OSPEDALE, SFILATE MULTICOLORI & INTEMPERANZE

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(f.n.) – Noi abbiamo una vera e propria fissazione per le “infezioni”, è vero…fin da allora…fin da quel giorno funesto in cui morì un ragazzo… X aveva soltanto 23 anni…aveva avuto un incidente d’auto ed a causa dei traumi riportati, era stato operato e quindi ricoverato in Rianimazione…ricordiamo, come se non fossero trascorsi anni ed anni, dopo la grande paura, l’ottimismo dei medici e la speranza dei genitori. Ma…nonostante il progressivo miglioramento, peraltro sempre più evidente e regolarmente diagnosticato, il ragazzo, all’improvviso rimase vittima della “solita” complicanza e di lì a poco morì. La complicanza che non dovrebbe mai verificarsi, era quella originata dal contagio con una delle micidiali infezioni, che si possono contrarre in sala operatoria o nelle sale di Rianimazione. Da quel giorno e dalla triste conclusione di una vicenda sui cui particolari fummo debitamente informati, abbiamo cercato di scoprire, come cani da presa, le tragedie che avrebbero potuto essere evitate se soltanto, chi di dovere, avesse avuto più che la competenza, la coscienza di ciò che era chiamato a gestire…Una mission impossible la nostra che, fino a qualche tempo fa, tranne rare eccezioni, si doveva scontrare contro una realtà inalterata ed inalterabile…Oggi, senza correre il rischio di essere troppo ottimisti, pare che in Rianimazione le cose vadano una “‘ntecchia”  meglio…non resta che augurarsi che sia finalmente, salito il livello della coscienza… Ciò nonostante, nel corso di uno dei nostri tour ospedalieri, abbiamo notato alcune, a parer nostro, anomalie, che ci hanno indotto a considerare in maniera assai preoccupata, con quanta nonchalance, medici ed infermieri, siano portati ad ignorare anche il benché minimo, elemento di igiene e quindi, di elementare prudenza. E’ capitato infatti che, qualche tempo fa,  nell’arco di un’ora soltanto, mentre eravamo in attesa che tornasse dalla pausa caffè, (pratica sacrosanta cui è severamente vietato dalle proprie papille gustative, sottrarsi)l’addetto alle cartelle cliniche, abbiamo osservato sfilare un numero talmente insolito di camici verdi, da pensare vi fosse nei pressi, una dimostrazione sartoriale, sul nuovo modello di completino… una sorta di “sala operatoria prèt à porter”, realizzato rigorosamente nel colore definito universalmente riposante, il verde.  Ce la va sans dire che non vi era alcuna dimostrazione…ma avremmo compreso di lì a poco, che il verde, così come assorbe e quasi camuffa le eventuali macchie di sangue, allo stesso modo assorbe o camuffa quasi, le macchie di sugo…Infatti , stufi di aspettare siamo andati anche noi a prendere il caffè e anche lì, a conferma di quanto sospettato, camici verdi avanti e indietro, alcuni dei quali discutevano con il cassiere del punto ristoro, perché volevano sedersi e pranzare in camice verde… cosa che purtroppo hanno fatto…rigorosamente in verde…Ma a quanto pare la mise ha fatto breccia anche sugli OSS… infatti, prima della sceneggiata al bar, ne avevamo intravisto alcuni accompagnare un paziente in Utic, con tanto di divisa multicolore con la scritta New York…e noi a questo punto, ci chiediamo con una certa perplessità,  se c’è qualcosa di normale in questa mostra d’arte personalissima e slegata da ogni schema normativo, che si svolge a tutte le ore in Ospedale?…Quale funzione avrebbe la regola che prevede un colore o una fascia di diverso colore sulle divise, secondo il ruolo e le mansioni…se nei fatti, ognuno indossa divise secondo il proprio gusto ed il proprio estro o meglio la propria indolenza, il tutto assecondato a quanto è dato vedere,  dagli addetti al guardaroba?… La divisa verde è rigorosamente riservata alla sala operatoria, non è così? E quindi, per quale motivo ce ne sono tante in giro? La domanda sorge spontanea: ma scusate, la magnifica UOC OPSOS coordinata dal ff più rampante che ci sia, quali compiti riserva ai suoi bravi igienisti, visto che non punge vaghezza ad alcuno, di inviarli ad effettuare uno straccio di controllo, onde evitare i risultati davvero discutibili che oggi, in virtù della nostra proverbiale benevolenza, vi mostriamo in formato “book fotografico”? Secondo la nuova scuola di pensiero che probabilmente costituisce la fonte principale di ispirazione degli inquilini del terzo piano della palazzina “grigiotopospento” in fondo al parco, è normale andare al bar in divisa da sala operatoria?, o peggio ancora pretendere di andare a pranzo con la stessa divisa con cui si è usciti dal blocco operatorio e vi si rientrerà di lì a poco?, laddove non ci si debba rientrare di corsa? …E vuoi vedere che, anche sulla pubblicazione di questa macroscopica intemperanza, qualcuno avrà qualcosa da ridire o magari bofonchiare o magari imprecare tra i denti…E’ appena il caso di ricordare, in chiusura, che una volta, prima che la cosiddetta “intellighentia” si assumesse l’onore senza l’onere ma con lauta retribuzione, della responsabilità (per modo di dire) della gestione del nostro Ospedale, non era consentito andare al bar neppure con il semplice camice…poi…sono arrivati i geni di fuori porta che hanno sdoganato la norma e con la norma quello straccio di decoro personale residuo… Hasta la vista!