“Pina Picierno, che ora mi imputa di aver leso l’immagine del Pd, me la ritrovai una mattina di dicembre alle ore 7:30 davanti a casa, a Sessa Aurunca. Poco prima, nel dicembre del 2012, in coda ad una riunione della Segreteria Nazionale per gli accordi di coalizione per le elezioni politiche del 2013, l’allora segretario Riccardo Nencini chiese a me e ai dirigenti del PSI di Caserta di votare Pina Picierno alle parlamentarie del PD. Il giorno dopo lei venne da me con il suo papà e mi chiesero, entrambi, ufficialmente il sostegno per le imminenti parlamentarie del 2012. Con lealtà, con il mio gruppo politico, conferimmo a Picierno il 60% dei consensi che le furono utili per la sua seconda elezione da parlamentare”. Così, il Presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, che interviene a quattro giorni di distanza dal mancato rinnovo della tessera del Partito democratico a Caserta, deciso dalla commissaria Pd Susanna Camusso.
“Per la verità, quando mi fu fatto il nome di Pina Picierno ricordo che risposi a Nencini: Riccardo perché dobbiamo entrare a gamba tesa nelle questioni interne di un altro partito? Mi rispose che era necessario perché Dario Franceschini gli aveva chiesto aiuto per le parlamentarie e, in particolare, per alcuni suoi rappresentanti territoriali che si trovavano in serie difficoltà elettorali. Il giorno successivo richiamai Riccardo, sollecitando, ancora una volta, la sicurezza della decisione. Mi rispose che era un’operazione necessaria per incrementare la presenza di candidati socialisti nelle liste del centro-sinistra. Nella circostanza, mi preannunciò la visita di Picierno che effettivamente, all’alba del giorno successivo, con il padre, con atteggiamento remissivo e sottolineando il valore dell’accordo romano mi chiese il sostegno. Così, il mio gruppo fu determinante per la sua elezione da parlamentare. E’ diventata bravissima Picierno a tessere relazioni e rapporti e ad individuare, in ogni occasione, strategie e persone utili per le sue rielezioni. Giusto, però, sarebbe rispettare di più il territorio e le persone perché, da quel mio atto politicamente tormentato di oltre 13 anni fa, è iniziata la sua ascesa politica. E, quindi, ciò che le consente oggi di pontificare sulle condizioni del Partito Democratico in Terra di Lavoro, dimenticando che lo stesso negli ultimi 10 anni è stato commissariato per ben otto anni. Eppure, lei è una delle dirigenti nazionali del PD e, quindi, presumibilmente coinvolta sul piano delle responsabilità rispetto al partito. Sono, però, sereno e riflessivo, forte del mio lavoro sul territorio, al punto che comprendo la sua stizza, la sua collera, dovuta stavolta anche al fatto che, nella sua provincia e nella sua regione, sia stata preceduta di gran lunga, in termini di preferenze, alle elezioni europee da altro candidato da me sostenuto e votato. Sulle vicende politiche elettorali ed amministrative di Sessa Aurunca che lei richiama, la invito con serietà ad un confronto pubblico”.
La “resa dei conti aurunca” chiarisce perfettamente le dinamiche elettorali nella Provincia di Caserta. Ci sono evidentemente e, senza alcun dubbio, dei biechi lottizzatori di voti che poi li modulano nella direzione più opportuna delle coalizioni politiche. Questi voti, inoltre, hanno una “chiara matrice” ben definita e sono allocati alle recondite terre del territorio giudiziario di Napoli Nord; difatti e poi a Santa Maria Capua Vetere “l’uomo dalle larghe bretelle” intesse solo i loschi rapporti associati con le tenebre provinciali! Il reato di “lesa maesta’” di cui Oliviero si ritiene parte offesa ha proprio e, solo per lui, profili di rabbia e collera piuttosto che per la Picierno; inoltre evidenzia, senza troppi fraintendimenti, che lui gestisce i rapporti sotto l’egida del sistema feudatario-vassallo e, questo per dirla elegante, perchè, per dirla tutta, capoclan e picciotti! Da parte sua la Picierno, seppure intestataria di un’attività greve e che la espone molto a critiche e a revisioni “dolci e piccanti” del suo passato di Parlamentare, non attua altro quello che è previsto da una Commissaria di Partito incaricata di segnare “apparentemente” le tracce di un nuovo percorso. Alla Camusso che vorrebbe fare tantissimo per il suo amato PD si chiederebbe a questo punto con maggiore incisività di accompagnare alle dimissioni il Sindaco Carlo Marino al fine di evitare lo sconsiderato epilogo di una città commissariata dal Ministero dell’Interno per infiltrazioni camorristiche! E’ in questo senso una necessaria questione di opportunità per la “civitas casertana” che non merita questa onta ed una soluzione di merito per un partito che si intesta da solo e a pieno titolo questo indelebile marchio e questo putrido smacco! La compravendita erariale dei voti, il posto di scambio, l’attribuzione dell’appalto di scambio, la raccomandazione di scambio, l’incarico di scambio e tutto ciò che è nelle more della negazione della democrazia è arte del caro e referente uomo del PSI che da anni ha approfondito tramite i suoi Lanzechinecchi la conoscenza delle più avanzate metodologie in tema non di cura e salute del paziente, ma della frode e del dolo del più grande privilegio che il Titolo V della Costituzione ha messo nelle mani di grandi e perspicaci MANIGOLDI! Dall’altra parte, ancora, non c’è nulla di cui gongolarsi! Il M5S, presunto attuale partito degli onesti e dei bugiardi nei fatti, ha riposto nella disonestà altrui il presupposto per una inerziale onestà! Il sistema del reddito di scambio, del 110 di scambio, dei banchi a rotelle di scambio, dell’appoggio progressista di scambio al PD, la colpevole modalità del far finta mentre il PD ruba e saccheggia l’erario non hanno fortunatamente condotto a risultati elettorali considerevoli; come anche il cordone di giornalisti dei Servizi Segreti che controllano con rigore e puntualità tutte le uscite di Magistrati dal grande consenso pubblico suggerendo fortemente gli ambiti di declinazioni del pensiero divulgato alle masse non riesce a fare altrettanta breccia elettorale! Il sistema destra e centro-destra dei “Parlamentari per Caso” è una pantomima che non ha utilità ed oggettività nemmeno nelle Commedie di Plauto e alcun senso nè nella Satira di Orazio nè in quella di Giovenale; tutt’al più potrebbe servire come gag finale in qualche comparsata marxista di Crozza! Da questa disamina ne deriva che nel PD più ci si agita e più l’olezzo chiarisce ogni dubbio!