OSPEDALE, DISCRIMINAZIONI AL PUNTO RISTORO E QUOTE ROSA DA DIMENTICARE

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%name OSPEDALE, DISCRIMINAZIONI AL PUNTO RISTORO E QUOTE ROSA DA DIMENTICARE(f.n.) – Tra le rappresentazioni a beneficio della comparsata del governatore De Luca, c’era persino l’inaugurazione del punto ristoro!, finalmente il bar riapriva i battenti all’insegna del… “ tutto bello, tutto buono, caffè a 1 euro” e per non perdere l’abitudine alla maniera tradizionale di procedere… “a chi figlio e a chi figliastro”, et voilà…la solita disparità di trattamento, classica e puntuale…Infatti i dipendenti delle ditte in appalto come pulizie, lavanderia, manutenzione e cucina, non usufruiscono dello stesso sconto di cui godono gli ospedalieri…Un  criterio inqualificabile e discriminatorio, quello adottato, non si sa bene da chi o in virtù di cosa, dal momento che i dipendenti delle ditte esterne, lavorano a tempo pieno in Ospedale. Pare che a nulla siano valse le proteste sollevate, qualche giorno fa, da alcuni dipendenti della ditta delle pulizie. Inoltre, non è mancato all’ora di pranzo, un fuori onda, dedicato al disservizio. Infatti l’assenza di programmazione preventiva, ha creato un certo disagio tra chi doveva pagare il pranzo e chi prendeva il caffè…diciamo che attendere in coda con il vassoio colmo, non è proprio quello che si dice il massimo di una programmazione basata sulle previsioni. Tra l’altro il punto ristoro non accetta i ticket restaurant, forniti dall’Azienda Ospedaliera…Insomma… anche questa volta il criterio ispiratore è stato: “manca nu centesimo p’apparà a lira”…Ed è in momenti come questo, quando la coperta, per mancanza di logica e di una ‘ntecchia di preveggenza, risulta sempre troppo corta e a furia di tirare, si sfilaccia, che vengono in mente le quote rosa…quella determinata pregevole dimensione che, in ogni ufficio o luogo di lavoro, dovrebbe rappresentare l’armonia ed il trait d’union, tra le piccole disparità e divergenze o smussare angoli e vanificare le distrazioni maschili… Appunto… dovrebbe… Dio ce ne scansi e liberi!,…non abbiamo ancora formulato il nostalgico pensiero che “ven o’ fridd ncuollo!”…Il pensiero corre subito alla sora Ntunetta Siciliano, passata alla storia gloriosa del nostro Ospedale, come colei che si distinse, soprattutto per la valanga di problematiche che, secondo la sua scuola di pensiero, non erano di sua competenza e lei, puntualmente rimandava al mittente, il che equivaleva a lasciarle inalterate…vale a dire senza soluzione. E in effetti era riuscita in questa maniera, a smantellare completamente la Direzione Sanitaria allocando altrove i servizi che vi afferivano. Poi… venne l’era luminosa della Ngiulinella Annicchiarico, attuale Ds, la quale, al contrario di chi l’ha preceduta, considera tutto ma proprio tutto, di sua squisita competenza, nel senso che, tutto ma proprio tutto, deve arrivare sulla scrivania della Direzione Sanitaria e tutto, ma proprio tutto, deve passare al vaglio di quest’ultima…salvo poi… lasciare tutto ma proprio tutto, allo status quo ante e, ce la va sans dire… non fare nulla. E le stelle stanno a guardare, con lei, per farle compagnia…E poi c’è la Direzione Amministrativa presieduta da una bionda creatura, a detta di molti, volenterosa e competente ma, caruccia, assai timida…infatti pare sia appena spuntata dal bozzolo e non sappia ancora, come spiccare il volo…Siamo fiduciosi e non disperiamo che prima o poi ce la farà…E quasi con uno scatto dovuto alla disperazione, pensiamo di avviarci verso il secondo piano …dalle cui profondità, giunge un sussurro che sembra la copia stonata della canzone della Rettore: “dammi una lametta che mi taglio le vene”…Oddio!, è l’insuperabile Luigia Infante, con la matita infilzata nella chioma arravogliata…Sta correndo probabilmente alla ricerca di una seduta concorsuale per chiedere proprio al segretario verbalizzante e non ad altri, di cercarle una pratica urgente…Infatti lei è adorabilmente estemporanea in tutto ciò che fa e…basta. Fuggiamo nella nebbia della palazzina, ormai senza consolazione, verso il primo piano, alla ricerca di un punto fermo qualsiasi, onde evitare il suicidio morale dinanzi a  tanta femminile inerzia…ed ecco Teresita dell’Alta Irpinia che urla a squarciagola tentando di superare in coreografia, le austere venditrici di “percoche” dei mercati romaneschi…ma ha qualche problema con gli accenti e le tonalità che le impedisce di fondere con grazia in un unicuum dialettale, il famoso ritornello: non è di mia competenza…Siamo decisamente sfiniti e demoralizzati, usciamo e ci dirigiamo quasi a caso là dove ci porta il fegato stropicciato…verso la palazzina B, dove, sola e silenziosa, (si fa per dire) staziona Carmelina la Perfettina…la fanciulla che tutto sa e tutto corregge…provocando una silenziosa sommossa ogni qualvolta emette un suono e una sentenza …visto che davvero è intollerabile essere costretti a sopportare e ad eseguire ordini che provengono da chi non solo è assai probabile che ne sappia meno di te, ma appartiene a quella rosea schiera che è arrivata in picchiata, accomodandosi a tavola davanti al famoso cocco “munnat e bbuon”… Di cosa parliamo? Hasta la vista!