In 6 mesi altri 457 ettari di territorio sparito sotto il cemento
L’incremento maggiore si registra in provincia di Salerno con 183 ettari
Legambiente elabora i dati dell’ISPRA per la Campania sul consumo del suolo
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E’ una vera emergenza territoriale. In sei mesi, dal novembre 2015 al maggio 2016, la Campania ha consumato altri 457 ettari di territorio alla media di 76 ettari al mese per un totale di superfici urbanizzate al 2016 che si estendono su 146.330 ettari, e interessano quindi l’11% circa dell’intero territorio regionale. A livello provinciale l’incremento maggiore si registra in Provincia di Salerno con 183 ettari tra fine 2015 e metà del 2016, segue Caserta con 80 ettari e Napoli con 77 ettari. A livello comunale Eboli con 57 ettari di nuovo consumo di suolo tra 2015 e 2016 è la seconda città a livello nazionale dove l’incremento è stato maggiore, solo dopo Montalto di Castro in provincia di Viterbo. Seguita da altre due cittadine della Piana del Sele: Pontecagnano Faiano con 22 ettari e Battipaglia con 20 ettari. Legambiente elabora per la Campania i dati ultimi aggiornati sul consumo di suolo presentati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale nel Rapporto edizione 2017.
Ancora più interessante è l’analisi di dettaglio del consumo di suolo al 2016 all’interno dei diversi contesti geografici. Tra le pianure alluvionali, ad esempio, quella dell’Agro Nocerino Sarnese presenta una percentuale di territorio urbanizzato pari a oltre il 30%, molto superiore al circa 11% di quella del Volturno. Di rilevante interesse anche le dinamiche di urbanizzazione nei sistemi collinari, con le colline dell’Irpinia interessate da un grado di urbanizzazione intorno al 10%, mentre le colline interne del Sannio raramente superano il 5% e quelle del Cilento il 6%.
Tra i complessi vulcanici risultano infine allarmanti i dati relativi a quello dei Campi Flegrei e del Somma Vesuvio, urbanizzati rispettivamente per il 44% e il 33% della loro superficie totale.
“Fermare la cementificazione- commenta Anna Savarese, vicepresidente Legambiente Campania– è una battaglia complessa che per vincerla è necessario spiegare bene ai cittadini che cosa comporta il consumo di suolo.Difendere il suolo dalla cementificazione selvaggia, dall’inquinamento e dagli interessi speculativi deve essere una priorità per garantire al nostro paese la conservazione della biodiversità e regolazione dei cambiamenti climatici. In Campania il territorio è svilito e minacciato da costruzioni senza regole. I paesaggi vengono deturpati e manomessi senza tener conto delle persone che li abitano. In questo contesto- conclude Savarese- Legambiente Campania ha promosso con l’INU Campania e il DiArc l’Osservatorio sul Consumo di Suolo in Campania un luogo di monitoraggio civico, di ricerca e di sensibilizzazione ambientale della cittadinanza attiva. Nei mesi scorsi abbimao lanciato un app dal titolo Ops, acronimo di osservatorio Paesaggio Suolo, che permette ai singoli cittadini, di segnalare sia aspetti negativi che danneggiano il paesaggio, sia buone pratiche che lo valorizzano con obiettivo di rendere protagonisti i cittadini e trasformarli in custodi dei territori!
Dobbiamo pensare che l’Italia, tra coste e dorsale montuosa, in fondo ha poca terra disponibile per i raccolti e gli alberi, questi ultimi indispensabili contro le frane. Perdere così tanta terra non può che danneggiare in modo irreversibile il futuro del nostro Paese e dei nostri figli.