AUTISMO ADULTO: COSA CAMBIA?

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Per le persone con disabilità, comprese quelle autistiche, compiere diciotto anni significa letteralmente un salto nel vuoto. Si passa direttamente dallo status di studente a quello di pensionato. A partire dall’uscita dalla scuola , in assenza di inserimento sociale o lavorativo, purtroppo non tutti sono in grado di lavorare , quindi si rischia di continuare a rimanere nell’ambiente familiare , morendo lentamente col passare inesorabile del tempo , cosa che non si fa neanche . Questi bambini sperimentano spesso una vera e propria regressione , causata da un indebolimento dell’accompagnamento e degli stimoli e da una presentazione delle opportunità . Con il passare del tempo , un adulto con disabilità finirà per perdere le competenze e le capacità acquisire a scuola perché non ha più l’opportunità di metterle in pratica e perché la famiglia non è più in grado di fornire un sostegno adeguato man mano che io genitori invecchiano. genitore , il deterioramento della situazione finanziaria, il trasferimento dell’idoneità dei fratelli e il trasferimento in una struttura residenziale creano notevoli difficoltà per le reti familiari e gli adulti con disabilità. Le persone con disabilità sono a rischio di deterioramento precoce delle funzioni cognitive a causa del passaggio da ll’inclusione accademica e da un’intensa attività qualificante , a uno scarso contatto con i pari , a una gamma limitata di attività ricreative. Ross e Oliver sostengono che trascorrere il tempo libero interamente nell’ambiente domestico o in istituzioni grandi e peggiori può portare un deterioramento significativo e rapido negli adulti con disabilità. Pertanto , la prima priorità è pianificare il percorso di vita degli adulti con autismo in modo da creare circostanze di vita che favoriscono il potenziale di sviluppo piuttosto che diminuire le competenze apprese durante gli anni dello sviluppo . Si tratta di scegliere consapevolmente un “ luogo ” e un “ tempo ”, innanzitutto di carattere “ educativo ”, cioè un ambiente che offre opportunità , una struttura che tiene conto delle relazioni, dei momenti di realizzazione e di guadagno personale . Competenze autonome, ma anche opportunità di svago e divertimento .  Dal punto di vista della persona autistica e della famiglia , è importante fornire sostegno anche durante la fase di transizione . Progettare il percorso di vita insieme alla persona disabile è possibile assicurare un atto di consapevolezza che rassicura e prepara la persona disabile, considerandola protagonista del processo decisionale per compiere le scelte di vita che più gli si addicono. Quando si considera la prospettiva della famiglia nel sostenere le fasi di transizione, è importante concentrarsi sia sul presente che sul futuro. Si tratta di dotare l’adulto autistico e la sua famiglia degli strumenti necessari per individuare la soluzione più adatta alle sue esigenze, consentendogli di diventare autonomo al di fuori dell’ambiente familiare. Un approccio potenziale è l’implementazione di un Sistema di Formazione Integrato, che prevede la collaborazione tra l’adulto disabile, la sua famiglia e la rete professionale. Questo sistema mira a sviluppare un Progetto di Vita personalizzato e rispettoso. La fase di pianificazione è una delle principali aree di preoccupazione quando si tratta di strutture e servizi per la riabilitazione degli adulti autistici. Spesso ci troviamo ad agire in modo casuale, spontaneo e istintivo. Queste sfide possono avere diverse ripercussioni:

  • Quando si tratta di pianificare gli interventi, c’è il rischio che siano irrilevanti e futili oppure disorganizzati e contraddittori.
  • Gli operatori possono sperimentare ambiguità di ruolo, confusione, inefficienza e tensione emotiva nel loro lavoro.
  • L’efficacia dei programmi riabilitativi sugli individui è difficile da valutare a causa di due fattori principali: la mancanza di metodologie basate sull’evidenza in molti approcci e interventi, e una mentalità prevalente focalizzata sull’azione piuttosto che sulla pianificazione sistematica delle attività.

8 Commenti

  1. Fortunatamente oggi ci sono dei centri che sono come delle scuole, in quanto insegnano ai ragazzi tante autonomie. Lo stato però dovrebbe occuparsi della parte economica, in modo che tutti possano accedervi.
    Grazie di questo articolo, Dottoressa.

  2. Per supportare le famiglie nelle fasi di transizione, è essenziale concentrarsi sia sul presente che sul futuro, fornendo all’adulto autistico e alla sua famiglia gli strumenti per trovare soluzioni adatte che promuovano l’autonomia al di fuori del contesto familiare. Encomiabile dottoressa

  3. Riconoscere l’autismo in età adulta significa dare voce a chi ha vissuto una vita in silenzio, offrendo finalmente la possibilità di comprensione e supporto. Grazie dottoressa siete una risorsa

  4. La famiglia oltre la società, dovrebbero insieme, pianificare il futuro per gli autistici, da un’età giovane a quella adulta
    Il problema è che non sempre, la famiglia è pronta, e la società non è attrezzata per queste persone.
    Complimenti come sempre, grazie per la tua spiegazione da persona conoscente della materia.
    Buona Domenica.

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