REFERENDUM E PAPETE D’AGOSTO

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di Alessandro Barbieri

Pochi giorni orsono sono diventato uno dei tantissimi firmatari del referendum che richiede l’abrogazione della cd. autonomia differenziata.

È inutile ripetere che il testo che la Lega ha imposto al Governo – ed al Parlamento – è del tutto contrario non solo alle regole della democrazia ma anche a quelle,  non meno nobili, dell’economia.

Un vero e proprio obbrobrio.

Basti far riferimento alle critiche che tutte le organizzazioni non politiche hanno espresso sul punto.

Sembra quasi che la Lega abbia il complesso del “Papete d’Agosto”.

Una sorta di colpo di calore seriale che precede il tracollo del Governo di cui fa parte.

Così, tra una battuta sulla razza ed uno sprizzino, ti butto lì la leggina spacca nazione.

Il ministro proponente Calderoli, che sarà per sempre ricordato per la legge elettorale da lui stesso definita “Porcellum”, non sembra preoccuparsi più di tanto delle nostre firme per il referendum abrogativo perché confida nella dichiarazione di inammissibilità della Cassazione, così da poter annoverare anche questa sua nuova legge nella categoria delle furbate.

Tuttavia, ciò che mi stupisce più di ogni altra cosa è il silenzio dei parlamentari del centro destra.

Soprattutto quelli di casa nostra.

Nella civiltà dei social, dei proclami sbandierati ad ogni costo, nessuno di loro pensa di dover (e poter) argomentare in favore dell’autonomia differenziata.

Non dico in un pubblico dibattito o magari rispondendo ad un’intervista con domande non predisposte (quelle belle interviste di una volta!), ma mi aspettavo almeno una di quelle splendide esibizioni social in cui il soggetto si interroga e risponde in solitaria a furor di videoselfie.

Ovviamente è un silenzio eloquente, carico di forte tensione.

Così leggiamo delle loro vacanze e di improbabili attività in favore della Nazione.

Ma da alcuni giorni si iniziano ad avvertire segnali – questi palesi – di forte preoccupazione che promanano in particolare dalla componente centrista di Forza Italia.

L’attacco di Gasparri dei giorni scorsi al generale ariano è sintomatico.

Forse, come direbbe Bersani, qualcuno inizia a vedere la vacca nel corridoio.

La marea di firme apposte (si viaggia, in poco meno di questi trenta giorni festivi, verso il milione di sottoscrizioni) lascia presagire la possibilità che il quorum dei votanti in futuro venga raggiunto.

E lascia comprendere che vi è un risveglio civico inaspettato.

Saranno le urne a precisarlo.

Sempre che Calderoli non fissi la data del voto nel giorno di Natale o di Pasqua.

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