LUSCIANO, COMUNI DISSESTATI & COMUNI PROTETTI…

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 (f.n.) – Continua tra un colpo di scena e l’altro, la storia, in verità assai poco edificante, che ebbe inizio qualche tempo fa al Comune di Lusciano, quando nel corso di un tavolo istituzionale, cui partecipavano i sindaci dei Comuni dell’Ambito Co7, il sindaco Mariniello, “all’intrasatta,” come si dice a Oxford, comunicò il licenziamento in tronco dei professionisti da anni impegnati nella gestione dei servizi sociali.  A distanza di circa un mese dalla loro sospensione, oggi le assistenti sociali dell’ambito territoriale CO7 di cui Lusciano è, appunto, Comune Capofila, tornano al loro posto di comando. La notizia era già trapelata da qualche tempo, ma pensavamo che all’indomani di alcune anomalie riscontrate circa la loro sospensione, motivata dal fatto che il Comune di Lusciano non poteva permettersi ulteriori impegni di spesa, perché Ente dissestato e, come tale, in attesa del verdetto della Commissione Straordinaria di Liquidazione, il buon senso prevalesse su tutto e tutti. Ma a quanto pare non è stato così. È notorio che quando si parla di Enti Pubblici, tutto è possibile, così come il suo contrario, tuttavia noi continuiamo a stupirci perché, probabilmente crediamo nelle istituzioni. E ne abbiamo ragione.  L’arruolamento degli esperti, infatti, con il consequenziale utilizzo del finanziamento loro destinato, fu reso possibile grazie al cosiddetto Fondo Povertà, uno strumento previsto dal Piano Nazionale per il contrasto alla povertà, che rafforza i servizi di accompagnamento dei nuclei familiari beneficiari del Reddito di Cittadinanza, nel percorso verso l’autonomia, definiti attraverso la sottoscrizione di patti per l’inclusione sociale. Questa specifica è importante, perché evidenzia che parliamo di finanziamenti che non gravano assolutamente sui bilanci del Comune, né tantomeno appannaggio esclusivo dell’Ente comunale, poiché destinati all’ambito territoriale di cui, come sappiamo, il Comune di Lusciano è solo il Capofila. M questo ci offre lo spunto per chiarire che finanziamenti del genere, non potrebbero essere inclusi nella massa dei debiti di un ente pubblico e pertanto le motivazioni che hanno indotto il mese scorso alla sospensione degli assistenti sociali è alquanto strana. Come dicevamo poc’anzi, quando si parla di enti pubblici, tutto è possibile, ma allora… non dovrebbe destare scalpore l’improvviso reintegro degli assistenti sociali, n’est pas? Non dovrebbe, se però fossero stati reintegrati agli stessi patti e condizioni con cui furono prescelti in sede di avviso pubblico. Si dà il caso, infatti che, alla fine del giugno scorso, con un documento di dubbio valore si stabilisce di reintegrare una parte dei 27 assistenti sociali, sulla base di una richiesta pervenuta ai Comuni di San Cipriano d’Aversa, Frignano, Villa di Briano e Parete, i quali, audite audite, si rendevano disponibili ad anticipare le somme necessarie a garantire l’operato delle Assistenti Sociali impegnate presso i succitati enti. Alla luce di tutto ciò, sono molteplici le considerazioni che si prestano all’attenta analisi di fatti in verità assai originali. Ma al di là delle eventuali irregolarità amministrative, ciò che desta scalpore è il fatto che i Comuni coinvolti in questa storia, sicuramente encomiabili per l’attenzione che rivolgono alla propria popolazione, sembrano essere un pò di parte…Diciamo di parte zanniniana, o no? E non finisce qui…Hasta la vista!