintetizzato in questo concetto…art. 29 (vedi la smorfia): disobbedienza fastidiosa e molesta…rifiutavo infatti di sottostare al volere dei proprietari delle botteghe concorrenti…ammanigliate col potere; osavo non appecoronarmi alle divise trattando i codici per quello che sono: libri da leggere e rispettare: non divinità atzeche … e nemmanco baldi giovanotti desiderosi di essere “spazzolati…” Applicavo la norma e agivo anche con prepotenza. L’amico di cui avevo bisogno doveva essere, fedele, accorto, intelligente e il mio Amedeo lo era e, nonostante l’età, lo è ancora. L’asino è un animale scarsamente valutato soltanto perché non pienamente conosciuto ma ha tutte queste qualità. Non parlo a vanvera, e quello che dico non sono parole vacue, l’amicizia, la lealtà, la fedeltà non sono termini che trovi scritti nel cielo stellato ma rappresentano il modo di comportarsi e sono l’essenza della vita dell’individuo, sono nascoste nel modo di agire, nel fare quotidiano. Quando si parla di amicizia, quando si pensa a questo nobile sentimento bisogna interrogare la propria coscienza che ti spingerà a guardarti nello specchio e a pensare:” sei tu il mio vero amico?” Ma si può pensarlo solo quando la tua immagine riflessa ti dice: stai agendo bene. Indi la figura e la nascita dell’Asino custode, Amedeo, l’amico che più amico non si può …la mia immagine riflessa nello specchio ne partorì la figura ed io cercai nell’unico posto ove potevo trovarlo: alle falde di Monte Virgo: in quei momenti decisivi, non vi era altro fedele e caro amico…Giro Esposito stesso!! L’apparizione e la pubblicazione dei primi colloqui con l’asino custode, che erano violentissimi attacchi alle Istituzioni deviate, ebbero un gran successo e consenso (nessuno mi denunciò…perché?) e determinarono il terzo appellativo riguardante la mia persona fisica …Giro Esposito, l’amico ro’ ciuccio. Sono orgoglioso per averlo creato …l’amico dalle lunghe e affusolate orecchie, dalla coda chiàtta e spelacchiàta …ne sentirete ancora parlare.