MAZZATE, SANGUE E PROGNOSI RISERVATE…LE ISTITUZIONI SESSANE AI TEMPI DEI “BRAVI DI DON GENNARO”

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   –   di Carmine Mancini   –                                                             

“…A prima vista si davano a conoscere per individui della specie de’ bravi…”,

eccoci, ma non siamo nella lombardia seicentesca che Manzoni utilizza per l’ambientazione del suo celebre romanzo dei “Promessi sposi”. Ci troviamo bensì a Sessa Aurunca nella quale, a meno di un mese di distanza, ben due indecenti risse, sono state “proposte” da due soggetti strettamente legati al feudatario locale.
Sessa Aurunca, è nobile cittadina (decaduta) almeno nell’immaginario dei suoi abitanti, ma resta dominata da una specie di Don Rodrigo che sta facendo di tutto per farla rimanere in quel medioevo nel quale, ella, rifulgeva di luce propria…peccato però, che da tempo hanno spento la luce, e i sessani faticano ad accorgersene.
%name MAZZATE, SANGUE E PROGNOSI RISERVATE…LE ISTITUZIONI SESSANE AI TEMPI DEI BRAVI DI DON GENNAROI fatti; è di ieri la notizia che occupa i dibattiti estivi nelle afose piazze sessane, secondo la quale, il dott. ADOLFO DE PETRA (PRESIDENTE del Parco Regionale Roccamonfina-Foce del Garigliano), ha preso parte ad una rissa in un minuscolo negozietto di piazza Ercole. In questa rissa, il proprietario del negozio, ha avuto la peggio e si trova ricoverato all’ospedale San Rocco, in prognosi riservata con un sospetto di lesione grave agli organi interni. Restando in tema San Rocco, appena il 20 giugno scorso, il signor Francesco Monaco, nipote per parte di moglie del Presidente del Consiglio Regionale GENNARO OLIVIERO (così accontentiamo la sua avvocatessa difenditrice), giustamente turbato dal decesso del proprio genitore nel nosocomio sessano, ha malmenato i due medici colpevoli (a suo insindacabile e scientifico parere) di averne cagionato la morte.
Questi i due fatti, che entrambi coinvolgono luoghi pubblici e figure istituzionali (un ospedale, un negozio/strada pubblica, un presidente di un Ente pubblico, dei dirigenti medici del SSR). Entrambe gli accadimenti, va detto con chiarezza, risultano: indecenti, ingiustificabili, meritevoli di severa punizione giudiziaria.
Detto ciò, specialmente sui fatti di ieri, si è sviluppato un certo fronte benaltrista nei confronti del Presidente De Petra, con centinaia di messaggi sui social, del tipo: coraggio, forza, supererai anche questo, ma cosa ti è successo…e via andare, al punto da stimolare nel Presidente De Petra, il desiderio di ringraziare i propri fans sempre a mezzo social.
Non uno però che abbia posto la questione nei giusti termini; ovvero lo scuorno che un uomo chiamato a guidare un Ente pubblico, sia stato coinvolto in una spregevole rissa da strada.
Coinvolto? A quanto consta a noi altri, per informazioni prese fresche fresche dalla piazza sessana, pare che sia stato proprio il Presidente De Petra a recarsi con tono bellicoso nella bottega del povero Giuseppe Mazzeo, uomo un po’ estroso certamente, ma mai violento…data anche la sua struttura fisica e qualche acciacco congenito. Tutt’altra storia per il Presidente De Petra, non nuovo a certe performance e dotato di un fisico in stile “bestione” se paragonato al Mazzeo, il quale (ci riferiscono) abbia provato a difendersi dal poderoso aggressore, salvo poi stramazzare esanime in un lago di sangue. È questo lo stile consono ad un uomo delle istituzioni? È questo che i sessani desiderano per rimpiazzare Agostino Nifo? È questo che il governatore Vincenzo De Luca, desidera per le istituzioni da lui governate?
È chiaro che De Luca, non sa neanche chi sia il Presidente dell’Ente parco Adolfo De Petra, perché il nome gli è stato certamente consegnato a suo tempo, vergato su un pizzino da Gennaro Oliviero, reclamando per se stesso il controllo dell’ennesimo ente delegato. Ma è pur vero che la nomina l’ha firmata De Luca, il quale, quando parla di adeguatezza della classe dirigente, non ha propriamente come soggetto ispiratore il Presidente De Petra. Sappiamo anche che la rissa di ieri, ha già prodotto querele a vicenda…anche se il Presidente De Petra, nella serata di ieri passeggiava (senza imbarazzi) per il corso lucilio, mentre Mazzeo, come già detto, è ricoverato con prognosi riservata; ma vogliamo essere fiduciosi che gli organi inquirenti abbiano la capacità di distinguere le posizioni individuali e non lasciarsi fuorviare dalle influenze politiche.
Vincenzo De Luca invece dovrebbe farsi due domande sul come procede all’individuazione dei soggetti ai quali affida incarichi istituzionali, remunerati e con potere di spesa di danari pubblici.
Gennaro Oliviero, altresì, farebbe bene a smetterla di pensare di essere onnipotente e indistruttibile e desse spazio al merito piuttosto che alle solite “cap’ è lignamm’ ” che lo attorniano da sempre con sua somma soddisfazione. Perché la sua politica è sempre stata caratterizzata dall’impiego di teste poco pensanti ma ubbidienti, per evitare di correre il rischio di costruire eventuali antagonisti in casa propria. Nel caso di specie, non ci venga a raccontare la solita filastrocca sul fatto che lui e il Presidente De Petra non hanno legami, perché ne hanno ininterrottamente da almeno quarant’anni…dai tempi belli del lavoro in Formenti, fino alla gestione del caf ENAC UCI, di cui il Presidente De Petra ne è il gestore a Sessa; caf che ha prodotto guadagni enormi per il De Petra stesso, a giudicare dal suo tenore di vita e da tutti i denari che investe nelle sponsorizzazioni di eventi di ogni genere a sessa, oltre che produrre interessanti pacchetti di voti nelle competizioni elettorali.
Ah, a proposito, altra coincidenza che conferma l’equazione (Oliviero + De Petra= affari), è il fatto che il direttore provinciale delle strutture ENAC UCI, sia tal Roberto Monaco, solo casualmente nipote di Gennaro Oliviero (cugino di primo grado dei suoi figlioli, tanto per spiegarlo bene alla sua avvocatessa difenditrice), e sempre casualmente fratello di Francesco Monaco, devastatore di pronto soccorso e picchiatore di medici ospedalieri. Oliviero quando sarà pago delle pessime figure, non solo politiche, che mette assieme? Come nella recente contestazione della Corte dei Conti, per oltre 770.000 euro, che lui, nella sua attuale funzione avrebbe impropriamente distribuito come compensi regionali ai soliti: Giuseppe Raimondo, Ciro Marcigliano, Giuseppe Oliviero (che solo per coincidenza è suo fratello), e così via, tanto per restare in tema “teste di legno”.
Ma di questo ultimo fatto, come delle risse e dei pestaggi di suoi sodali, non c’è giornale, opinionista, pappagallo o “civetta” che ne parli.
Speriamo solamente che i sessani la smettano di fare i Don Abbondio, al cospetto dei bravi di Don Gennaro…