MONDRAGONE BENE COMUNE: “LE IPOTESI DI REATI PENALI NON DEVONO OSCURARE IL FALLIMENTO POLITICO-AMMINISTRATIVO”

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Logo AMBC Comunicato Stampa Affinche le ipotesi di reati penali non oscurino del tutto il fallimento politico amministrativo 07 10 2024 300x300 MONDRAGONE BENE COMUNE: LE IPOTESI DI REATI PENALI NON DEVONO OSCURARE IL FALLIMENTO POLITICO AMMINISTRATIVOMONDRAGONE – Una frase famosa continua a ronzarci nella testa da quando è scoppiata la bufera mediatico-giudiziaria che in questi giorni si è abbattuta su Mondragone (e pensare che accusavano gli altri di dare una cattiva immagine della città): “Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre.” (Abraham Lincoln).

Non sappiamo se i gravi fatti di questi giorni metteranno fine al secondo drammatico novennato (di fatto in sostanziale continuità con quello dal 1999 al 2008), durante il quale – come successe durante il primo – i nostri territori e le nostre comunità hanno dato il peggio di sé, con troppi cittadini dormienti o prostrati alla corte dei “dominatori” di turno, con la politica privata di ogni valore e ideale, con i partiti ridotti ad affare di famiglia o di clan, con la funzione pubblica piegata sistematicamente a illeciti interessi di parte, con l’accaparramento sfrenato dei beni comuni, con un diffuso malgoverno delle istituzioni locali e con il solito ritardo – purtroppo –  nell’attività di vigilanza sull’osservanza delle leggi, che anche stavolta (diciamo) non è apparsa proprio tempestiva.

Quanto invece alle responsabilità politiche e amministrative, quelle sono accertate da tempo, come abbiamo confermato appena pochi giorni fa, in occasione della sonora bocciatura del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale del comune di Mondragone da parte della Corte dei conti della Campania: https://www.casertanotizie.com/politica/2024/09/16/lindiscutibile-responsabilita-politica-del-dissesto-del-comune-di-mondragone/. Non a caso abbiamo individuato il responsabile di ciò che sta accadendo a Mondragone nello stesso soggetto che ora è oggetto delle attenzioni della Procura della Repubblica. Si, perché il suo novennato s’intreccia indissolubilmente con il settennato di governo del comune di Mondragone, al punto che il destino dell’uno non potrà che essere anche il destino dell’altro.

La bufera mediatico-giudiziaria di questi giorni rischia però di occultare del tutto la grave situazione del comune di Mondragone. Il sindaco Lavanga, senza coinvolgere minimamente il Consiglio comunale, con proprio decreto ha dato mandato a due avvocati e ad un commercialista per procedere con il ricorso alle Sezioni riunite della Corte dei conti per impugnare la decisione della Corte dei conti della Campania con la quale è stato bocciato il Piano di riequilibrio. Alcune domande sono a questo punto d’obbligo: Quale organo ha preso formalmente la decisione di impugnare la delibera della Corte dei conti della Campania? E quali sono le motivazioni che hanno portato a tale decisione? Quali sono i costi da sostenere per questo giudizio? Sappiamo che è il Consiglio comunale, come prevede la legge, che ha deciso di ricorrere al Piano di riequilibrio e lo ha approvato. Chi aveva ora la facoltà di opporsi alla decisione della Corte dei conti della Campania che lo ha bocciato? Al di là dell’importante aspetto formale (e in questo caso, più che in altri, la forma è sostanza!), resta lo sconcerto per il fatto che non si sia avvertita la necessità (e l’obbligo) di convocare il Consiglio comunale per discutere della decisione della Corte dei conti e per decidere il da farsi. E’ da tempo che la democrazia comunale è “alla frutta”, ma quanto accaduto in questa circostanza è veramente troppo!

E intanto continuano sfacciatamente a fare gli errori di sempre. Il comune di Mondragone è ente strutturalmente deficitario e, di conseguenza, dovrebbe assolutamente ridurre, per esempio, le spese di personale. L’Amministrazione Lavanga invece le aumenta, prendendosi nei giorni scorsi a scavalco part time una architetta del comune di Sessa Aurunca. D’altra parte in merito alla gestione (o alla mancata gestione) del personale ci sarebbe molto da dire e da condannare, a partire dalle assunzioni dei vigili urbani che si sono succedute negli anni. Una “chicca” tra le tante, per evidenziare lo sfascio di questa Amministrazione: la Corte dei conti durante l’istruttoria relativa al Piano di Riequilibrio chiede al Comune se ha in essere contratti ex art.110, co. 1 del TUEL (assunzioni a tempo determinato di funzionari apicali con procedura avente natura non concorsuale, ma comunque di tipo selettivo) e il Comune risponde affermando di non aver in essere alcun contratto ex art. 110 TUEL (pagina 84 della delibera della Corte dei conti). Domande: E il contratto ex art.110 TUEL in essere con il Responsabile dell’Area VII Urbanistica, Edilizia, Patrimonio, Demanio e Suap? E il contratto ex art. 110 TUEL all’Assistente sociale che fino a poco fa era al vertice dell’Area del welfare?

La Corte dei conti nella delibera di bocciatura del Piano ricorda che le Pubbliche amministrazioni devono pubblicare con cadenza annuale l’ammontare complessivo dei debiti e del numero delle imprese loro creditrici, richiamando il comune di Mondragone che non rispetta tale adempimento di legge (un adempimento sul quale di recente anche l’ANAC è ritornata sulla questione con atto del presidente: https://www.anticorruzione.it/-/atto-del-presidente-del-18-settembre-2024-fasc.3873.2024).

A quel richiamo, l’Ente ha semplicemente risposto (come si legge nella delibera della Corte) che “Nel fare ammenda della mancanza di pubblicazione negli ultimi anni del medesimo indice e dei dati dello stock sul sito dell’Ente e provvedendo a farlo nel più breve tempo possibile.” Ma fino ad oggi, il tempo per impugnare la decisione della Corte, l’Amministrazione Lavanga l’ha trovato, quello per adempiere ad un obbligo di legge, no. D’altra parte, cosa ci si può aspettare da un’Amministrazione recidiva? Anche di fronte alla denuncia dell’AMBC per la mancata pubblicazione, come prescrive la legge, sul sito istituzionale delle informazioni relative al servizio rifiuti, si reagì infatti promettendo che in breve tempo le informazioni sarebbero state sul sito. E anche di quelle informazioni ad oggi non c’è traccia alcuna.

Quella di Lavanga è un’Amministrazione allo sbando. Perché prolungare l’agonia? Farebbero bene, anche alla luce delle vicende giudiziarie di questi giorni, a preparare gli scatoloni.

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