PADULI, NUOVE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE DELL’UNIVERSITA’ DEL SALENTO

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%name PADULI, NUOVE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE DELLUNIVERSITA DEL SALENTOPADULI – Nuove scoperte archeologiche dell’Università del Salento all’interno del vicus di Forum Novum sulla via Appia Traiana, nel territorio comunale di Paduli in provincia di Benevento.

Nel corso della appena conclusa campagna di scavi, diretta da Giuseppe Ceraudo e Veronica Ferrari del Dipartimento di Beni Culturali, in località Piano di Sant’Arcangelo, sono stati aperti tre saggi di scavo lungo il tracciato del moderno tratturo che insiste sui resti e costituisce la sopravvivenza dell’antica via voluta dall’Imperatore Traiano nel 109 d.C., percorso alternativo alla via Appia da Benevento a Brindisi.

Le indagini, realizzate su concessione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento, sono collegate al riconoscimento della via Appia Claudia e della Traiana a Patrimonio Universale dell’Umanità. Il Comitato del Patrimonio Mondiale riunito a Nuova Delhi nella 46° sessione lo scorso 27 luglio, ha ratificato l’iscrizione della “Via Appia. Regina viarum” nella Lista del Patrimonio mondiale. Il sito è il 60° bene italiano riconosciuto dall’UNESCO.

L’attività è realizzata nell’ambito di uno degli interventi del progetto Borghi, frutto di un partenariato tra i Comuni di Paduli e Sant’Arcangelo Trimonte, che ha come “punto focale” proprio il sito di Forum Novum/Contrada Sant’Arcangelo e che mira alla realizzazione di un primo nucleo di un “Parco archeologico lineare” della Via Traiana.

Dice il Sindaco di Paduli, Dott. Domenico Vessichelli: «Si tratta di un sito seriale, formato da una serie di componenti individuate lungo la Via Appia Claudia – il tracciato iniziato nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco per collegare Roma a Capua, prolungato poi fino a Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi, testa di ponte verso la Grecia e l’Oriente, man mano che avanzava la conquista romana – e lungo la Via Appia Traiana, la variante voluta e fatta realizzare dall’imperatore Traiano nel 109 d.C. per agevolare il percorso che da Benevento permetteva di raggiungere più rapidamente il porto di Brindisi. L’intervento di scavo e di ricerca è stato realizzato proprio per la valorizzazione di uno dei 19 tratti che hanno ottenuto il riconoscimento UNESCO: quello che attraversa i territori comunali di Benevento, Paduli, Sant’Arcangelo Trimonte e Buonalbergo.

«Questi nuovi interventi sono la conseguenza diretta di una costante e intensa attività di ricognizione topografica nel territorio, accompagnata da prospezioni aeree con l’utilizzo di droni dotati di sensori diversi (ottico, termico, multispettrale, Lidar), e accompagnata da campagne di prospezioni geofisiche», spiega il professor Giuseppe Ceraudo, «Le attività che conduciamo sul terreno sono caratterizzate da una efficace e molto sofisticata metodologia di indagine non invasiva volta ad individuare i beni sepolti del nostro Patrimonio. Qui a Forum Novum, le prospezioni mostravano anomalie da mettere in relazione a numerose strutture sepolte. Le anomalie riconosciute grazie alle prospezioni effettuate sono state poi oggetto di scavo archeologico che ha permesso il loro puntuale riscontro. Tutto quello portato in luce in questa prima campagna di scavi rappresenta una tappa fondamentale per la ricostruzione e per la definizione dell’impianto del vicus di Forum Novum, che costituiva la prima stazione di sosta lungo la via Traiana, a 10 miglia (circa 15 km) dal caput viae di Beneventum, una sorta di grande area di servizio lungo quella che possiamo considerare una vera e propria autostrada di età romana. Gli scavi, che hanno visto la partecipazione di numerosi studenti provenienti in gran parte dall’Università del Salento ma anche da altre università italiane e straniere, hanno permesso di riportare alla luce per la prima volta in maniera scientifica i resti stratificati dell’insediamento. Questi abbracciano un arco cronologico molto ampio che va dalla tarda età repubblicana all’età tardo imperiale».

Ha suscitato grande sorpresa a tutto il gruppo di lavoro la scoperta dei resti di una grande struttura la cui destinazione d’uso al momento non è stata ancora chiarita, che sembra potersi datare al basso medioevo e che riutilizza nelle murature di alzato molti basoli recuperati dalla originaria pavimentazione stradale della via Traiana.

All’imponente struttura, solo parzialmente portata alla luce nel saggio 2, potrebbe essere collegata un’area cimiteriale individuata una decina di metri più ad Ovest nel Saggio 1. Molto suggestiva, ma ancora tutta da verificare e da confermare, potrebbe essere l’ipotesi di riconoscere con questi resti un luogo collegato al culto dell’Arcangelo, elemento generatore di un piccolo agglomerato che potrebbe aver trasmesso l’attuale specifico toponimo al vasto pianoro su cui in età romana insisteva l’importante stazione della via Traiana destinata al ristoro delle persone e al cambio dei cavalli.

La prosecuzione delle ricerche, con la prossima campagna di scavi prevista per la primavera del 2025, permetterà di definire meglio le strutture portate alla luce e potrà servire da volano per una migliore conoscenza e tutela del sito, anche in previsione della valorizzazione strategica dell’area che il Comune di Paduli ha iniziato ad attuare anche attraverso altre importanti iniziative, sempre in collaborazione con l’Università del Salento e sotto il coordinamento della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento.