OSPEDALE SAN ROCCO, AVVERTIMENTI & FANTASIE DEGLI AMICI DEGLI AMICI… STIAMO TOCCANDO IL FONDO…

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di Francesca Nardi

SESSA AURUNCA – Come da tradizione storico-culturale, i signori “imparati”, quelli che, massacrando i congiuntivi, presiedono dall’ombra, ai destini della sanità casertana, invece di preoccuparsi delle schifezze che emergono ritualmente dal fondo dello scuorno, continuano ad essere esclusivamente interessati ad individuare l’eventuale responsabile della fuga di notizie, dalle varie postazioni, governate dai loro galoppini, ritenendomi tanto sprovveduta da seminare sul sentiero le briciole di Pollicino, per consentire alla loro spocchia di arricchirsi di un presunto “acuto” fiuto investigativo. Per l’occasione, mio malgrado, scriverò in prima persona, contravvenendo alle regole.  I talebani in formato aurunco-casereccio, hanno quindi, necessità impellente di trovare un capro espiatorio, da consegnare al mullah e poiché non hanno alcuna dimestichezza, con valori come dignità, serietà e rispetto, come si dice a Oxford,  “sparano alla cecata” individuando a loro piacimento e secondo ciò che conviene ai loro disegni, la persona che, non soltanto avrebbe ispirato i miei articoli sulle vicende della sanità aurunca, con particolare riferimento al PO San Rocco, ma addirittura li avrebbe scritti. Quindi io avrei messo le iniziali del mio nome ad articoli scritti da altri autori, secondo il parere di queste brave persone, perbene e timorate di Dio, che non si sarebbero limitate a raccontare in giro le loro nauseanti fandonie, facendo raccolta di like a buon mercato, ma avrebbero addirittura avvicinato la persona indicata come colpevole autore dei miei articoli: il dottor Leonardo De Rosa, noto e stimato ginecologo del PO San Rocco, che ieri tra l’ironico e il giustamente risentito, mi ha inviato la lettera che potrete leggere di seguito. Non perderò la frazione di un secondo a smentire le sozzure che certa gente si consente il lusso di immaginare e di spargere in giro, limitandomi a chiedere pubblicamente scusa al dottor De Rosa, finito nel calderone della melma che certi individui rimestano da decenni,  a causa dei miei articoli e delle frenesie scomposte di qualcuno che, a quanto pare sta lanciando avvertimenti. A questi “qualcuno”, sarà opportuno comunicare che gli avvertimenti più o meno velati, non sono caduti nel vuoto, nel senso che la vicenda arriverà nelle sedi competenti, onde evitare che a qualcuno venga un raffreddore improvviso in assenza di spifferi d’aria…La domanda di rito intanto sorge spontanea: ma davvero qualcuno pensa che basti un certo discorsetto, corredato dal lasciato intendere, per indurci a correre dal parasanitario dell’angolo a comprare i linidor, per l’incontinenza da fifa blu?, ma davvero questa gente ritiene di essere infallibile?, certo…l’infallibilità della cofecchia è direttamente proporzionale alla vigliaccheria altrui o all’altrui compromissione e siamo consapevoli che gli interessi da salvaguardare, siano tanti e consolidati e ramificati, oltre l’umana comprensione e la decenza…ma proprio per questo…davvero qualcuno è così idiota da credere che il lavoro di oggi, scaturisca da misere soffiate tra uscio e porta?, ma davvero?, ma sul serio?, e che si vada in giro con due foglietti nella borsa, pieni di appunti scarabocchiati e che si scriva per il gusto di rompere le scatole a quattro cialtroni, che devono difendere le proprie rendite di posizione acquistate, compromettendosi la colonna cervicale a furia di abbassare la testa e dire signorsì?, ma davvero?, ma davvero pensano che il mondo giri soltanto se sono loro a far schioccare due dita in nome e per conto e si fermi con il fiato sospeso se fanno buuh? Ebbene… tutto sommato ci stavamo annoiando…Hasta la suerte companeros de merienda!

La lettera del dottor Leonardo De Rosa

Cara Direttrice
É con grande meraviglia, ma anche un pò di delusione, che apprendo che i pezzi che Lei pubblica sul sito di Appiapolis non sono tutta farina del suo sacco, ma che addirittura se li farebbe scrivere, ed é, con ancora maggiore stupore, che apprendo che alcuni di questi articoli addirittura li avrei scritti io, probabilmente a mia insaputa. Lo stupore non puó essere che doppio, visto che altri evidentemente sanno cose che io stesso non conosco, ma il mondo é pieno di misteri.
Probabilmente scrivo nel sonno, soffrirei insomma di una specie di sonnambulismo letterario, una sorta di estro giornalistico notturno cheee…vuoi vedere un giorno possa fruttarmi un premio Pulitzer?
Ora, pur ammettendo l’ammirazione che nutro nei confronti del suo giornale e della sua grande professionalitá e onestà intellettuale, nonchè la costanza con cui la seguo, sinceramente mai avrei immaginato di essere accusato, parafrasando Bennato, di essere un sovversivo e un mezzo criminale, per il solo fatto di essere un suo estimatore.
Purtroppo in quella realtá che lei cosi sapientemente descrive quasi quotidianamente, sempre piú spesso mi capita di essere avvicinato per strada o al bar da “amici” che si sentono in dovere, per il bene e la stima che nutrono nei miei confronti, di mettermi in guardia dal frequentare
-cattive compagnie- , quelle che mi mettono in cattiva luce con i verici aziendali, con l’establishment, con i poteri forti.
Quelle che potrebbero mettermi in difficoltá e crearmi qualche “problemino”.
A costoro sono grato e tanto affetto mi lusinga, evidentemente tali e tante attenzioni nascono dalla grande stima che l’establishment nutre nei miei confronti, e si, perché se arriva perfino a preoccuparsi della salute della mia famiglia o della sicurezza del mio studio, evidentemente di bene me ne deve volere veramente tanto… l’establishment.
Oggi quindi un po sono triste per aver scoperto che gli articoli di Appiapolis non sono farina del suo sacco, ma sono contento per aver scoperto che cosi tante persone “perbene” si preoccupano di me e mi coccolano tanto da crearmi imbarazzo.
Che dire, il grande affetto dimostratomi da questi miei nuovi amici mi ha fatto venire un pò di fame e ancor piú la voglia di leggere Appiapolis ed i suoi editoriali, cosi come le osservazioni politiche di Cuscunà e quelle di D’Anna; mi mancheranno invece e non poco, le eleganti riflessioni di Michele Falcone, ma forse é solo perché invecchiando sto avendo dei rigurgiti di destra e nostalgie da liceale.
Probabilmente sto proprio invecchiando e forse farei bene ad ascoltare i consigli di quegli “amici” che mi vogliono bene, ma poi guardo i miei figli, penso alle mie pazienti e mi convinco del fatto che la responsabilitá che ho nei loro confronti non può essere lasciata alle scelte di smidollati -yesman- e sgangherati capitani di ventura.
Leonardo De Rosa