PIANIFICARE SENZA ERRORI, POSSIBILE?

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Quando si tratta della fase di pianificazione, ci sono diversi errori comuni che vengono commessi frequentemente. Questi includono una completa mancanza di pianificazione, pianificazione basata esclusivamente su interessi ristretti e individuali, confusione tra attività e obiettivi, pianificazione vaga e un’eccessiva attenzione agli aspetti tecnici. Riconoscendo queste carenze è possibile sviluppare un modello che rispetti i criteri essenziali. Questo modello si compone di punti chiave, come l’identificazione di obiettivi realistici, condivisi da tutti e misurabili. Inoltre, le attività dovrebbero essere appropriate all’età cronologica, promuovere l’integrazione e avere un valore ecologico. Fondamentale è anche la costruzione dell’analisi del compito, che prevede la scomposizione delle attività in passi, atti motori individuali e prerequisiti necessari. È importante stabilire il livello di ingresso prima di condurre una valutazione dinamica e multidimensionale dei deficit e delle abilità residue. Durante la fase di intervento dovranno essere chiaramente descritte le tecniche, le tempistiche, i luoghi, i materiali e il personale coinvolto. Infine, nella fase di verifica e valutazione, vengono misurati e valutati il ​​raggiungimento degli obiettivi, il mantenimento dei progressi e la generalizzazione degli obiettivi.

Aderendo a questo quadro e collaborando in squadra, diventa possibile sviluppare un progetto tangibile che si integra perfettamente nella vita quotidiana dell’utente. Tuttavia, è fondamentale riconoscere che il contesto quotidiano di ogni individuo autistico è soggettivo e unico, richiedendo quindi un approccio di implementazione personalizzato. Quando si parla del concetto di “Qualità della vita”, la pianificazione meticolosa assume un significato ancora maggiore. La qualità della vita (QoL) può essere sinteticamente definita come il grado in cui un individuo, considerando il proprio profilo funzionale, i limiti personali, i punti di forza individuali e le competenze appena acquisite, è in grado di soddisfare le proprie aspirazioni e bisogni significato nel proprio contesto specifico, tenendo conto delle sia supporti che barriere. Pertanto, è imperativo strutturare il processo di programmazione di conseguenza, garantendo che gli obiettivi non vengano compromessi e che sia l’utente che il suo contesto non si accontentino di aspettative inferiori alla media. Nella seguente analisi, esamineremo il modello di Qualità della Vita (QoL) proposto da Schalock. Schalock identifica otto dimensioni all’interno di questo modello: benessere emotivo, benessere materiale, benessere fisico, relazioni interpersonali, sviluppo personale, autodeterminazione, inclusione sociale e diritti. Ciò che distingue questo modello è la sua attenzione sia alle variabili “dure” (come il benessere materiale ei diritti) che a quelle “soft” (come il benessere emotivo). Un altro studioso, Brown, offre una prospettiva complementare integrando varie aree di funzionamento che contribuiscono al senso di identità, appartenenza e crescita personale degli individui.

È fondamentale che la pianificazione di una vita appagante sia strettamente legata alla pianificazione di un’istruzione di qualità. Negli ultimi decenni si è assistito ad un notevole aumento dell’aspettativa di vita delle persone con disabilità intellettiva.

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