ROMA – La decisione di prorogare fino al 2027 la deroga sui titoli di studio per i professionisti sanitari stranieri, prevista dal Decreto Flussi, sta suscitando legittima preoccupazione tra la comunità scientifica e i professionisti sanitari italiani. Se da un lato l’obiettivo è affrontare la grave carenza di personale, dall’altro emergono pericoli concreti per la tenuta del livello qualitativo dell’assistenza sanitaria.
Antonio De Palma, presidente del Nursing Up, esprime il suo forte disappunto rispetto alla misura.
«Parliamo di una controversa e ingiustificata deroga rispetto al possesso dei requisiti. Questo significa allentare le cinghie su quelle che sono le garanzie di qualità. Un simile approccio può essere accettabile in un momento di emergenza quale è stato quello della pandemia, ma deve restare tale. Se l’emergenza diventa strutturale, non va più bene. Non è giusto mettere in discussione la già fragile stabilità dell’assistenza sanitaria».
Il problema non è l’accoglienza di professionisti stranieri, ma la mancanza di un controllo adeguato sui titoli esteri. Secondo De Palma, la proroga rischia di creare un precedente che delegittima profondamente i percorsi formativi dei professionisti italiani, minando ulteriormente la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario.
«Le istituzioni non possono continuare a percorrere le “anguste scorciatoie” delle soluzioni temporanee! Invece di migliorare la condizione dei professionisti italiani, in questo modo viene solo aggirato il problema, adottando misure che rischiano di erodere nel profondo, giorno dopo giorno, la solidità delle cure offerte ai cittadini. Il nostro sistema sanitario ha bisogno di risposte strutturali e mirate», afferma De Palma.
«Queste preoccupazioni, sia chiaro, non rappresentano certo una presa di posizione contro i professionisti stranieri, ma riguardano la necessità di valorizzare prima di tutto le nostre risorse interne con riforme strutturali che possano rilanciare un Servizio Sanitario Nazionale che deve diventare finalmente efficiente e sostenibile.
«Il nostro sistema sanitario ha bisogno urgentemente di un piano di stabilizzazione e valorizzazione delle risorse interne, colmando, solo per esempio, il divario di oltre 7.000 euro esistente tra gli stipendi degli infermieri con quelli degli altri paesi europei. Voltare le spalle ai professionisti “di casa nostra” significa mettere in pericolo la capacità di garantire cure sicure ed efficaci ai cittadini», conclude De Palma.