SHUTDOWN

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Il termine inglese SHUTDOWN è usato per descrivere la risposta del cervello al sovraccarico emotivo, cognitivo o sensoriale, o una combinazione di questi. Può anche servire come reazione fisica alternativa a una lesione al collo, con conseguente paralisi temporanea. In uno stato di spegnimento, gli individui possono scegliere di disconnettersi parzialmente o interamente dall’ambiente esterno, fornendo al loro sistema nervoso l’opportunità di riprendersi da stimoli travolgenti. È fondamentale notare che questa risposta, simile a un tracollo, non dovrebbe essere vista come negativa o meritevole di punizione, ma piuttosto come una reazione che merita analisi ed empatia. Per affrontare in modo efficace e potenzialmente eliminare questo tipo di comportamento, è fondamentale identificare le cause profonde che hanno portato alla chiusura. Mentre la rabbia è l’espressione esteriore del Meltdown, Shutdown è caratterizzato da un contenimento interno della crisi. Nonostante entrambi siano innescati dal travolgente sovraccarico emotivo, sensoriale e cognitivo sperimentato dagli individui con autismo, la risposta comportamentale in caso di arresto è completamente contrastante. In questo caso, viene attivato il sistema nervoso parasimpatico, determinando una risposta iperattiva che sostanzialmente spegne il sistema come meccanismo protettivo. Il corpo entra in uno stato di riposo per risparmiare energia utilizzando sostanze di riserva. In sostanza, quando non ci sono altre vie di fuga, l’organismo ricorre allo stato catatonico, proteggendosi di fatto dagli stimoli eccessivi. Questo è simile agli animali che fingono la morte o ai bambini che si addormentano in mezzo al caos. Quando gli individui descrivono i loro incontri con questo fenomeno, spesso raccontano una peculiare sensazione di distacco dalla propria forma fisica, scivolando in uno stato sospeso dove la comunicazione e la mobilitazione sono impossibili. Questa condizione può persistere per periodi prolungati, nell’arco di diversi giorni.

Quando qualcuno è in difficoltà, è fondamentale aiutarlo a raggiungere uno stato di tranquillità avvicinandosi a lui con un atteggiamento calmante e rassicurante. È imperativo astenersi dall’usare toni duri, parole negative, rimproveri o penalizzazioni, anche dopo che la crisi è passata. È fondamentale riconoscere che ammonire o urlare contro un individuo nello spettro autistico durante un episodio comportamentale è come rimproverare qualcuno di una cultura diversa per non aver compreso una lingua sconosciuta.

9 Commenti

  1. Verissimo…anche se a volte, purtroppo a causa di tutto lo stress che deriva sa altre fonti ( vedi istituzioni etc) può capitare di essere duri e avere toni sbagliati… purtroppo siamo esseri umani e purtroppo si sbaglia…
    Ma analisi perfetta e vera!

  2. Concordo pienamente, Dottoressa. Bisogna comprendere e rispettare chi sta vivendo questa situazione. Bisogna lasciarli liberi di “spegnersi” per recuperare energie.

  3. Beh che dire! I tuoi articoli, sono sempre cultura ed è un piacere leggerli, perché, in ogni articolo scritto, imparo qualcosa di nuovo.
    Ti auguro Buon weekend.

  4. Tante volte è capitato che i bambini autistici abbiano degli strani comportamenti e molti non sanno spiegare né perché accadano e né cosa siano. Questo articolo spiega chiaramente cos’è una crisi autistica di cui ne ignoravo l’esistenza in modo cosiddetta dettagliato.

  5. Non è semplice individuare una crisi autistica perché tante volte viene confusa per un capriccio. Dottoressa grazie per questo ulteriore importante articolo c’è tanto da imparare da lei.

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