di Alessandro Aita
PIOMBINO – Un passo indietro al PalaTenda. La Paperdi Caserta butta via la possibilità di imbastire la terza vittoria consecutiva, la quarta stagionale, e di avvicinarsi a un record in parità. La Solbat Piombino esulta per 87-79 interrompendo la propria striscia di tre ko in fila e mettendo nuovamente qualche pensiero di troppo nel cervello della squadra di Damiano Cagnazzo, che non trova conforto dal ritorno in Toscana.
APPROCCIO, DI NUOVO – Sin dai primi minuti si è vista una squadra che ha provato a dare più del 100% delle proprie possibilità, e quella squadra non era quella bianconera. Ci si è accontentati un po’ troppo del talento in parecchie situazioni, senza trovare opposizione al quintetto di Signorelli che, invece, aveva letteralmente il sangue agli occhi sin dalla palla a due. Una differenza di energia che può essere tradotta in numeri: concedere 50 rimbalzi, di cui 14 offensivi, ad una squadra che fino a ventiquattro ore fa ne prendeva 32 di media, è emblematico. Non è un caso che la partita cambi definitivamente padrone con due giocate di energia di Ivan Onojaife, che con due carambole offensive riporta la Solbat sotto nel momento più difficile della partita. E che in un’azione del quarto parziale, dopo il fallo antisportivo di Laganà, De Zardo domini andando a prendersi tre, quattro rimbalzi di fila ricordando sinistramente il match di Napoli contro Venezia. L’assenza di Abba e le condizioni non perfette di Azzaro sono un alibi fino a un certo punto: c’era una squadra che desiderava di più la vittoria, mentre l’altra è apparsa più paga, quasi come se avesse preso sottogamba l’impegno.
VECCHIE ABITUDINI – Dopo tre partite più che convincenti dal punto di vista offensivo, la manovra ha fatto un deciso passo del gambero. Il leitmotiv della sfida di ieri è questo: Caserta ha fatto fatica ad avere un flow offensivo degno di tale nome. Ci è riuscita solo a tratti, e in quei momenti arrivano difatti i parziali bianconeri. Piombino è stata però brava a negare una circolazione di palla sufficiente costringendo la Juve a tornare alle vecchie abitudini, sparacchiando da tre punti molte volte in maniera insensata. Ieri lo squilibrio tra le conclusioni da due e da tre punti è tornato ad essere netto: 28 i tiri da dentro l’area, ben 44 quelli da fuori con 13 a segno, nemmeno il 30% di conversione. Sia chiaro, delle conclusioni forzate dal palleggio dettate dal talento del singolo ci sono e ci saranno sempre. Ma quando diventa la prima opzione offensiva nel playbook bianconero è il segno che le cose non stanno funzionando come dovrebbero. Meriterebbe poi un discorso a parte la difesa, un po’ troppo permissiva, ma è il solito cane che si morde la coda: se le cose non funzionano da una parte, poi non si trova il bandolo della matassa dall’altra.
GESTIONE – Proprio dal momento topico della partita arriva questa riflessione. Parliamo del terzo quarto, quando la Juve è riuscita a mettere finalmente il naso avanti e sembrava avere l’inerzia dalla propria parte con un vantaggio di due possessi pieni. In quel momento Damiano Cagnazzo opta per alcuni cambi, dando spazio alle seconde linee, e arrivano i cinque punti in fila di Onojaife che rimettono tutto in discussione. Dall’alta parte un quintetto un po’ troppo povero di talento fa fatica a costruire in attacco con il canestro che diventa un McGuffin, tipo l’anello del conte negli Occhi del Cuore (chi ha visto Boris capirà): c’è ma non si vede. Non si trova fiducia in attacco e la si perde in difesa, con Nicoli che punisce con tre triple in fila, break di 14-0 nel finale di quarto e partita ribaltata, nel punteggio ed emotivamente. Si poteva fare qualcosa di più in quel frangente, tornando subito con i grossi calibri e sfruttando un Heinonen che, quando servito, stava ben figurando. Ma sappiamo come parlare a bocce ferme sia più facile.
Inizia male dunque il trittico toscano per la Paperdi Juvecaserta, e ora arrivano i due match dal grado più alto di difficoltà, con Gema Montecatini e Pielle Livorno (in casa) tra sette giorni. Con meno tranquillità rispetto a quanto ci si ci potesse attendere, ma forse i big match potrebbero spingere i bianconeri a essere un po’ più loro stessi, cercando di risalire definitivamente la china. Magari il partire sfavoriti all’impegno potrebbe ridarci quella squadra capace di un attacco di livello nelle ultime tre partite, e di conseguenza con una difesa migliore
Solbat Golfo Piombino – Paperdi Juvecaserta 87-79
(22-17, 42-38, 67-59)
Solbat Golfo Piombino: De Zardo 22 (2/9, 5/10), Forti 14 (2/2, 2/2), Cartaino 12 (2/8, 2/5), Nicoli 12 (1/3, 3/6), Longo 10 (0/1, 3/3), Pieri 8 (4/10, 0/0), Onojaife 5 (2/2, 0/0), Sipala 4 (1/4, 0/1), Frattoni 0 (0/1, 0/0), Ianuale 0 (0/1, 0/4), D’onofrio ne, Cerri ne. Allenatore: Signorelli
Paperdi Juvecaserta: Laganà 18 (1/3, 5/13), D’argenzio 15 (3/5, 1/7), Heinonen 14 (1/1, 4/10), Romano 9 (2/3, 1/2), Azzaro 7 (2/5, 1/3), Diouf 5 (2/5, 0/0), Marchiaro 5 (1/1, 1/2), Ricci 4 (1/2, 0/5), Mastroianni 2 (1/3, 0/2), Adamu ne, Kumer ne. Allenatore: Cagnazzo
Arbitri: Alessi di Lugo (RA) e Foschini di Russi (RA)
Solbat: tiri liberi: 14/17 – Rimbalzi: 47 14 + 33 (Pieri 12) – Assist: 22 (De zardo, Frattoni 6)
Paperdi: tiri liberi: 12/18 – Rimbalzi: 35 5 + 30 (Romano 8) – Assist: 11 (Laganà 5)