«25mila professionisti della sanità privata accreditata, e oltre 10mila operatori delle Rsa, nella Regione Lazio, attendono il legittimo rinnovo del contratto.
La possibilità di arrivare ad uno sciopero, annunciato per il prossimo 23 settembre, sembra sempre più concreta, ma noi come Aisi, Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti, rivolgiamo un accorato appello alle parti in causa, ovvero Ministero della Salute, vertici regionali, sindacati di categoria, nonché Aris e Aiop, per scongiurare questa ipotesi.
Nutriamo infatti la speranza che esistano le condizioni per evitare uno sciopero, senza voler negare la legittimità e il diritto alla protesta, ma evidenziando il fatto che, secondo noi, tutti “gli attori del palcoscenico salute”, nel Lazio, stanno sì facendo la loro parte e anche egregiamente, ma possono e devono trovare un ulteriore punto di avvicinamento per il bene dei lavoratori».
Così esordisce Giovanni Onesti, Direttore Generale di Aisi.
«Non possiamo che apprezzare l’impegno del Ministro Schillaci, che ha sempre messo in evidenza, in particolar modo nell’ambito del progetto dell’abbattimento delle liste di attesa, sin dalla presentazione del Decreto, che oggi è Legge, la necessità di valorizzare e investire sulla sanità privata accreditata, e soprattutto sui valenti professionisti che ne fanno parte.
Il rafforzamento del nostro sistema sanitario, e condividiamo, in tal senso, a pieno le intenzioni di Schillaci, non può non prevedere la necessità di mettere sullo stesso piano sanità pubblica e sanità privata accreditata, senza nel contempo demonizzare la sanità privata pura, così come occorre investire nuove risorse nelle Rsa, sia convenzionate che private, realtà indispensabile per l’assistenza e le cure dei nostri anziani e malati cronici sul territorio.
Appoggiamo pienamente anche le richieste di Aris e Aiop e Acop, Associazione Coordinamento Sanità Privata, nel chiedere l’aggiornamento delle tariffe e l’abbattimento dei tetti di spesa dei professionisti.
Auspichiamo, di conseguenza, un incontro a breve termine tre la parti, alla presenza di un Ministro il cui impegno ripetiamo è innegabile, e siamo pronti come associazione a fornire il nostro supporto e le nostre idee, per uno sciopero che può essere ancora scongiurato, ma di cui ripeto condividiamo le motivazioni.
E anche se ciò non dovesse accadere, ci auguriamo che la protesta porti comunque a un non inasprimento delle relazioni. Se lo sciopero ci sarà, se deve proprio deve esserci, sia quindi lo strumento per arrivare ad una risoluzione, perché l’evoluzione positiva del presente e del futuro lavorativo dei professionisti sanitari della sfera privata accreditata, con la loro valorizzazione economico-contrattuale, in questo momento storico, è più che mai fondamentale da realizzare, per la elevare la qualità delle cure, a sostegno di un sistema pubblico in enorme difficoltà».
Così conclude Giovanni Onesti, DG di Aisi, Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti.