Solo ciò di cui si ha memoria conta veramente nella vita.
Ed un tramonto improvviso lascerà per sempre, nel cuore pulsante di una comunità, la memoria della luce, cui ci aggrapperemo nelle stagioni disperate del dopo, quelle stagioni che la nostra indolenza, avrà consentito che altri modellassero sul nulla, condizionando, con inquietante serenità, il pensiero collettivo, diventato ormai il fiacco rituale di un’abitudine.
Oggi, con l’amore che perpetua nel tempo il dolore e ne affina le crude asperità, rendendolo guida e sostegno inesauribile alla volontà di procedere, attingiamo al ricordo ed alla forza di un uomo che, dalle memorie della sua terra, aveva tratto forza e sostegno spirituale per una lotta impari contro l’ostinata, perversa e talvolta crudele resistenza passiva di masse intuibili, percepibili nella loro ostinata e quasi volontaria ignoranza, più che visibili.
Alla memoria del coraggio di un uomo, ai suoi sogni, alla sua personale, ruvida intuizione di una intelligenza collettiva, alla sua illuminata, ostinata, inesauribile volontà di crescita e conoscenza, che hanno reso inossidabile il suo profondo senso di appartenenza alla storia di queste pietre, noi oggi chiediamo, con un atto di consapevole presunzione, il testimone di quella sua lotta impari contro tutto ciò che non sia e si ostinerà a non essere appartenenza alla città di Santa Maria Capua Vetere.
Nicola Di Muro, nel corso degli anni, ha percorso i silenzi della sua Città immaginando parole che anticipassero i suoni, arpeggiando nuove armonie che definissero i percorsi della sua gente, il lavoro, l’ordine, la partecipazione ed il rituale magico e misterioso che crea la Comunità.
E tra i sogni sparsi sul cammino di un uomo che oggi raccoglie i petali nascosti della Verità, tra quei sogni che hanno sostenuto e caratterizzato la sua passione politica ed il suo amore per la Città di Santa Maria Capua Vetere, abbiamo scelto con la stessa prepotente ed inimitabile disinvoltura, che ha caratterizzato l’indimenticabile passaggio di don Nicola Di Muro tra noi, il più luminoso, il più faticoso, il più entusiasmante…
Da questo momento guardiamo insieme e con tutti coloro per i quali l’appartenenza ad un luogo è motivo di orgoglio, passione e speranza, alla valorizzazione del nostro Ospedale, nella profonda convinzione che la civiltà di un popolo si misuri dalla sua Sanità.
(Francesca Nardi)