INTERVISTA AD ANTONIO MAZZELLA…QUELLI DEL FRONTE…

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   –   di Francesca Nardi   –                                                                  

Della definizione che quei pessimi soggetti, brutti, sporchi, cattivi del neonato Fronte della Gioventù, diedero al loro orientamento politico, dopo la fusione nel 1971 del movimento studentesco Giovane Italia, con gli studenti ed i lavoratori del MSI, a nessuno del resto del mondo, ovviamente quello dei giusti, è mai convenuto tener conto, così come passarono sotto silenzio le differenze o le necessarie distinzioni  o il fatto che non fossero tutti, automaticamente, iscritti al Msi, come avevano deciso che fosse e dovesse essere, quelli che erano sempre dalla parte giusta, dando ovviamente per scontato che i giovani del FDG, dovessero essere sempre e comunque indottrinati dal partito.  Chissà se, così… tanto per compensare quei vuoti storico-culturali di comodo, creati a tavolino, che sarebbero diventate perniciose leggende metropolitane,  qualcuno ricorda che i ragazzi del Fronte della Gioventù, si definivano nazional-rivoluzionari…Già…a nessuno di quelli, cui sembrava spettare per tradizione il ruolo giudicante, sarebbe mai venuto in mente di scomodare la rivoluzione e nobilitare con il vento della passione, ciò che invece si preferiva confinare con regolare dispregio, nell’estrema destra, schiacciando sull’acceleratore dell’estrema…certi che l’espressione avrebbe evocato in chiunque, immagini di spranghe e picchiatori.  Eppure, quanto sarebbe stato opportuno, almeno con il senno del poi, sforzarsi per mettere insieme un’analisi lucida di quegli anni, in bilico tra la storia vera ed autentica del ’68 e lo scivolamento verso gli anni di piombo che ebbero il loro drammatico e miserabile apogeo nel 1975. Ammazzare un ragazzo di destra non era quasi considerato un reato… e sull’onda di una legittimazione de facto, i giovani morti di destra furono molti di più di quelli di sinistra…ma questa è un’altra storia…una storia sordida che grava su coloro che con scienza e coscienza hanno armato l’odio di entrambe le parti…E la storia si ripete ritualmente e a nessuno punge vaghezza di raccontare una volta e per sempre la genesi dell’odio…Antonio Mazzella arriva da una storia raccontata secondo le emozioni…che dopo decenni di inutili decori e facili accuse, non abbiamo ancora il coraggio di iniziare a delineare nelle pagine del diario rilegato con le Idee, quelle stesse Idee che ancora una volta riescono a farci intravedere la mission…E se dopo un tempo impossibile da calcolare per l’intensità con cui si è vissuto, Antonio Mazzella questa volta ha accettato di dialogare pubblicamente, chissà che non sia la volta giusta per memorizzare di quella storia, almeno un capitolo…