NO AL BIODIGESTORE, SPERANZA PER CASERTA CONTENTA A META’

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SPERANZA PER CASERTA 298x300 NO AL BIODIGESTORE, SPERANZA PER CASERTA CONTENTA A METACASERTA – Una sentenza del TAR Campania ha chiuso, almeno per ora, l’annosa vicenda del biodigestore anaerobico che l’amministrazione comunale di Caserta avrebbe voluto realizzare in zona Ponteselice, a poche centinaia di metri dai centri abitati e dalla Reggia vanvitelliana.

“Spiace rilevare ancora una volta – commenta l’ex consigliera Norma Naim – la mancanza di trasparenza negli atti prodotti dal Comune, e mi riferisco in particolare alla nota del dirigente all’Urbanistica del Comune di Caserta dell’aprile scorso, nella quale comunicava al TAR l’interesse alla realizzazione dell’impianto, che viene smentita nei fatti dalla revoca del finanziamento regionale, dalla mancata presentazione della Valutazione di Impatto Ambientale, dal parere negativo espresso della Soprintendenza sulla localizzazione dell’impianto, ed infine dalla esclusione dell’impianto nella nuova Delibera dell’Ente d’Ambito”

“Alla soddisfazione per aver dimostrato – continua Naim – che avevamo ragione su tutta la linea, si aggiunge l’amarezza per aver perso anni ed anni senza aver prodotto alcun servizio utile per lo smaltimento della frazione umida nella nostra città”. Va ricordato che il Movimento “Speranza per Caserta”, unitamente ai Sindaci ricorrenti ed a Legambiente, aveva proposto un impianto di compostaggio “autentico”, sul modello della città di Tivoli.

“Anche sul fronte della raccolta dei rifiuti urbani – si lamenta Francesco Apperti, altro ex consigliere ed attuale coordinatore del movimento – rileviamo un totale immobilismo, nessuna innovazione, nessun miglioramento nel servizio, nessuna premialità per i cittadini virtuosi né sanzioni per chi non differenzia, con una percentuale di raccolta differenziata che non cresce da un decennio ed oltre. Un quadro reso ancor più lugubre dall’inchiesta, che vede tra gli imputati il sindaco Carlo Marino, relativa alla mega gara di appalto per il servizio di raccolta bandita qualche anno fa, poi annullata”.

In verità la vicenda del biodigestore non è del tutto conclusa: “Occorre approfondire – concludono Apperti e Naim – la questione degli oltre 2,5 milioni di euro incassati dal comune quale anticipazione del finanziamento regionale, utilizzati per bandire ed assegnare nel 2018 il servizio di progettazione definitiva ed esecutiva alla RTI Tecnosistem di Napoli. Chi restituirà questa cifra enorme?”