– di Francesca Nardi –
L’ultimo rapporto Svimez è soltanto di qualche giorno fa, una sorta di bibbia della verità oggettiva le cui puntate si perdono nella notte dei tempi…La nota definizione “cronaca di un disastro annunciato” rispecchia esattamente la liaison tra loro e noi…cioè tra gli esperti dell’associazione Svimez ed il resto del mondo, con particolare riferimento a noi, che ce ne freghiamo fino a quando la grandine non sfonda le finestre della camera da letto e la monnezza non raggiunge il balcone della cucina, ai tribuni politici ed alle istituzioni…insomma a chi è deputato a darsi da fare, dietro compenso, per offrire un senso alla dichiarata evoluzione & progresso. La memoria collettiva dovrebbe essere ormai in sovrappeso, non avendo neppure tentato, di smaltire lo sfrido e questa è la ragione per cui, con lo stesso indolente candore criminale, ritualmente si auto resetta e ricomincia, leggera e senza peccato. L’orrenda alluvione del 1998, che mise in ginocchio Sarno e diversi comuni tra i quali San Felice a Cancello, è stata, tra le varie occasioni di sbattersi il petto, la più incisiva e dal punto di vista dei rapidi e necessari provvedimenti del caso, onde evitare che una tragedia di quella portata si ripetesse, soltanto una delle tante…considerando che le varie amministrazioni, locali e regionali, come nei casi sicuramente più ameni ed ambiziosi, come l’aeroporto di Grazzanise, per non citare ancora una volta (questione di stomaco fragile) il Policlinico, solo una delle tante. Il disincanto è d’obbligo ed è soltanto (ahinoi) la pericolosa anticamera del cinismo e questo status irreversibile dell’anima, è ciò che dovrebbe preoccuparci ma, ormai…siamo entrati nell’orbita dell’homo politicus alla Valery… Poi…in fondo al sentiero, accovacciato su una pietra miliare, in bilico tra il suicidio e la speranza, resiste quella n’tecchia di pudore, che provoca orrore nei pochi superstiti della consapevolezza e dovrebbe almeno “pe ffa vedè” evitare che i nostri eroi dell’ultim’ora, emanino comunicati del giorno dopo, intrisi di promesse e compassione, approfittando, anche in quell’occasione, laddove si intraveda una provvidenziale apertura, per gettare colpa e croce, addosso agli avversari…Ed intanto, la furia del fango nasconde ancora una madre ed un figlio, forse abbracciati nell’estremo tentativo di proteggersi a vicenda…E dinanzi a questa tragedia che come tante altre, nell’ultimo trentennio ed oltre, forse, avrebbe potuto essere evitata, chiunque avesse avuto contezza ed i politici ed amministratori dell’area interessata e dell’intera provincia, non potevano non averla, abbia anche soltanto sfiorato l’argomento “collettore” e sappiamo tutti di cosa stiamo parlando, avrebbero dovuto avere il pudore di tacere prima, quando hanno infiorato le loro campagne elettorali, intonando magnificat alle loro iniziative future in merito e soprattutto oggi, dinanzi all’ennesima prova che, qualsiasi sasso sia stato gettato, è miseramente caduto nello stagno…e nessuno ha protestato…pertanto, il sasso lanciato diventa, de facto, soltanto una prassi elettorale o brevemente post. A nostro parere nel day after più triste, giungono frasi che, detto tra noi zittu zittu, non si possono recepire, senza che una ribellione intima e feroce, si faccia strada e ti distrugga un pezzo di massa epatica per l’impotenza ad agire diversamente… “Lavoriamo ad un piano strategico per contrastare fenomeni naturali e violenti…” dopo quarant’anni qualcuno si “sceta” e si ricorda di essere un onorevole (sic), si scrolla il sonno di dosso e decide che è necessario, lavorare ad un piano strategico…ed invia un comunicato…qualcun altro invece, incrocia le dita e prega…come se il dramma si stesse consumando nell’Africa sub equatoriale, qualcun altro ancora, preso dalle abitudini maturate a buon prezzo ed impunemente, continua a promettere…e qualcun altro che, probabilmente, non ha ancora ben compreso di cosa si tratti, invece di andarsi a nascondere si fa pure fotografare… Ogni parola su questo argomento, oggi è soltanto un insulto a chi subisce e all’intelligenza collettiva. L’area interessata è stata sommersa dalle acque e dal fango più volte ed i periti del tribunale, in più occasioni, hanno riconosciuto che le reti fognarie dei comuni interessati, erano inadeguate…ovviamente gli alluvionati tutte le volte, sono stati decine e decine, con danni per svariate centinaia di milioni…la manutenzione poi…companeros…di cosa vogliamo parlare?, praticamente inesistente… ed i sindaci coinvolti, nel corso degli anni, sulla manutenzione o l’ampliamento del sistema fognario, in quale maniera e modalità sarebbero intervenuti? E siamo giunti faticosamente ad oggi…e la solita, inevitabile passerella è appena iniziata, amministratori impettiti ed assai interessati, anzi preoccupati, che mostreranno la fronte corrugata nello sforzo di comprendere e quantificare i danni…e nessuno di noi, si interrogherà sulla loro eventuale capacità e facoltà di comprendere a fondo ciò che mostrano di fare così bene: la parte! La gente oggi disperata, nell’arco di qualche tempo si mostrerà assuefatta all’inevitabile, (o forse rassegnata all’evitabile chiacchiera, il che è assai peggio) e poi si lascerà incantare dalle sagre settembrine, dai neomelodici, dalle tamarreidi a puntate, dagli improbabile tornei di beach volley…per le cui magnifiche realizzazioni, si getteranno i soldi nello stesso stagno, in cui fu gettato il famoso sasso e le reti fognarie che si congiungono attraversando la valle che si snoda pittoresca e affascinante tra i comuni alluvionati, resteranno sempre le stesse. Hasta la oracion companeros!